Red Bull Powertrains sta programmando il proprio futuro in F1. Nel mentre il suo più grande riferimento tecnico ha di recente abbandonato la squadra. Ci riferiamo al geniale progettista inglese Adrian Newey che, in tempi non sospetti, 1 maggio 2024, ha reso ufficiale la sua “dipartita” dal team austriaco. Una grave perdita per la scuderia campione del mondo in carica che però conta altre frecce al proprio arco. Al suo posto come responsabile ecco Pierre Waché, conferito dei massimi poteri tramite un rinnovo che di fatto lo ha blindato per il prossimi anni.
L’ingegnere originario di Auchel guida un gruppo di altissimo livello che annovera ingegneri del calibro di Enrico Balbo (Head of Aerodynamics), Craig Skinner (Chief Designer) e Ben Waterhouse (Head of Performance). Senza dimenticare Paul Monaghan, ingegnere capo delle operazioni in pista che pure lui ha prolungato la sua permanenza nel team. C’è però un’altra sfida che sta tenendo banco per il prossimo futuro e riguarda l’ennesima rivoluzione regolamentare. Ne abbiamo parlato in tutte le salse, spiegando a mena dito le varie novità riguardanti l’aerodinamica e soprattutto le power unit.
Proprio su questo ultimo punto fa leva l’articolo odierno dedicato a Red Bull Powertrain, divisione motoristica che ha assorbito gran parte dei dipendenti della Honda. Parliamo di circa 150 individui tra tecnici e ingegneri che sono stati assunti dalla scuderia attualmente leader del mondiale. Una sorta di garanzia in quanto, questi giapponesi, hanno costruito la power unit che da 3 stagioni spinge le vetture di Milton Keynes con grande successo. Negli ultimi tempi si è parlato parecchio di questa faccenda e gli umori sono sempre parsi contrastanti in merito all’effettività della divisione dedicata alle PU.
Di recente, lo storico consulente e consigliere Helmut Marko ne ha parlato. L’arzillo vecchietto sostiene che la tabella di marcia è assolutamente rispettata e un piano B non è contemplato. Tutto sta andando a gonfie vele, insomma, all’interno di uno scenario funzionale alla causa. Red Bull crede fortemente al lavoro svolto e in termini di potenza espressa dalle unità di potenza 2026, i motori austriaci saranno assolutamente alla pari con quelli della concorrenza: Mercedes e Ferrari su tutti. Queste le parole rilasciate ai media che però non coincidono con le informazioni dai noi raccolte.
Red Bull Powertrains sta effettuando diversi colloqui negli ultimi mesi. Lo sta facendo per assumere ulteriore personale e ampliare di conseguenza l’organico che si sta occupando del nuovo propulsore 2026. Una sfida davvero molto importante che Red Bull vuole vincere. Parliamo della prima vera e propria unità di potenza che verrà costruita dalla scuderia di Milton Keynes, poiché come tutti sanno quella attuale è opera della Honda. La selezione della forza lavoro sta prendendo parecchio tempo poiché la scelta dei collaboratori per la F1 è cruciale per i programmi futuri.
Scendendo nel dettaglio si tratta di una sorta di “interrogatorio” al quale migliaia di persone si sono sono sottoposte direttamente in sede, mentre altre lo hanno fatto via remoto da varie parti del mondo. Parliamo di circa 4000 individui che durante gli ultimi mesi sono stati direttamente assoltati dal director business performance in persona, accompagnato in questi incontri da altre figure chiave tra le quali due tecnici ex Mercedes. Parliamo di colloqui parecchio tecnici, relativi al propulsore, che superano le due ore circa, dove il candidato espone esperienze e capacità “sognando” l’assunzione.
L’esame comprende una serie di quesiti molto particolari, naturalmente in lingua madre (inglese) al quale si sommano esercizi scientifici. In tutto questo va sottolineata la fatica di questi test legati spesso a scenari ipotetici che, tra gli obbiettivi, hanno quello di mettere in estrema difficoltà l’interlocutore per comprenderne la bravura. Per di più è richiesto di presentare un progetto personale esposto nell’arco di dieci minuti, molto utile agli esaminatori per verificare anche le qualità oratorie dell’interpellato, fattore quest’ultimo al quale Red Bull si è mostrata molto attenta e ricettiva.
Durante l’incontro c’è la possibilità di fare alcune domande sul progetto in questione. Grazie alle informazioni raccolte di prima mano, quelle che ci hanno permesso di esporre con una certa sicurezza i vari dettagli che vi abbiamo appena esposto, sappiamo che gli esaminatori non hanno affatto nascosto un certo ritardo sul proprio piano di lavoro. Per di più, gli uomini di Milton Keynes hanno confidato che nell’ultimo periodo sono stati assunti parecchi ingegneri, specie da Mercedes (e la cosa non dovrebbe stupire), concentrandosi nell’acquisizione del loro bagaglio tecnico.
Mossa utile per “racimolare” e aggiungere, in poco tempo, ulteriore esperienza. L’obiettivo è quello di colmare un certo vuoto tecnico legato al fatto che, banalmente, Red Bull non ha mai prodotto motori o power unit in F1. Di conseguenza il team austro-tailandese ha bisogno di dare una forte accelerata sul piano di lavoro che, come detto, non sta rispettando le dead line prefissate inizialmente. E questa è, probabilmente, la notizia più eclatante, al di là dei proclami di facciata di questi ultimi mesi…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Red Bull Powertrains – F1Tv