Mercedes si prende un altro podio in F1. Lo fa con il “bollito” Lewis Hamilton, autore ancora una volta di una grande prestazione. Il diritto di salire sul terzo gradino nasce dall’ottima qualifica del sabato, dove al contrario del compagno di squadra riesce a massimizzare la fase classificatoria all’interno di uno scenario cangiante per quanto riguarda le condizioni meteorologiche. In linea generale una qualifica complicata. Il sette volte campione del mondo non fa sconti a nessuno. Dopo un avvio difficile nell’attuale campagna agonistica, il britannico ha imparato a conoscere la sua monoposto.
Senza dubbio i vari aggiornamenti lo hanno aiutato, rendendo la sua esperienza di guida molto più agevole di prima. Lewis non ne aveva fatto mistero, qualche mese fa, sul come cercare di uscire da una impasse tecnica non fosse mai semplice. Eppure la scuderia di Brackley ci è riuscita e anche a Budapest, anche se in maniera minore rispetto alle ultime due tappe del calendario 2024, ha fatto vedere che le frecce d’argento intarsiate di nero sono vetture buone e facilmente adattabili a diversi contesti competitivi. Il tutto questo c’è il rammarico per Russell, ovviamente.
Il pilota inglese è stato eliminato in Q1. Una brutta tegola perché il passo della W15 era ben diverso dal risultato ottenuto. Purtroppo in questo caso c’è stato l’errore del team. Nelle condizioni di pista particolari nella prima parte della qualifica, di fatti, la scuderia tedesca non ha valutato al meglio il cambiamento dell’asfalto che poco a poco diveniva sempre più rapido. Mancava la benzina per realizzare l’ultimo tentativo e passare il taglio. Elemento che avrebbe concesso un attacco a due punte nella gara, dove l’epilogo generale della Mercedes poteva essere differente.
Toto Wolff porta pazienza. Di certo non ha gradito questo errore ma sono cose che possono capitare quando i fattori da valutare in pochi secondi sono davvero molti. Ci ha comunque messo una pezza Russell, poiché sebbene la sua corsa si stata estremamente difficile, con parecchio traffico nella sua finestra di pit-stop senza il quale il risultato poteva essere migliore, Mercedes ha mostrato un passo solido e consistente. Senza dubbio però, le due McLaren in terra magiara non erano affatto alla portata. Il team principal e co-propietario della squadra teutonica ne prende atto.
Come grande uomo di sport a Toto non piace perdere, specie quanto per diverse annate hai dominato. L’austriaco è comunque soddisfatto del lavoro messo assieme in Ungheria e, contestualmente, non può certo esimersi dal congratularsi con una delle squadre rivali. Parliamo della McLaren che oramai è lanciata verso l’Olimpo della massima categoria. Una notizia super per la F1 che vede alzare la sua valenza a livello di audience, questo pensa e dice Wolff. Definisce addirittura fantastico il fatto che un’altra squadra abbia realizzato un salto di qualità così notevole. Lo stesso che vuole e pretende dal suo team nel futuro.
Un “bene comune” in quanto se non vince Red Bull va bene lo stesso, o quasi. Su questo fronte non c’è la soddisfazione massima perché sebbene Verstappen non abbia vinto lo ha fatto un’altra scuderia che appunto non si chiama Mercedes. Il buon livello delle W15 ero però lontano da quello delle MCL38, vetture che hanno dominato per intero il Gran Premo di Ungheria edizione 2020. Forse qualche complicazione di troppo nel finale era evitabile ma pure queste cose succedono quanto non è è abituati al trionfo. Sono 151 i podi per la squadra tedesca e ben 200 per Hamilton. Numeri da capogiro.
Cosa manca a Mercedes per fare l’ultimo step e raggiungere la vetta? Il quesito è di quelli tosti. Con ogni probabilità nemmeno loro lo sanno con esattezza. Dal punto di vista tecnico la costruzione della messa a punto è stata buona. La W15 è riuscita a sfruttare le sue caratteristiche mostrando una buona transizione tra low e high speed, impostazione acquisita solamente durante le ultime gare grazie agli aggiornamenti. Update che hanno allargato la mappa aerodinamica della vettura tedesca. Restano alcuni problemini legati alle curve rapide e all’overheating al retrotreno.
Spa-Francorchamps sotto questo aspetto potrebbe aiutare, in quanto il caldo brutale di Budapest non ci sarà e sono in arrivo altre novità. Ieri Mercedes non era più veloce della Red Bull. Lo è stata in alcuni frangenti ma con uno sguardo di insieme più ampio il gap non era colmabile. Lewis ha battuto la RB20 in pista, questo sì, ma sul ritmo puro la W15 deve rosicchiare ancora qualche decimo sia alla scuderia campione del mondo che a quella che iridata lo vuole diventare. Parliamo di McLaren che ha tutte le carte in regola per farlo. In ultima istanza un pensiero che potrebbe essere per alcuni interessanti.
Hamilton non dimentica il 2021, quando Verstappen, oramai davanti in classifica dopo l’estate, in ogni incontro ravvicinato in pista con Lewis non alzava mai il piede. Non cercava lo scontro a tutti i costi, ma nemmeno lo evitava. Uno “zero” per ambedue andava bene, considerando il suo vantaggio di punti accumulato. Ieri è successo un po’ il contrario. L’inglese non ha cercato di certo l’incidente, ma il piede è rimasto giù. “Chi la fa l’aspetti” è un detto banale, ma che ci azzecca sempre o quasi. Max ha pochi “amici” sull’asfalto e, in questo caso come in altri, la “colpa” è sua…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Mercedes AMG F1 Team – F1Tv