F1: prima di analizzare la Ferrari vediamo il confronto telemetrico tra la pole di Norris e il giro a +0.044s di Max Verstappen, itile per capire i dettagli che non hanno permesso all’olandese di conquistare la partenza dal palo. In prima battuta si nota subito come la McLaren fosse più carica aerodinamicamente, il che non gli permette di raggiungere elevate velocità di punta. Infatti la MCL38 paga 0.150 secondi nel T1 composto da 3 rettilinei. In curva 4, curva dove si rischia di avere sovrasterzo se si aggredisce troppo il cordolo, Lando è stato costretto ad alzare leggermente il piede.
Nel farlo ha perso velocità minima a centro curva, ma è comunque riuscito a guadagnare alla 5, lunga piega in appoggio, dove molti piloti combattono con il sottosterzo che poi in uscita può trasformarsi in un chiaro eccesso di rotazione. In questo punto del circuito Norris riesce a pigiare per palmo il pedale del gas e proprio per questo la sua curva di accelerazione è decisamente migliore se paragonata a quella del tre volte campione del mondo in carica.
Verstappen da qui in poi è più aggressivo e forse questa maggiore intensità si è trasformata in un limite che di fatto gli ha tolto la pole: si evince dal fatto che frena sempre più tardi, come in entrata della chicane (curva 6-7) e ingresso di curva 8, dove porta più velocità in centro curva. Dalla 8 sino alla 12 inizia una sezione della pista ricca di cambi di direzione dove è importante avere un anteriore preciso. Entrando bene alla 8 si riesce ad avere la traiettoria ottimale per poi percorrere la sequenza di curve successiva.
Tratto che si può percorrere senza l’utilizzo del freno se si genera tanto carico, esattamente come fa la McLaren del giovane pilota britannico. Il freno viene utilizzato quando l’anteriore fatica ad entrare in curva per caricare questo asse e di riflesso migliorare l’inserimento in curva. Mossa che mette in pratica Verstappen alla 9 nel tentativo di recuperare la traiettoria ideale. Max soffre un leggero sottosterzo in questo punto, aspetto sul quale si è lamentato per tutto il weekend di sottosterzo.
In curva 11 Norris riesce ancora una volta ad anticipare la fase di accelerazione a bordo della sua MCL38, questo sebbene alzi maggiormente il piede destro rispetto a Verstappen. Osservando il grafico in alto, infatti, notiamo come a centro curva ci sia un gap di 8 km/h. In entrata della 12 Verstappen frena ancora una volta più tardi riuscendo comunque ad andare prima sul gas. Da qui in poi, come viene evidenziato bene dal grafico dei micro settori, Max paga l’overheating causato dall’aggressività imposta lungo l’arco del giro, arrivando nel T3 con una gomma che ha perso performance.
Per farci un’idea sulla prestazione della Ferrari abbiamo messo a confronto la SF-24 di Carlos Sainz con la McLaren di Lando Norris. Il calvario del Cavallino Rampante comincia dal secondo settore in poi: solo in questo tratto della pista, di fatti, la vettura numero 55 perde 0.489 secondi dalla monoposto color papaya. Fattore che annulla tutto il vantaggio guadagnato nel primo settore (circa 0.150 secondi). Analizzando assieme questa telemetria è importante concentrarsi sull’utilizzo del freno per capire con precisione il bilanciamento della vettura italiana.
Curva 4 viene percorsa da molti piloti senza l’utilizzo dell’impianto frenante. Al contrario lo spagnolo della rossa è costretto a pigiare il pedale per rallentare minimamente la corsa della SF-24, caricare l’anteriore e godere di un buon inserimento. Questa mossa gli fa perdere velocità a centro curva andando anche più tardi sul gas. Nella piega successiva, alla 5, l’iberico prova un atteggiamento più aggressivo e porta più velocità. Scelta che lo costringe a frenare più pesantemente rispetto al pilota britannico, tardando ancora una volta l’accelerazione anche per causa del sottosterzo.
Dall’uscita della chicane sino a curva 12, emerge dalla telemetria e dagli on-board che alla Ferrari manca anche un po’ di recisione sull’anteriore. Notiamo come Sainz sia costretto a frenare in curva 9 (due colpetti) e in curva 11, dove solitamente se la vettura lo permette non si frena. In questo caso è più che evidente la mancanza di fiducia del ferrarista. Confidenza necessaria per inserire la vettura in curva senza l’utilizzo del piede sinistro. Inoltre, in tutti i cambi di direzione Carlos è sempre in ritardo sull’acceleratore.
Nel terzo settore della pista magiare Sainz perde all’incirca un altro decimo e mezzo. In curva 12 Carlos è nuovamente aggressivo, sceglie di frenare più tardi e riesce comunque ad andare sul gas senza perdere troppo terreno da Norris. Nelle ultime due pieghe emerge ancora una volta la difficoltà da parte della Ferrari nell’avere un bilanciamento centrato tra anteriore e posteriore. Anche dal grafico dei micro settori si può notare come il secondo e terzo settore siano di dominio McLaren, eccetto nei punti di frenata dove Sainz è stato più aggressivo.
Autore e grafici: Marco Iurlandino