F1: Red Bull, McLaren, Mercedes e Ferrari, quattro scuderie che durante la prima metà della campagna agonistica 2024 si sono divise le vittorie. A partire dalla scorsa stagione la FIA comunica gli aggiornamenti delle monoposto attraverso un apposito documento. Si chiama “presentation car” e viene distribuito ai media. Si tratta di una vista preliminare sugli update delle vetture ad un livello di astrazione elevato, al punto da essere compreso anche dai non addetti ai lavori, in quanto svelano le aree delle monoposto che hanno richiesto più attenzioni nel corso del piano di sviluppo.
Il nostro studio non è altro che un’elaborazione che fornisce un dato quantitativo dei correttivi sviluppati dai vari team. Un recap rispetto alle problematiche sofferte dagli ingegneri delle scuderie nella prima parte del mondiale. Il piano di sviluppo della McLaren è quello che desta più curiosità. Al netto della tappa inaugurale di F1, il team di Woking non ha apportato alcuna modifica alla McL38 prima del Gran Premio di Miami. La bontà del primo aggiornamento importante a Miami è stato confermato dall’affermazione di Lando Norris con la sua prima vittoria in carriera.
Dopo questo appuntamento iridato di F1 le monoposto color papaya hanno presentato altre novità tra l’Austria e l’Inghilterra, dove hanno fatto presenza alcune novità al retrotreno della MCL38. Rispetto ai competitor, ciò che fa riflettere è come gli ingegneri diretti da Andrea Stella abbiano prodotto un solo update nell’area fondamentale delle vetture ad effetto suolo: il fondo. Questo a conferma che il pavimento vettura britannica ha sempre risposto in pista modo coerente rispetto alle simulazioni.
A inizio stagione Adrian Newey dichiarò di essere preoccupato della concorrenza, temendo di essere stato troppo conservativo nell’ideazione della RB20. Quando l’ultima monoposto firmata dal genio inglese è stata svelata, quasi tutti pensarono che le affermazioni del britannico facessero parte della classica strategia comunicativa di chi sa di avere un margine enorme sulla concorrenza. E invece la monoposto della squadra di Milton Keynes, dopo un avvio che ha confermato le aspettative, è stata la prima vettura che ha subito un importante evoluzione attraverso l’update che ha debuttato in Giappone.
L’ulteriore evoluzione della monoposto austriaca che ha debuttato a Imola, ha confermato che la vettura colorata blu racing (il singolare è voluto perché la monoposto funziona solo con Max, nda), con due evoluzioni non molto invasive nei primi sette Gran Premi, ha comunque concesso al tre volte campione del mondo di rivaleggiare con la rapida ascesa della concorrenza, anche se tanto merito va senza dubbio ascritto al talento dell’olandese. Si evince, nel caso della Red Bull, che le aree di intervento sono state il fondo vettura e la zona posteriore della monoposto per cerca maggior carico aerodinamico.
Tra i top team, la scuderia campione del mondo è quella che ha comunicato più update attraverso i documenti di “Presentation Car”, ben 33. Ovviamente il numero degli aggiornamenti non consente di stimare il residuo sul budget allocato per lo sviluppo della vettura di F1, perché ogni aggiornamento ha un suo peso specifico. Tuttavia il team campione del mondo è l’unico ad aver rilasciato ben tre Major Update: a Suzuka, Imola e Barcellona.
Il piano di sviluppo della Ferrari è stato compromesso dal fallimento (momentaneo) del secondo aggiornamento che ha debuttato nel Gran Premio di Spagna. Forse, realizzare più prove comparative in terra iberica come McLaren ha fatto a Miami sarebbe servito alla causa. E’ stato perso tempo prezioso e dulcis in fundo la comparazione avvenuta a Silverstone ha evidenziato come il secondo upgrade genera più facilmente il boucing nelle curve da alta velocità. Assieme alla scuderia di F1 con base a Woking, il team che ha rilasciato il minor numero di upgrade è la rossa.
Molti dei sono stati localizzati nell’area posteriore della monoposto, con l’obiettivo di migliorare la gestione dei flussi in questa zona e alzare il carico aerodinamico prodotto. Purtroppo però, i riscontri negativi del secondo pacchetto è un po’ come se avesse bloccato l’evoluzione dell’auto italiana. In questo momento i tecnici stanno lavorando per tornare al precedente punto di consistenza, ovvero la SF-24 dotata dei soli update che hanno debuttato nel Gran Premio dell’Emilia Romagna. Un rollback che complica maledettamente i piani del Cavallino Rampante.
Finalmente in casa Mercedes si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel della mediocrità iniziata con il regolamento tecnico del 2022. I successi in rapida sequenza tra Austria e Inghilterra sono ossigeno puro per una squadra che non ha mai smesso di sviluppare la propria monoposto. Gli aggiornamenti più consistenti sono stati introdotti a Imola e tra le mura amiche di Silverstone. Il piano di sviluppo della stella a tre punte si può definire “incrementale”.
Diciamo questo perché la scuderia di F1 diretta da Toto Wolff ha portato costantemente in pista piccole evoluzioni. Un approccio che consente di individuare rapidamente se l’evoluzione estrae potenziale dalla monoposto o va a inficiare le prestazioni della stessa. Viceversa quando si delibera un grande aggiornamento che coinvolge diverse aree della monoposto, la risoluzione di eventuali problematiche diventa chiaramente più complessa.
Al pari dei competitor, eccetto McLaren, l’obiettivo prioritario degli aggiornamenti è stato quello di garantire l’altezza costante della W15 rispetto al piano di riferimento in modo da massimizzare l’effetto suolo garantito dai canali Venturi. Adesso le frecce d’argento sono attese alla prova del nove prima della pausa estiva: la recente doppietta è frutto di circostanze favorevoli oppure la vettura austriaca può replicare le performance espresse soprattutto a Silverstone in qualsiasi pista e condizione atmosferica? Molto presto ne sapremo qualcosa di più…..
Autore e grafiche: Roberto Cecere
Immagini: F1