Tra Mercedes e Red Bull, si sa, i rapporti sono sempre stati tutt’altro che idilliaci. Da quando la squadra di Milton Keynes ha iniziato a vincere in F1, ovvero nel 2010, soltanto i vicini di Brackley sono riusciti a spodestare Horner e compagnia bella, da quel 2014 che cambiò in maniera incontrastata il modo di intendere questo sport con l’arrivo delle power unit e l’addio (speriamo non definitivo, nda) ai motori aspirati.
Dopo otto anni di dominio argentato, la Red Bull è tornata prepotentemente a dominare la scena con il nuovo regolamento tecnico con vetture a effetto suolo, e grazie ai progetti di Adrian Newey, i bibitari vincono in un lungo in largo da due anni e mezzo. Nel frattempo, Toto Wolff & Co. sono caduti un po’ nel dimenticatoio, questo perché non ci hanno capito una mazza delle normative entrate in vigore nel 2022.
Ultimamente però, il lavoro svolto sulla W15, la nuova creatura della casa di Stoccarda, sembra stia dando i frutti sperati, anche se la gara di Montreal non deve in alcun modo illudere, perché le condizioni particolari che si sono venute a creare nel corso del fine settimana canadese lasciano ampi spazi a dubbi, lo abbiamo appurato, al contrario, con il disastro della Ferrari.
Diciamo che, spesso e volentieri, tra Red Bull e Mercedes sono volati stracci: Horner e Wolff non si vogliono propriamente bene, e ogni occasione è valida per gettare fango sul rivale, anche quando si è entrati sul personale, come accaduto al team principal britannico all’alba di questo mondiale, con l’austriaco prontissimo a chiedere interventi ulteriori alla FIA per capire bene cosa sia accaduto, seppure la Federazione, onestamente, non c’entrasse nulla nella questione.
Questa è stata un po’ la vendetta di Toto, che nel 2022, capendo le sofferenze che la sua squadra avrebbe avuto con questa generazione di monoposto a effetto suolo ha insistito e non poco affinché arrivassero delle direttive tecniche che limitassero il porpoising, fenomeno che la W13 soffriva e non poco, ma il dirimpettaio della Red Bull rispose più volte sulla questione, asserendo come Mercedes dovesse impegnarsi a costruire una vettura migliore senza andare a piangere da chi aveva stilato questo regolamento.
Chi vince gongola, chi perde non solo spiega, ma si lamenta anche: a Brackley non erano certamente abituati a prenderle a destra e manca in ogni gara, e la colpa ricadde sull’ex direttore tecnico, Mike Elliott, padre delle prime due vetture a effetto suolo della scuderia anglo/tedesca. Il ritorno di James Allison, colui che firmò gli ultimi mondiali di Hamilton, non ha al momento riscontrato il successo sperato, anzi, le cose sono peggiorate e di molto all’inizio del 2024, quando la W15 per alcuni tratti è stata anche la quinta forza in pista.
In questi primi mesi del 2024 quindi, la Mercedes non si è fidata di dire qualcosa alla Red Bull, anche perché la squadra dia Milton Keynes sembrava poter dominare in lungo e in largo anche quest’anno, cosa che però non sembra stia avvenendo in questa fase della stagione, con una RB20 che, dopo gli aggiornamenti di un mese fa, pare abbia perso un po’ di smalto, e i rivali, specialmente la McLaren, incalzano che è una bellezza.
Al contempo, prima del Canada, James Allison, proprio lui, colui che nei test in Bahrain pensava di essere comodamente seconda forza in pista, ha evidenziato come gli sviluppi portati dalla Red Bull a Imola fossero più un downgrade, ovvero una sorta di passo indietro a livello prestazionale rispetto alla macchina “base” e che ha iniziato questa stagione.
In tutti gli ambiti, sportivi e non, ma specialmente in F1, parlare prima del previsto può essere un’arma a doppio taglio: Horner si è chiaramente legato al dito questa affermazione del capo tecnico della Mercedes, e dopo la brillante vittoria di Verstappen a Montreal non ha lesinato parole tutt’altro che al miele verso quelle dichiarazioni tanto spavalde quanto provenienti da chi, nell’ultimo periodo storico, forse non poteva permettersele.
“A quanto pare il nostro downgrade ha battuto i loro upgrades – ha detto un sogghignante Horner –. Credo che la Mercedes sia andata sempre bene sui tracciati “verdi”. Qui non c’erano curve ad alta velocità, considerando anche l’asfalto nuovo, tutto pare abbia giocato sui loro punti di forza. Sono curioso di vedere i due o tre Gp: avranno recuperato davvero o si è trattato di un caso isolato?”.
Tutta la serenità della Red Bull in queste parole del team principal: che la RB20 non sia più dominante pensiamo sia ormai assodato, questo perché la McLaren ha fatto uno step importantissimo, mentre la Ferrari sembra essere un attimo più attardata, ma comunque molto più vicina rispetto a inizio stagione. In Mercedes, invece, forse dovrebbero concentrarsi più su loro stessi che sugli altri. Una rondine non fa primavera.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Red Bull Content Pool – Mercedes AMG F1 Team