Formula 1

F1, Red Bull: i “misteri” del catering continuano

F1: ma che si mangiano in Red Bull? Ma che… davvero?!Fu questa la prima cosa che pensai quando, fra il serio e il faceto, illo tempore (violazione del Budget Cap del Mondiale 2021), i simpatici bucanieri austriaci, dopo essere stati sgamati con il portafoglio un po’ troppo pieno, fra le altre cose se la cavarono dicendo che… udite, udite, avevano speso troppo nel catering e non se n’erano accorti. Poverini… Al che mi si aprì un mondo. Immaginai Vissani o Ramsay assieme ad un altro/alto parterre di colleghi chef stellati, preparare ogni giorno squisitezze e prelibatezze per palati sopraffini.

Cucina molecolare, impiattamenti da goduria visiva (forse meno per lo stomaco viste le porzioni striminzite), capolavori dolciari e chi più ne ha, più ne metta. Un vero e proprio paradiso per la gola. D’altronde si sa, Marko e Horner non amano le mezze misure. O bene o niente! E codesti cuochi, come ben sanno le tasche dei comuni mortali cui appartengo, si fanno pagare un botto. Dalle mie parti si dice “ti fanno il colletto”. Queste spese spropositate che Red Bull sostenne, lasciarono anche pesanti strascichi interni. Difatti in quel periodo Max comincio a prendere chili come se non ci fosse un domani.

Max Verstappen durante il weekend di Budapest

Per questo dovettero forzatamene metterlo a dieta, che sennò non solo rischiava di non entrare più nella sua monoposto, ma rischiava pure di diventare una zavorra pesantissima! Furono giorni difficili, perché il povero Max, bello paffuto e rotondo, sembrava ormai l’omino Michelin. E sfido. La mattina certi croissant da leccarsi i baffi, a pranzo cinque o sei portate, la sera idem con patate. Ora, evidentemente sto scherzando… in realtà quasi nessuno, nel paddock della F1 e fra gli addetti ai lavori e livori (in F1 non ci si ama, al massimo ci si odia di meno), si fece intortare dalle spiegazioni di Horner e compagnia mangiante.

F1, la presa per i fondelli Red Bull non viene digerita da Brown

Anzi, lo stupore si tramutò in rabbia quando la FIA si dimostrò con gli austro-tailand-inglesi madre premurosa e non matrigna, comminando un buffetto (multa di 7 milioni di euro e il 10 per cento in meno delle ora in galleria del vento, da scontare nel 2023) che sapeva tanto di presa per il deretano. L’argomento, sopitosi per qualche tempo,  è di nuovo diventato “di moda” grazie a Zak Brown, CEO della scuderia McLaren, nel corso di una lunga intervista rilasciata a The Independent. Sì, perché chi segue la F1 sa bene che Brown non perde occasione per attaccare frontalmente Horner.

amministratore delegato della McLaren Racing

E, diciamocela tutta, il secondo non è che faccia qualcosa per non cercare lo scontro con gli altri. Molti ricorderanno come, sempre Zak, tuonò contro Christian per il pasticciaccio brutto delle accuse di molestie verso una dipendente del team taurino, ad inizio mondiale. Insomma, appena può, Brown ci piazza il carico da novanta. Mettiamola così… se metti diversi galli da combattimento in un recinto, quelli tirano a scannarsi, non a mangiare in santa pace il becchime prelibato. Il boss americano di F1 ha smentito di avere qualche risentimento personale nei confronti di Christian Horner, e chi siamo noi per non credergli (risata).

Ed ha motivato così il suo essere apertamente ostile nei confronti del gran capo della Red Bull: “Qualcosa di personale con lui? No, rispondo alle cose che penso non siano giuste. Mi faccio portavoce dei problemi. E sì, sembra che io abbia più problemi con lui che con gli altri, ma perché dice e fa cose che ritengo sbagliate. Ad esempio quando parlavamo dell’infrazione sul budget cap, non eravamo in competizione con loro, ma si parlava dell’integrità del sistema della F1. Loro non l’hanno presa sul serio e per questo mi sono esposto.

Helmut Marko e Christian Horner (Oracle red Bull Racing) – stagione 2024

Quando Red Bull hanno sforato il tetto, avrebbero dovuto accettarlo e basta. E invece hanno tirato fuori un mucchio di scuse, quasi insultando il resto di noi, perché se tu dici che è colpa dei panini, anche io devo far mangiare il mio team come tutti gli altri. Hanno cercato di minimizzare“, ha concluso il CEO McLaren. Ora, non è che lo stesso Brown sia un mostro di simpatia, tuttavia se lo si mette davanti ad Horner sembra un santo, un martire, un apostolo! D’altronde, nel Circus dei ciechi, l’orbo è re! O no?

Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Immagini: Oracle Red Bull Racing – McLaren

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Pubblicato da
Zander Arcari