Formula 1

F1, Red Bull: il lavoro mirato sul fondo per ottimizzare il carico della RB20

Red Bull non è più il punto di riferimento della F1. Resta di il team da battere quello di Milton Keynes, ma a livello tecnico il dominio sciorinato con grande facilità nella campagna agonistica 2023 non esiste più. Un bene per la massima categoria del motorsport, per le casse di Liberty Media e soprattutto per gli spettatori che, finalmente, dopo un stagione intera passata ad ascoltare controvoglia quella tediosa nenia dell’inno olandese, può godere di lotte in pista avvincenti. Scenari competitivi dove l’imprevedibilità spesso ha fatto presenza “regalando” vincitori differenti nella prima metà del mondiale.

Red Bull resta al vertice delle due classifiche iridate. L’obiettivo per la scuderia campione del mondo in carica resta sempre il medesimo: portare a casa la doppia vittoria iridata anche se le fatiche saranno decisamente maggiori rispetto al recente futuro. L’impegno profuso per raggiungere tale anelito è grande. Il gruppo di lavoro che opera in pista difficilmente sbaglia e ottimizza tutto quanto. C’è poi Verstappen che guida da fenomeno qual’è. Il talento di Hasselt è un “cannibale” oramai scevro da errori di gioventù. Un binomio davvero forte che però, come detto, oramai non è più imbattibile.

Red Bull è arrivata ad una sorta di plafonatura tecnica riguardo il corpo normativo vigente. Questo non significa che non migliori, ma risulta lampante come i passi avanti non siano altrettanto grandi come quelli della concorrenza. Un fatto che riguarda al convergenza prestazionale anticipata dallo stesso Newey all’inizio del campionato. Parevano “balle” le sue, o comunque una sorta di tattica comunicativa per poi annichilire gli avversari appena scesi in pista. E invece no… Adrian ci aveva visto ancora una volta giusta ed è proprio per tale ragione che ha cercato di cambiare il vincente progetto RB19.

Adrian Newey – l’ingegnere di F1 più brillante di sempre

Operazione riuscita solo in parte perché malgrado l’effettivo rendimento della vettura austriaca sia palese, come detto la Red Bull in F1 non detta più legge. Non è più in grado alzare la voce, sbattere i pugni sul tavolo e prendersi il primo gradino del podio guidando con il braccio fuori dal finestrino. Un “problema” che non riguarda più il geniale progettista britannico che il primo maggio di quest’anno ha di fatto ufficializzato il suo addio alla scuderia dopo quasi quattro lustri di lavoro strepitoso. Un abbandono che fa male ma senza drammi poiché la squadra è convinta di un’avvenire comunque solido.

F1, Red Bull: fondo in costante aggiornamento. Occhio di riguardo al raffreddamento

Red Bull ha spalmato pressoché in maniera equa i suoi sviluppi tra Giappone, Imola e Silverstone. In quel di Suzuka la RB20 ha visto la comparsa di ulteriori “orecchie” per il raffreddamento in ottica affidabilità. Queste feritoie, assieme a quella centrale dell’airbox e quelle laterali delle pance, costituiscono l’insieme delle aperture adibite al funzionamento del complesso pacchetto di radiatori ideato da Newey. Oltre alle novità sul lato cooling, il primo vero update prestazionale per fare un salto in avanti ha riguardato il cosiddetto marciapiede del fondo.

Una macro componente che deve lavorare in maniera efficiente, in modo da evitare il pompaggio aerodinamico determinato dallo stallo del fondo. Anticipiamo che, e non dovrebbe sorprendere, tale componente sarà soggetta ad ulteriori lavori di finitura nel corso della stagione. A Imola l’ala anteriore è stata rivista, ridistribuendo il carico generato per aumentare l’effetto outwash: i due flap superiori son stati dotati di una corda maggiorata, mentre la porzione in prossimità dell’endplate decade rapidamente per creare “il soffiaggio” necessario a indirizzare la massa fluida all’esteso della ruota.

Max Verstappen (Red Bull) a bordo della RB19 – GP Inghilterra 2023

Il fondo è stato poi ritoccato per la seconda volta. Il target ricercava un ulteriore carico nella zona della “edge wing”, senza sporcare l’andamento dei flussi verso il posteriore. Di tutti gli update proposti, quello imolese ha fornito senza dubbio o maggiori grattacapi alla Red Bull, tanto che il venerdì e parte del sabato ha visto Max e Checo faticare con una vettura palesemente non bilanciata. Quadra raggiunta solamente in prossimità delle qualifiche acciuffando pole e vittoria con Verstappen. A Silverstone, ecco il terzo step evolutivo che ha interessato il pavimento nella sua interezza.

Oltre gli ulteriori ritocchi al marciapiede del fondo, la vera novità riguarda la zona anteriore dell’elemento in questione, dove è posizionata la SIS (Side Impact Structure) per intenderci. Struttura che ha subito una chiara riprofilatura con l’obiettivo di aumentare la portata d’aria che scorre sul fondo e contestualmente energizzare il flusso sul pavimento per migliorare la qualità della spinta verticale prodotta non che la sua continuità alle divise velocità di marcia. L’idea è che Red Bull lavori ormai di fino in F1. Lo fa limando i dettagli per guadagnare pochi centesimi ma quanto fondamentali per rimanere al top dell’onda.

In ultima istanza un’altra considerazione. Parliamo degli aspetti visivi degli aggiornamenti proposti. Sappiamo bene come non sian la mera forma a definire la competitività dell’auto. Anche piccoli interventi che a occhio nudo sembrano quasi impercettibili posso fare un grande differenza. Red Bull ha una conoscenza della RB20 davvero alta, fattore chiave per sapere dove e come intervenire, per non commettere errori e al contrario potenziare il rendimento dell’auto. Proprio su questo fattore sta spingendo il gruppo tecnico capeggiato dal francese fresco di rinnovo Pierre Waché.

Paul Monaghan, ingegnere capo della Red Bull

Per questo non c’è nessun dubbio sulla bontà degli sviluppi attuali e futuri della monoposto di F1 colorata di blue racing. Update che non son affatto finiti qui e anzi sono in fase di definizione. Al contrario di Ferrari, come fatto da McLaren l’approccio è più prudente in tale senso per assicurarsi dell’efficacia sul lavoro svolto prima di posporlo sulla vettura. Lo stesso Paul Monaghan, direttore delle operazioni in pista lo presente cercando di tranquillizzare i tifosi Red Bull in leggera apprensione, perché gli avversari spingono e in questo momento del campionato la lotta al vertice è davvero serrata.

Autore: Zander Arcari – @berrageiz –  Andrea Mauri – howf1works    

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Andrea Mauri