Leclerc e Sainz stanno vivendo un periodo difficile il Ferrari. Quando le SF-24 non funzionano spessi succede che Charles si presenta sconsolato, se non furioso, non attenendosi alle indicazioni della sua addetta stampa Mia Djacic. Per capire quale male ha afflitto la rossa occorre ascoltare le parole di Carlos che cerca di spiegare in modo analitico e abbastanza lucido i problemi della monoposto italiana. Questo è un approccio molto apprezzato dal team perché non presta il fianco a ulteriori polemiche e consente al gruppo di lavoro di basarsi su indicazioni scevre dall’emotività del momento.
Va da sé che i feedback dei tecnici siano certamente più dettagliati delle interviste rilasciate alla stampa al termine della gara. La posizione contrattuale dello spagnolo potrebbe condurlo verso una dialettica più pungente e critica sul Cavallino Rampante. Tuttavia difficilmente le esternazioni del pilota nato a Madrid sono parse piccate o di parte. Con ogni probabilità, a breve, sempre che non sia già successo, l’iberico non parteciperà più a tutte le riunioni tecniche. Specie, per ovvie ragioni, per quelle che interessano anche il progetto 677 (monoposto 2025).
Sainz è privo di vincoli dopo aver appreso di non rientrare più nei piani della Ferrari. Per questo non ha problemi a fornire una chiave di lettura onesta e molto chiara di quello che sta succedendo sulla SF-24, a differenza di tecnici e piloti legati al team di Maranello da contratti a lungo termine. Innanzitutto, questo aspetto dimostra la professionalità del pilota e in secondo luogo le parole di Carlos da qui al termine della stagione, non potrebbe essere altrimenti, avranno un peso specifico importante perché disinteressate e al tempo stesso figlie del suo modo di intendere la professione.
Dopo la bontà del primo aggiornamento che ha debuttato a Imola, il secondo pacchetto di update stagionale doveva proiettare la SF-24 ai livelli prestazionali della McLaren per lottare ogni corsa contro Red Bull ad armi pari. Ma purtroppo, il carico maggiore che si intravede nei dati tra simulatore e galleria del vento non fa presenza in pista. Al contrario si innesca un effetto collaterale, incubo di tecnici e piloti: il bouncing. Per tale ragione in Gran Bretagna sono andate in scena diverse prove comparative che hanno evidenziato la necessità di riporre momentaneamente in soffitta il nuovo package che rendeva la SF-24 meno performante nelle curve ad alta velocità di percorrenza.
Già nelle qualifiche dello sprint weekend in Austria, il madrileno aveva spiegato che il saltellamento aerodinamico poteva derivare dall’introduzione del nuovo pacchetto di aggiornamenti. “Senza entrare troppo nei dettagli, credo che sia una combinazione tra il fatto che non riusciamo ad essere efficaci nelle curve ad alta velocità e allo stesso tempo dobbiamo gestire il porpoising, il che rende la nostra alta velocità esageratamente lenta”. Questo il parere espresso circa due settimane fa dal figlio del due volte campione del mondo di Rally.
Al termine del weekend al Red Bull Ring, a valle del fortunoso podio della monoposto numero 55, un convinto Frederic Vasseur dichiarò con fermezza che non si sarebbe tornati alla configurazione precedente al Gran Premio di Spagna, ma al contrario si proseguiva lo studio con le nuove parti sulla vettura introdotte a Barcellona. Intendimento smentito nei fatti secondo quello che poi è successo a Silverstone, dove a margine delle prove comparative con le diverse versioni del pavimento, si è scelto di fare un passo indietro e tornare alla vecchia specifica.
Vasseur confidava nella possibilità di mitigare il fenomeno attraverso scelte di messa a punto deliberate dopo le libere, grazie al ritorno al formato classico del weekend proprio in occasione della gara inglese. Situazione che non ha fatto presenza, in quanto i tecnici ci hanno capito poco e niente e il famoso surplus di carico aerodinamico in più non ha fatto presenza. Condizione che si somma al problema ancora più importante che riguarda l’incapacità di avere una vettura bilanciata. SF-24 che mostra una coperta di set-up troppo corta e non è in grado di gestire a dovere l’equilibrio tra alte e basse velocità. Un compromesso che attualmente non si riesce ad ottenere.
Scaricare il posteriore significa perdere downforce che non riesce ad essere bilanciata irrigidendo le sospensioni per gestire le curve veloci. Ci hanno provato a Silverstone con pessimi risultati. Mentre utilizzare la specifica nuova da medio-alto carico significava evidenziare un grave difetto della SF-24: la resistenza all’avanzamento. Il corretto punto di lavoro della rossa è stato smarrito, lo conferma la mancanza di grip meccanico patito in Austria. In pratica, se gli ultimi aggiornamenti non hanno portato lo step ipotizzato sulla carta, la versione precedente soffre alla stregua.
Un momento davvero complicato sul quale la scuderia ubicata in Via Abetone Inferiore 4 sta profondendo il massimo sforzo. Diverse riunioni in settimana hanno programmato il lavoro da svolgere per cercare di fare quadrato. All’interno di questo scenario ecco Sainz che da vero professionista cerca di fare il massimo. Supporto sul quale Ferrari potrà contare sino al termine del campionato, sapendo che lo spagnolo non nasconderà più sotti al tappeto la polvere e chiamerà sempre le cose per il proprio nome, come si suol dire. Atteggiamento capibile, rispettabile e assolutamente consono alla sua situazione
Autore: Roberto Cecere
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv