Ferrari si avvicina alla terza sessione di prove libere del 14° round di F1 con una certa tranquillità. Sebbene il team italiano sa di non avere chance di lottare per la pole position, l’obiettivo è quello di ottimizzare la messa a punto per alzare ulteriormente il rendimento della SF-24. La penalità di Verstappen, la pochezza tecnica di Sergio Perez e una Mercedes non particolarmente in palla, fanno si che la seconda fila non sia un sogno impossibile. Per raggiungerla però, come detto il Cavallino Rampante deve necessariamente sistemare alcuni difetti della messa a punto.
In primo luogo Ferrari deve massimizzare le fasi di trazione specie nel T3, zona della pista dove in uscita da curva 14 prende il via il lunghissimo tratto del circuito ad alta velocità di percorrenza che porta all’ultima chicane. Nel terzo settore la rossa ha sofferto un gap superiore ai tre decimi di secondo, sebbene la configurazione della vettura è molto scarica. Il perché è presto detto: la fase di accelerazione in uscita dalla 14 non è ottimale e il ritardo sul gas si protrae in tutta la retta. Inoltre l’energia ibrida non è stata gestita a dovere con un certo deficit che si è palesato propri in questo punto.
Trazione che deve migliorare anche in uscita dalla 18-19, sinistra destra che immette nel breve rettilineo di partenza. C’è poi la questione bouncing che abbassa il rendimento della vettura di F1 italiana nel T2, specie tra curva 10 e 11. Il fondo sbatte sul piano di riferimento e rallenta la monoposto. Le possibilità di fare meglio ci sono tramite un compromesso per possa ottimizzare l’impostazione scelta a livello aerodinamica, aggressiva e rischiosa per certi versi. Questo il target per l’ultima sessione di prove libere che sta per andare in onda nello splendidi scenario incastonato tra i boschi delle Ardenne.
I ferrasti salgono a bordo delle proprie vetture. Come sempre, in precedenza, i meccanici hanno effettuato i consueti controlli sulle vetture. Ci riferiamo ai test per capire se tutto funziona: power unit, trasmissione, impianto frenante e sistema ibrido. Le condizioni meteo sono cambiate radicalmente. Piove, la pista è bagnata e la situazione non è delle più “simpatiche” per i piloti, in quanto si dovranno testare le vetture senza avere i medesimi riferimenti della giornata di ieri. Questo il quadro della situazione all’inizio della sessione: 18,5°C la temperatura dell’aria, 22,3°C quella dell’asfalto. Umidità al 89%, 1,9 Km/h l’intensità del vento che soffia da sud est.
Ferrari aveva in programma di testare le rosse a margine di alcune modifiche realizzate in mattinata. Lo studio al simulatore infatti, aveva suggerito uno step di rigidezza in meno sulle sospensioni. Necessità per aumentare la trazione della vettura e sistemare il terzo settore. Tratto del circuito dove i riferimento non erano sufficientemente buoni. Messi da parte 10 minuti di sessione, sebbene Red Bull, McLaren e Mercedes siano in pista, lo stesso non si può dire per le vetture italiana al momento ancora all’interno del garage. Un minuto più tardi ecco Leclerc scendere in pista con le gomme intermedie.
Il monegasco cerca di fare quello che può, anche se al momento per come è messa la pista, in diversi tratti del circuito servirebbero addirittura le full wet vista la grande quantità di acqua presente sul piano di riferimento. Questo fattore viene fatto presente a Charles che invece vorrebbe proseguire con le Pirelli a banda verde, sempre e quando non sia l’unico in pista. Un passaggio più tardi Leclerc alza bandiera bianca però, visto che i riferimenti che si possono acquisire in questo momento non hanno molta rilevanza.
Quando sono passati 40 minuti la situazione non migliore affatto. L’unica cosa “interessante” se così possiamo dire è il fatto che il botto contro le barrire di Lance Stroll che ha perso la vettura all’uscita dell’Eau Rouge non ha conseguenze fisiche sul pilota canadese. Anche la AMR24 tutto sommato non riporta danni significativi, a quanto pare. Per il resto la pista è troppo bagnata e di conseguenza pericolosa. Non c’è nessun tipo di vantaggio e per questa ragione nessuna scuderia ha dato il via libera ai propri piloti. A cinque minuti dalla fine della sessione i piloti tornano a bordo delle proprie vetture.
Con ogni probabilità effettueranno un paio di tornato effettuando diverse prove di partenza per testare il sistema con l’asfalto bagnato. In questi casi, di solito, lo stacco frizione avviene in seconda marcia per limitare l’inevitabile pattinamento che si genera per la scarsa aderenza dell’asfalto. Sainz scende in pista con le gomme full wet. Lo spagnolo arriva lungo nel secondo settore, va sulla ghiaia, ma per fortuna riesce ad evitare il contatto con le barrire. Adami chiede comunque un test: utilizzare la modalità Engine 1 nel T3 per verificare il rendimento delle rossa nel lungo tratto rettilineo.
Le Fp3 finisco così con pochissime tornate in saccoccia perlopiù inutili. In ultima istanza ribadiamo il ragionamento sulla rossa. Ferrari aveva la necessità di testare alcuni cambi sulla messa a punto. Una mossa estremamente necessaria per capire se le modifiche poteva fornire i riscontri che nel campo ipotetico avevano migliorato il rendimento della SF-24. Un bel problema perché le SF-24 si presenteranno all’inizio della sessione classificatoria senza i riferimenti attesi. Dato non rassicurante per la qualifica: Leclerc ha detto che non riusciva a centrare la finestra delle intermedie…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv