Red Bull ti mette le aaali, questa l’idea di base dell’energia drink. In F1 però, ultimamente, malgrado le ali non manchino, la questione RB20 si è tremendamente complicata. Lo ha fatto presente lo stesso Max Verstappen durante la passeggiata sul camion dei piloti. Ci riferiamo alla driver’s parade che ogni domenica, prima della corsa, va in scena per fare bella mostra al pubblico dei 20 eletti che guidano le wing car. In quell’occasione il tre volte campione del mondo ha speso qualche chiacchiera con l’amico Daniel Ricciardo. Una sorta di lamentela sulla vettura che proprio non riesce ad essere corretta in alcuni fondamentali.
Da inizio maggio affermiamo che la Red Bull ha subito un restringimento non indifferente della finestra di funzionamento. Risulta più che evidente e chiaro a tutti come in effetti questo sia il problema maggiore. Eravamo abituati a vedere un dominio in un modo o nell’altro, perché il team riusciva sempre a centrare il punto ottimale di funzionamento della monoposto. La base su cui sviluppare la RB20 sembrava molto promettente a inizio anno, ma vantaggi attesi non sono arrivati. Adrian Newey era contrario, ad esempio, alla soluzione degli “shark inlet” che caratterizzano l’auto austriaca.
Per questa ragione il gruppo si è compattato e avversari come Ferrari, Mercedes e McLaren si sono notevolmente avvicinati. Usando un termine matematico, possiamo che la nel bel mezzo della stagione Red Bull è arrivata molto vicino al proprio asintoto. L’olandese infatti, malgrado i diversi update che hanno aggiornato la monoposto colorata blue racing, ha ribadito l’inefficienza di tali provvedimenti. Abbiamo potuto ascoltare e parlare direttamente con Max durante le classiche interviste del giovedì nell’hospitality. L’handling della vettura è ciò che preoccupa entrambi i piloti, come abbiamo accennato anche in precedenza.
Il front-end è debole da inizio stagione, quando invece lo scorso anno era solidissimo. Fattore che genera molto sottosterzo come abbiamo visto a Imola o in Ungheria. Altre volte però, specie soprattutto nei tratti medio veloci, la vettura ha mostrato un atteggiamento sovrasterzante. Una certa instabilità al posteriore durante la fase di inserimento. RB20 che a seconda della pista ha mostrato comportamenti molto diversi. Elemento che ci suggerisce come al momento il team non riesce o a centrare una messa a punto soddisfacente per Max.
Lo stesso olandese lo ha confermato rivelando il problema principale: l’anteriore e il posteriore della monoposto spesso sono parecchio sconnessi. In altre parole, l’asse frontale non ‘segue’ il retrotreno. Per questa ragione si notano forti differenze nel comportamento della vettura tra un Gran Premio e un altro, fermo restando che l’anteriore è il principale limite. Un contesto che non soddisfa affatto Verstappen che deve convivere con questo limite. Non poter estrapolare il massimo potenziale dell’auto, quindi, ha reso di fatto Red Bull battibile.
McLaren ringrazia, in quanto la MCL38 è super bilanciata e soprattutto in grado di estrarre la medesima performance in ogni layout. Parliamo di una caratteristica che non esiste per la squadra di Milton Keynes, impegnata in qualche modo a migliorare le cose. Lo stesso Helmut Marko non ne ha fatto mistero, sostenendo che le modifiche all’ala anteriore ed il radicale reshaping realizzato sul cofano della vettura non hanno fornito i risultati sperati. Un bel grattacapo per il nugolo di tecnici oramai orfani del proprio faro: Adrian Newey. La sua assenza si fa sentire eccome.
Pierre Waché aveva detto che non c’era motivo di preoccuparsi ma la realtà dei fatti è solo una: Red Bull non è più l’auto da battere e Verstappen inizia ad essere nervoso. In Ungheria sono stati commessi diversi errori con il setup che hanno portato a estremizzare la carenza di rotazione, limite per il rendimento sia in qualifica che in gara. Gli upgrade non sono da buttare ma per il momento non hanno funzionato. Max esclude l’ipotesi di tornare alle specifiche usate prima di Budapest, malgrado la preoccupazione per l’inefficienza di queste soluzioni resti.
Per il Belgio l’efficienza aerodinamica strepitosa della RB20 dovrebbe aiutare non poco. La capacità di fendere l’aria del corpo vettura offrirà grandi benefici. Tuttavia, come sappiamo, verrà sostituito il motore endotermico sulla monoposto numero 1 con conseguente penalità. Parliamo di un arretramento di 10 posizioni sulla griglia di partenza che senza dubbio renderà molto complicata la vittoria. Per questo il team ha deciso di costruire il setup per ottimizzare le velocità di punta, con l’obiettivo di realizzare una grande rimonta e, magari sfruttando una Safety Car, rientrare in lizza per la vittoria.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1Tv