Red Bull propone un film già visto con Verstappen, di cui in molti ignorano il significato per partito preso o in malafede. Nelle qualifiche del Gran Premio del Canada ancora una volta Red Bull è stata tenuta a galla dalla classe del tre volte campione del mondo olandese. Solo un millesimo ha diviso il pilota olandese da una insperata pole position. Il tempo identico a quello del poleman di giornata, George Russell con una Mercedes rigenerata dalle basse temperature, non gli è bastato per partire dal palo, in quanto realizzato successivamente al crono del pilota inglese, nel secondo run della Q3.
Il mezzo trionfo di ieri non cancella i problemi che affliggono il austriaco, almeno nei confronti di chi non si ferma davanti ad un’analisi superficiale. Dopo i problemi del venerdì al sistema ERS, minimizzati da Christian Horner, gli uomini di Milton Keynes hanno preferito equipaggiare la monoposto numero 1 con il “vecchio” propulsore utilizzato fino al Gran Premio di Monaco. In termini di guidabilità, osservando gli on board e ascoltando i team radio, la monoposto sembra patire problemi gli stessi problemi di Monte Carlo. Con la differenza che il tracciato di Montreal ha una geometria completamente diversa.
Per quanto riguardo Sergio Perez, fresco di rinnovo per altri due anni con la scuderia in testa alle classifica iridata valevole per i costruttori, le qualifiche sono state nuovamente un grande incubo. Il pilota messicano originario di Guadalajara non è riuscito a passare il taglio della Q1, classificandosi di fatto nella posizione sedici, realizzando un tempo sul giro più altro di un secondo rispetto al teammate che su una tornata che si completa in tra i 73 /72 secondi è davvero un distacco enorme.
Che il pilota sudamericano ex Racing Point non sia un fuoriclasse è fuor di dubbio. Tuttavia, considerando i grattacapi delle RB20 con le gomme, non si possono attribuire esclusivamente al pilota i frequenti crolli in qualifica iniziati già la scorsa stagione. Per una volta il messicano è parso davvero seccato dall’ennesima eliminazione nel primo segmento delle qualifiche. Aspetto che lo obbligherà all’ennesima rimonta, resa difficile dalla competitività del mezzo e da condizioni metereologiche ancora incerte.
Le sensazioni di Verstappen sono contrastanti. Per il campione del mondo in carica è stata una brutta qualifica. Ciononostante ha contezza che la prestazione identica a quelle delle frecce nere e grigie sia dovuta al fatto che, i piloti della Mercedes abbiano espresso tutto il loro potenziale in Q3 mentre lui no. Max non nasconde la soddisfazione per un risultato inatteso, tuttavia il ritmo di Russell e Hamilton in Q2 non era affatto replicabile dalla sua monoposto. La sorte, sotto forma di pioggia, ha forse dato una mano a mascherare un gap molto più ampio rispetto a quello che si è visto nella classifica finale dei tempi.
Verstappen ha sottolineato diverse volte come lui e il team abbiano lavorato in modo confuso e pasticciato, a causa di piccoli ma tanti problemi. Il campione dei Paesi Bassi ha spiegato che dopo la giornata di venerdì, il diktat è stato quello di raccogliere il massimo dalla trasferta in nord America e cercare di trovare il miglior equilibrio possibile con la macchina, obiettivo raggiunto almeno qualifica. Per i prossimi impegni, il talento della Red Bull si augura di avere fine settimana più puliti, per estrarre tutto il potenziale dalla RB20.
Un piccolo inciso che si collega a quanto visto con la Ferrari. Come sappiamo raggiungere il target ottimale di temperatura delle gomme è fondamentale. Aspetto che si ottiene tramite la friction corretta che immette il quantitativo adeguato di energia all’interno della carcassa dello pneumatico. Così facendo si accede al grip ideale e la performance è buona. Verstappen è un “genio” nel gestire il ciclo di isteresi della gomma. Lo ha dimostrato ancora ieri, grazie alla sua grande sensibilità e precisione grazie al quale ottimizza sempre il rendimento della RB20. Chapeau
Di tutt’altro umore il compagno di squadra che è stato eliminato nel primo turno delle qualifiche, il peggior modo possibile per brindare all’estensione biennale del suo contratto in con Red Bull. Il pilota messicano ritiene che all’origine della debacle ci sia la difficoltà nel scaldare le gomme. Perez pensa che tutti i componenti dal lato del suo box debbano essere arrabbiati con sè stessi, lasciando intendere di non poter essere considerato sempre e comunque il capro espiatorio dei risultati mediocri conseguiti. Non resta che concentrarsi sulla gara per tornare dal Canada almeno con qualche punto.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Oracle Red Bull Racing