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McLaren, la narrazione di Norris il “sopravvalutato” ha le gambe corte

Il weekend in Ungheria è stato trionfale per il team McLaren, che dopo aver monopolizzato la prima fila al sabato ha concesso il bis alla domenica. Tuttavia, la gestione alquanto fantasiosa dei pit stop aveva consentito a Norris di prendere il comando delle operazioni. Dopo silenzi radio ed estenuanti richieste da parte del muretto, Lando ha ripristinato l’ordine della classifica, artificiosamente modificato dagli strateghi della storica scuderia inglese.

Si tratta dell’ennesima volta in cui il pilota nativo di Bristol non ha capitalizzato la partenza al palo. Tuttavia, quella in terra magiara è stata una sconfitta dal sapore ancora più amaro, in quanto a vincere è stato il proprio compagno di squadra su precisa e reiterata richiesta del team. L’inglese si sente pienamente ingaggiato nella lotta per il titolo piloti, mentre la squadra crede fermamente nella possibilità di conquistare l’iride costruttori dopo oltre un quarto di secolo (ultimo nel 1998, nda).

Lando Norris (McLaren) si schiera in griglia di partenza – Gp Ungheria 2024

In effetti, entrambe le ambizioni possono essere perseguite se McLaren manterrà questo livello di competitività e, contestualmente, Red Bull non porrà fine alla involuzione tecnica che è iniziata proprio a Miami, dove Norris ha conquistato la prima vittoria in carriera. Al termine della gara, il leitmotiv è stato quello che solitamente viene pronunciato quando c’è una lotta ravvicinata: “E se Lando perdesse il titolo per 7 punti?” ovvero la differenza tra quelli in palio tra il primo e il secondo posto.

La sensazione è che il fantastico gruppo di lavoro diretto da Andrea Stella si trovi in uno scenario non ipotizzato a inizio anno. Si mirava certamente alla crescita, ma non a diventare il benchmark della categoria da Miami in poi. Questa sensazione si nota nei dettagli del weekend: dalla gestione delle strategie, alla soddisfazione di riuscire a competere per il successo quando si dovrebbe invece vincere e basta. Insomma, il successo non è più un “nice to have” ma un obbligo in virtù delle performance della MCL38.

McLaren, le feroci critiche verso Norris non sono obiettive

La ritrovata competitività ai massimi livelli delle McLaren consente finalmente ai piloti di lottare costantemente per il successo. Le dolorose sconfitte nei duelli con Max Verstappen e quello di domenica scorsa vengono viste dall’opinione pubblica e da diversi addetti ai lavori come un’evidenza dell’incapacità di Norris nel massimizzare il potenziale della sua monoposto. Sostanzialmente, al pilota classe ‘99 si contesta l’incapacità di lottare per la massima posta in palio.

Probabilmente la verità è un’altra: Lando è un pilota velocissimo, questo non è certo lo scrivente a scoprirlo, improvvisamente catapultato nel ruolo dell’antagonista per il titolo mondiale. Parliamo di un ragazzo che ha vinto la prima gara quest’anno in circostanze anche abbastanza favorevoli. Tanti sottovalutano il fatto che ogni professionista ha una curva di crescita mentale diversa, come accennato anche dal Dott. Paolo Ceccarelli.

Lando Norris (McLaren) sale sul podio – Gp Ungheria 2024

Con ogni probabilità, Norris sarà un pilota in grado di lottare per il titolo più avanti in carriera, perché mentalmente non è ancora pronto per i massimi traguardi. Questo non giustifica il linciaggio mediatico che ne mortifica anche l’enorme talento. La storia della F1 è ricca di campioni del mondo riusciti nell’impresa di conquistare la corona iridata dopo tante stagioni nella massima categoria. Nico Rosberg ha conquistato la sua corona dopo 11 stagioni, Button ha impiegato 10 anni, Hakkinen 8.

Si potrebbe contestare questo assunto indicando la scarsa competitività delle monoposto guidate dai suddetti campioni nei primi anni della loro carriera; tuttavia, se sei un “enfant prodige”, la chiamata da un top team arriva in un battibaleno. Come sempre, padre tempo sarà il giudice supremo, ma non mi meraviglierei affatto se fra qualche anno Norris il “sopravvalutato” possa vantare uno o più titoli mondiali. Ovviamente, affinché questo scenario si concretizzi, il campione della McLaren dovrà sfruttare in tempo la competitività delle proprie monoposto, altrimenti ci saranno solo rimpianti.


Autore: Roberto Cecere

Immagini: McLaren Media Centre

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