Red Bull e Verstappen, una duo che ha dominato la F1. Sì… coniugazione al passato perché la non è più tempo di tagliare il traguardo prima degli altri con il braccio fuori dal finestrino. Per aggiudicarsi un trionfo si deve sbattere non poco l’olandese, combattendo contro diversi avversari tra cui McLaren, Mercedes e Ferrari. Una situazione non facile ma sino ad ora gestita comunque con efficacia. La terza stagione di continuità regolamentare, al netto di alcune deroghe in corso d’opera, ha prodotto ciò che gli addetti ai lavori si auspicavano da diverso tempo: la convergenza prestazionale.
Dopo la stagione più noiosa della F1, quella 2023 caratterizzata dalla supremazia davvero schiacciante di Red Bull e Max, i primi 12 round di questa stagione sono state una boccata di ossigeno per la categoria. Sei piloti e quattro team con almeno un successo, infatti, hanno reso più eccitanti le gare della prima parte del campionato. All’interno di uno scenario simile non dovrebbe esserci un fuggitivo nella classifica piloti. Tuttavia il talento di Hasselt, grazie a una impressionante costanza di rendimento e comando, gestisce al meglio una RB20 apparsa “arenata tecnicamente” da Miami.
Il gap sul secondo classificato Lando Norris c’è ma non sappiamo se durerà. A offrire un assist a Red Bull e a Verstappen è stata l’alternanza di rendimento dei competitor, dovuta alla scarsa competitività dei rispettivi mezzi in alcune fasi del mondiale. Se a questo si aggiunge la scarsa cattiveria di McLaren nel dare il colpo di grazia, va da sé come Max abbia potuto cogliere risultati insperati come la piazza d’onore in Inghilterra. Tutto tranquillo chiave iridata? Niente affatto. O per lo meno questo è il pensiero del tre volte campione del mondo di F1.
Tralasciando per un attimo il rendimento di Sergio Perez che inizia ad avere risvolti psicologici davvero inspiegabili e al limite dello straordinario (in senso negativo), con l’attuale trend non è assolutamente scontato che il figlio di Jos possa sfoggiare il vessillo della vittoria per il quarto anno consecutivo con la squadra di Milton Keynes. La RB20 non vince da due Gran Premi e già questa è una notizia. Questione supportata dalla realistica sensazione che, la monoposto austriaca, per lo meno in questa fase della campagna agonistica 2024 non è affatto la più veloce in pista.
Parafrasando il romanzo epistolare di Gorhte, i dolori del giovane Verstappen o quantomeno la reale preoccupazione esiste eccome. Il leader del campionato di fatti, durante la partecipazione al “Festival of Speed” in quel di Goodwood, raggiunto dai microfoni dei media non ha fatto mistero che, la pressione della concorrenza, adesso fa presenza più che mai. Esiste in quanto gli avversari sono stati bravi a recuperare il gap che li separava dalla monoposto colorata blu racing sciorinato la passata stagione. Ciononostante, fedele al suo spirito combattivo, Verstappen ha accolto con piacere la ritrovata competitività degli sfidanti perché “ciò rende ogni gara una vera battaglia”.
Il giovane pluricampione della Red Bull ha spiegato di non aver ragione di pensare che le cose cambieranno nella seconda parte del mondiale. Pertanto ha ammesso di non riuscire a prevedere cosa possa succedere da qui sino al termine della stagione. Dal punto di vista dei tifosi, l’imprevedibilità del risultato finale è l’essenza stessa della competizione e proprio per questo il pilota olandese accoglie favorevolmente questo fatto: la presenza di alteri piloti in grado di poter conquistare la vittoria. Egoisticamente parlando, la maggiore distribuzione dei punti renderebbe più agevole il compito di Verstappen.
Basterebbe avere una buona continuità per vincere comunque la quarta corona. Per assurdo, il mondiale con più round nella storia della Formula 1 potrebbe essere aggiudicato al pilota con un numero di successi più limitato se messo a confronto con quello del recente biennio. Su 12 Gran Premi Verstappen ne ha conquistati 7, collezionando un solo ritiro all’inizio del mondiale in Australia. Uno zero che ha dato il la alla vittoria di Carlos Sainz per un problema patito al sistema frenante della sua RB20. Per ogni pilota ci sono 342 punti in palio potenziali (26×12 + 30, nda) da qui al termine del campionato in corso.
Se il britannico Lando Norris inizierà a capitalizzare la bontà della sua McL38, e McLaren sappiamo bene quanto abbia lavorato ultimamente per farlo, le attuali 84 lunghezze che dividono i due potrebbero divenire un margine non affatto rassicurante per l’iridato dei Paesi Bassi. Anche in questo caso le parole di Verstappen non sembrano frasi di circostanza. Si tratta infatti di uno scenario senza dubbio più che realistico che lo vedrà remare in molti round, sudare le cosiddette sette camice, in pratica, per riuscire a replicare il filotto di Sebastian Vettel nel team austriaco realizzato con Red Bull.
Autore: Roberto Cecere
Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1Tv