McLaren sotto sorveglianza in F1. Una pratica assai diffusa nel Circus è l’amplificazione del sospetto quando un team mostra un recupero prestazionale molto elevato, in un lasso di tempo abbastanza breve. Dove non arriva la ragione si aprono autostrade sulle speculazioni di ogni genere che in alcuni casi si rivelano infondate. E’ proprio quello che è successo all’indomani del Gran Premio di Imola nei confronti della scuderia di Woking, capace di lottare improvvisamente e vincere per a Miami per poi sfiorare l’impresa anche in Emilia Romagna.
Diversi rumor relativi alla presunta difformità del sistema di alimentazione del carburante, in merito alle monoposto color Papaya, hanno spopolato in lungo e in largo, con l’obiettivo di gettare fango sulla storica scuderia britannica e scoprire un presunta verità nascosta tra le pieghe regolamentari. Si parlava del fatto che la FIA avesse messo a confronto il sistema della McLaren con quello della Mercedes. Ipotesi che non poteva stare in piedi in quanto, dalla stagione di F1 2021, le pompe ad alta pressione dei team della massima categoria del motorsport, provengono da un unico produttore.
Ci riferiamo all’impresa italiana Magneti Marelli, specializzata nel fornire diverse componenti alle vetture di F1 da tempo oramai memore. Il paragrafo tecnico all’articolo 5.11.6 del corpo normativo vigente della Federazione Internazionale, sotto questo aspetto specifica e chiarisce la situazione. Ecco la trascrizione in italiano della parte interessante: “Tutte le vetture devono essere dotate di una pompa del carburante ad alta pressione prodotta dall’unico fornitore, nominato dal FIA World Motor Sport Council, secondo una specifica determinata dal dipartimento tecnico della FIA”.
A margine del Gran Premio di Monte Carlo, la vettura numero 04, la McLaren di Lando Norris quindi, è stata scelta suppostamene “a caso” tra le prime dieci vetture per ordine di arrivo, andando ad effettuare precise ispezioni fisiche e approfondite. Le verifiche hanno riguardato, manco a farlo apposta, il sistema di alimentazione a bassa pressione e la sua conformità con gli articoli 5.11 e 6 (Fuel System) del regolamento tecnico. Inoltre, sono stati effettuati ulteriori controlli di conformità sul sistema di alimentazione a bassa pressione presso il Centro logistico e tecnico FIA di Valleiry in Francia.
Tutti le componenti ispezionate sono risultate conformi al regolamento tecnico della F1 2024. Il fatto che proprio la McLaren di Norris sia stata estratta “casualmente” per le verifiche, poteva essere una circostanza probabile avendo piazzato due monoposto nelle prime dieci posizioni, al termine della corsa tra le stradine del principato di Monaco. A destare qualche perplessità, tuttavia, è stata la natura stessa delle verifiche, in quanto effettuate proprio sulla vettura numero 4 del talento britannico. Per fare un esempio, la monoposto di Leclerc è stata oggetto di verifiche “di compliance” al termine dei Gran Premi di Giappone e Imola.
In queste verifiche dopo Suzuka sono stati controllati rispettivamente la flessibilità del fondo, delle ali anteriori e posteriori e l’assemblaggio del plank. Dopo la gara imolese. invece, i controlli tecnici della FIA sulla rossa numero sedici si sono concentrati sul sistema sospensivo e sulla centralina SECU. Aree della F1 completamente differenti rispetto a quelle analizzate sulla McLaren dell’inglese. Anche se dobbiamo senza dubbio premettere che la conformità della FIA non possa e non debba essere messa in discussione, è abbastanza evidente cosa sia successo.
Parliamo del fatto che i delegati della FIA hanno indirizzato le loro analisi a colpo sicuro., in quanto non ha poi molto senso controllare la compliance di una parte standard. I sussurri di questi giorni sono e restano probabilmente una grande “boutade”, come dicono i francesi. Ciononostante, un controllo del genere quando ci sono mille altre componenti che possono essere verificate, ha il potere di non spegnere le speculazioni ma semmai di alimentarle. Questo nonostante la McLaren McL38 di Norris abbia superato brillantemente tutti i controlli di compliance suddetti.
All’orecchio sempre teso della FIA pare non sfuggire nulla. Tuttavia il superamento dei controlli dei tecnici non è sempre e comunque garanzia di conformità, almeno in base al più clamoroso caso relativo alla power unit Ferrari 064, risultata esente da irregolarità in tutti gli esami effettuati nel corso della stagione 2019, per poi essere sostanzialmente considerata illegale nell’ambito del settlement agreement del febbraio 2020 tra FIA e Ferrari. Non stiamo dicendo che il team inglese abbia implementato soluzioni borderline, ma l’operato stesso dell’organo federale non contribuisce a “seppellire” i sospetti.
Autore e foto: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: FIA – Scuderia Ferrari – F1