La Ferrari SF-24, dopo il Gran Premio di F1 a Monaco, doveva diventare lepre o segugio, e d’improvviso s’è ritrovata come un gambero rosso. Che, s’intende, se si trattasse del nome di un ristorante, potrebbe andare pure bene. Ma poiché a Maranello non si cucinano tortellini o tagliatelle al ragù, ma monoposto e pelli di carbonio, con annesse power unit, fare il gambero non è proprio il massimo della vita. Anzi, è la cosa peggiore che possa capitare. Dunque, ci avevano promesso meraviglie.
Ma che dico, mirabilie, che poi ai primi soli di tarda primavera si sono sciolte come neve al sole. Io, che conosco i miei polli, pardon cavallini, m’ero portato avanti con macumbe, riti voodoo, gesti apotropaici, riti di vario tipo ed estrazione con tanto di immancabile occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio e una serie di corni omologati e regolarmente registrati. Avevo scomodato pure la mia corte dei gufi. Ma nulla ho potuto contro “l’eterno ritorno del nulla”. Caschi il mondo, qui è proprio una certezza dal 2009 o giù di lì.
Se, e quando, imbroccano la monoposto buona, poi si perdono per strada. Ora, lieto di essere smentito in albionica terra, tuttavia non pare ci siano le premesse perché il miracolo avvenga. Perlo meno così sembra. O meglio, la Ferrari di F1 i miracoli li fa eccome, ma purtroppo spesso al contrario. Ed è pur sempre una cosa incredibile, ma non quella che piacerebbe a noi poveri tifosi che non vediamo un titolo dal 2008. L’ultima novità è Frederic Vasseur che si sta binottizzando. Potrebbe forse servire padre Russell Crowe nelle vesti dell’esorcista del papa?
Nel dubbio, il nuovo mantra a Maranello, Via Abetone Inferiore 4, snocciolato di Gran Premio in Gran Premio, è: “Gli aggiornamenti funzionano! La prossima gara li ottimizzeremo”. Che sa tanto di Aspettando Godot, difatti non arriva mai. E il rischio, fidatevi, è che questa tiritera continui sino a fine della campagna agonistica targata 2024. Nel frattempo si vocifera che ai piani alti comincia a esserci qualche percettibile fastidio verso la piramide operativa del team di F1. Elkann delega assai, ma se non vede risultati poi s’indispone e non poco.
Ipotizzando uno scenario ancora una volta negativo dove l’ennesima stagione potrebbe arenarsi in un nulla di fatto, in Ferrari gli scenari sarebbero due: o una tempesta vera e propria, o più banalmente il classico mal di pancia della gestione sportiva. Se arriva Adrian Newey il vecchio gruppo tecnico dovrà in qualche modo sottostare al genio inglese. E, come ben sapete, i tecnici ferraristi sono convinti di essere i migliori, anche se non vincono nulla dal 2008. Quindi il rischio di fronda interna che non è neanche quotato dai serissimi allibratori britannici.
Se non arriva, resta comunque il problema di un reparto tecnico che per ora ha sempre perso, soprattutto se i tanti aggiornamenti alla SF-24 continueranno a essere derubricati alla voce “gambero”. I rinforzi importanti che Vasseur ha preso (Serra in primis) entreranno a regime e anche in questo caso ci saranno gli “attacchi di colite” per i motivi di cui sopra nei reparti di competenza. Dipenderà molto anche da cosa deciderà di fare Cardile. Non è contento dell’arrivo di Newey, per usare un eufemismo, ma non è convinto sino in fondo di andare in Aston Martin.
Andare o non andare da papà Stroll? Questo l’amletico dubbio. E non avrebbe tutti i torti. Pare si sia speso pure Piero Ferrari per trattenerlo e il nostro dunque un poco nicchia. Come se ne esce? In certi casi, il medico pietoso non si mette a curare la piaga, ma taglia direttamente la parte malata. Mi direte… ma quanto sei macabro! Bè, se lo hanno inventato, il nodo gordiano, un motivo ci sarà pure no? O se preferite, il rasoio di Occam… insomma, fate voi! In ogni caso, forse questo è il momento propizio.
Una tabula rasa ai vertici per preparare il 2026. Il problema, in fondo, è che molti pensano che una volta giunto alle porte della storica Scuderia Ferrari, siano “arrivati”. Invece è proprio da quel momento che dovrebbero dimostrare tutto il proprio valore. E se questi tecnici e ingegneri sono meno bravi degli altri dovrebbero trarne le dovute conseguenze. Postilla finale: la parola umiltà, a quanto pare, correggetemi se sbaglio, manca da troppo tempo a Maranello e dintorni.
Spesso all’interno della Ferrari c’è una sorta di fastidio nello spiegare le cose anche quando, palesemente, i nostri dicono una cosa e… in maniera puntuale chissà perché accade giusto il contrario. O si lanciano in proclami roboanti che durante l’inverno sembra si sia già campioni del mondo. Poi, quando di norma arriva la figuraccia, fanno finta di niente con uno stile strepitoso. Fischiettano tranquilli e sereni come se nulla fosse, tanto quasi mai avranno qualcuno che avvicinandoli gli chiederà se il re è nudo.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari – F1 Tv