Ferrari non è stanca di vincere in F1. Al contrario la rossa vuole continuare a cavalcare l’onda dell’entusiasmo. In Canada di certo lo può fare, considerando le condizioni meteorologiche avverse che perdureranno per tutto l’arco del weekend, dove dovrebbero alternarsi fasi di pioggia ad altre più asciutte. Diventa quindi importante per le scuderie girare sotto sull’asfalto bagnato, in modo da raccogliere un certo quantitativo di informazioni utili per non farsi trovare impreparati. Ci riferiamo al tipo di messa a punto più congegnale, cercando di abbattere le principali limitazioni per trovare il massimo grip possibile.
Nella somma dei vari fattori c’è un aspetto determinante in F1: le gomme. Usare al meglio le mescole significa accedere ad una prestazione ottimale. Su fondo umido o bagnato, infatti, risulta cruciale riuscire ad utilizzare al perfezione gli pneumatici intermedi che, quando la pioggia giunge sul tracciato, almeno che non sia torrenziale, resta il compound più efficiente e versatile, molto di più della “calzatura” full wet. Prendendo in esame le caratteristiche del tracciato di Montreal, non possiamo dimenticare la vicinanza dei muretti in tanti punti della pista. Ferrari lo sa e per questo ha lavorato parecchio sul balance.
La piattaforma aerodinamica deve essere il più stabile possibile, per evitare scivolamenti e fornire la massima fiducia ai piloti. In linea teorica Verstappen potrebbe soffrire un certo svantaggio in tal senso, in quanto solamente nella giornata odierna inizierà a costruire la sua “confidence”, tenendo a mente l’impossibilità di girare nella seconda sessione di prove libere di ieri. Un problema all’ERS della sua Red Bull, che potrebbe produrre addirittura una penalità se i controlli riscontreranno danni insanabili e sulla RB20 n°1 andranno sostituti l’energy store o la centralina di controllo.
Durante gli stint che i piloti hanno effettuato sulla pista bagnata, con su le mescole Intermediate, possiamo senza dubbio affermare che l’aspetto “chiave” era la capacità intrinseca dell’auto nel riuscire ad immettere energia sull’asse anteriore della monoposto. Fondamentale in cui la rossa si è mostrata decisamente pronta, specie con Leclerc, che rispetto al suo compagno ha mostrato una buona attitudine sotto questo profilo. Considerando la particolare conformazione del tracciato nord americano riuscire ad amministrare il tema mescole non è affatto facile.
Il front-end delle F1 tardava a raggiungere la corretta working range e per di più tendeva a raffreddarsi rapidamente. Un solo giro di preparazione per centrare una bona temperatura non è parso sufficiente, così come diversi grattacapi hanno fatto presenza per mantenerla. Il target era quello di stabilizzare questo fattore per accedere ad un livello di aderenza adeguato. necessario per lanciarsi nella prestazione con un grip sufficiente. Ferrari come detto è parsa piuttosto in palla, scacciando, per ora, in attesa delle conferme odierne, i fantasmi della qualifica bagnata della Cina. Contesto competitivo tutto è andato a rotoli.
Le poche tornate che le vetture hanno disputato con le gomme slick ci hanno fornito riscontri comunque interessanti, accompagnati da una leggera pioggia. Ferrari è scesa in pista con la mescola media, mettendo assieme uno stint di 13 giri. Nelle prime tornate Leclerc ha patito un certo livello di sovrasterzo, quasi ci fosse una carenza di carico al posteriore, notando diversi controlli già in fase di inserimento. Dopodiché, con lo stabilizzarsi generale delle temperature sommato a migliori condizioni dell’asfalto, il bilanciamento della rossa è sembrato molto buono, di fatto il dato più importante ricavato dalle Fp2.
I piloti non hanno richiesto particolari cambi al setup base da pioggia che quindi si è dimostrato fin da subito all’altezza. Nelle libere 3 del GP di F1 canadese verrà ottimizzato il grip al posteriore, per rendere ancora più effettivi due elementi imprescindibili: trazione e grip. Ferrari non ha provato la gomma Soft, per cui continua a mancare il riscontro diretto con le prestazioni degli avversari. Osservando l’handling possiamo sostenere che l’atteggiamento sovrasterzante resta in fase d’uscita, comportamento condiviso con altre monoposto, come ad esempio l’altra fidante al tiolo McLaren.
In ultima istanza il tema trazione. Fase di accelerazione, al netto delle condizioni difficili della pista che va definita parecchio buona, poiché i controlli al volante quando in ferraristi andavano sul gas erano nella norma e senza dubbio minori di tante altre vetture di F1 che abbiamo visionato con molto interesse. Per di più Ferrari ha testato la massima potenza endotermica tramite la mappatura Engine 1, godendo di un’erogazione della potenza abbastanza docile.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv