Verstappen non sa perdere e chi segue la F1 lo sa. E io sto cercando di fare il verso a un film western abbastanza famoso di Sergio Leone. O di parafrasarlo. Se qualcuno non sa di cosa parlo, beh… ha un problema gigantesco. Consiglio: cercatevelo e guardatevelo. Perché quel film parla tanto di F1, anche se non sembra. Ah… mi chiedevate il titolo? Pardon, lo stavo quasi dimenticando: “Il buono, il brutto e il cattivo” (1966).
Allora, direte, che c’entrano il buono e il bullo? Intanto cominciamo da qui. ll buono e il bullo, sportivamente parlando, sono le due facce complementari e inscindibili di Max Verstappen. Uno cresciuto a rudezze e asperità quasi desuete per i nostri tempi, da un padre, Jos, che doveva vedere nel figlio lo specchio migliore di se stesso. Uno cresciuto con l’istinto del killer, declinato su bolidi a 300 chilometri all’ora. Un bullo che non accetta di essere superato, anche se ha tutto da perdere. Soprattutto se ha tutto da perdere. Un maschio alfa che non accetta che qualcuno gli sbatta in faccia l’onta del sorpasso subito.
Io piuttosto che farti passare ti butto fuori. O tu mi sali sopra o non mi passi. Insomma, avete capito il tipo. È un poco la storia senza tempo della favola dello scorpione e della rana, attribuita a Esopo ma probabilmente molto più antica. Rinfresco la memoria: c’è un fiume da attraversare e si trovano vicini uno scorpione e una rana. Lo scorpione vuole un passaggio dalla rana per superare le acque. Non sapendo nuotare infatti annegherebbe. La rana: “Manco morta!”. Al che l’aracnide argomenta che non potrebbe mai pungerla perché condannerebbe anche se stesso alla morte.
La rana si fa convincere. Lo scorpione le sale sulla schiena. A metà del guado, tuttavia, la punge con il suo aculeo velenoso e mortale. La rana, mentre i due stanno per essere inghiottiti dalle acque dove troveranno la morte, chiede allo scorpione: “Perché?” Questi risponde: “Non posso farci niente, è la mia natura”. Max è uno di quelli. Non può rinnegare la sua natura di “bullo”. Però è anche uno che ha un talento unico e sopraffino per la guida al limite in F1.
Senza il secondo, il primo sarebbe stato una copia di Jos, né più né meno. Un pilota, il padre, che non è passato alla storia dell’automobile se non per l’estrema rudezza, diciamo così, e il rischio di finire flambé con una Benetton che aveva manomesso i bocchettoni della benzina per rendere il rifornimento più rapido (1994, Silverstone). A capo della scuderia in quel momento c’era Briatore. Ma torniamo a bomba. Max è una stella di prima grandezza. Uno dei più grandi. Uno che ha quel mezzo secondo nel piede a prescindere dal resto, rispetto a quasi tutti gli altri piloti.
Però è anche uno che sin dall’inizio si è dimostrato aduso a manovre al limite o oltre. E che spesso l’ha fatta franca perché considerato un talento e un fenomeno. Per manovre simili alle sue, un altro che aveva un talento assoluto ma anche l’istinto del killer e del cannibale come Schumacher ebbe i suoi belli grattacapi (vedi Jerez 1997). Quindi Max è il buono e il bullo. E le sue due nature coesistono, c’è poco da fare. E se tratta gli amici come ha trattato ieri il super amico Norris, pensate a come tratta gli altri…
Mi direte, in pista non si è amici. Vero. Ma c’è sempre un limite, giusto? Qualcuno obietterà ancora: “Norris non è molto bravo nel corpo a corpo”. Può essere. Ma vedendo e rivedendo l’incidente e le fasi precedenti, è chiaro che Max ha superato più volte il limite e che ha volutamente accompagnato Norris fuori pista all’esterno, danneggiando poi la sua e l’altra monoposto di F1 e continuando anche con la gomma andata il “duello”, quasi a voler sottolineare, sino alla fine, chi fosse il più tosto e il più duro.
E dire che nelle ultime gare e nella prima parte del gran premio austriaco di F1 e nel fine settimana avevamo visto il “bello”, cioè uno capace di estrarre da una RB20, spesso scorbutica, il massimo. Di gestire la gara. Il tutto poi vanificato da quei 3 o 4 giri davvero sopra le righe e rovinando la gara della Red Bull. Qualcuno mi ha detto, giuro, su Twitter o X, che alla fine dei conti Max ci ha pure guadagnato, in ottica mondiale. Ed è vero. Ma davvero si possono pesare i punti con la figuraccia fatta in mondovisione e in casa della Red Bull? La mia risposta la conoscete, poiché la domanda è retorica.
Per quel che riguarda la “cattiva”, inutile dire che è la Ferrari. Un team che nell’arco di poche gare è diventata da seconda a quarta forza. Prigioniera di sé stessa e di tutte le sue magagne stratificate in un gruppo che non è capace di vincere. Qualcosa di inspiegabile!? Inspiegabile se non si conoscono le dinamiche del gruppo tecnico ferrarista dal 2014 a oggi. Allora diventa tutto spiegabilissimo, chiaro, solare. Perché ci sono poche certezze nella vita. Una è che dobbiamo morire, l’altra che la Ferrari è sempre capace di peggiorare le sue auto di F1. Una brutta Ferrari. A cui siamo purtroppo abituati da troppo tempo.
Max. Voto: 4.
Per i motivi di cui sopra.
Leclerc. Voto: 5.
Della gara diciamo poco o nulla. Del fine settimana molta è sua responsabilità nel tentativo di strafare. Charles ha le doti del campione. Ma quando qualcosa va storta, allora si perde.
Sainz. Voto: 7.
Di più non si può fare con questa SF-24 che sembra la brutta copia di se stessa. Podio, terzo posto che dà ossigeno. E amen.
Vasseur e le sue ultime dichiarazioni. Voto: Binotto esci da quel corpo…
Perez. Voto: amore.
Continua così, caro Sergio! Siamo con te!
Russell. Voto: 10.
Anche trovarsi nel posto giusto al momento giusto è una dote. Chapeau.
McLaren. Voto: assicurazione sulla vita di Red Bull.
Con una monoposto così performante ma che raccoglie poi così poco in gara, Max ha assicurato il quarto titolo in carrozza. Perlomeno le gare sono più divertenti. E non è poco rispetto al mortorio targato 2023.
Cardile. Voto: buon lavoro…
Se il buongiorno si vede dal mattino, non sarà una grande perdita Cardile in Aston Martin. Porterà certamente le sue intuizioni geniali, che tanti titoli hanno fruttato a Maranello, alla “verdona” piena di pecunia, e certamente con gli stessi ottimi risultati…
Jos Verstappen vs Horner. Voto: e siamo solo all’antipasto…
Ghiaia. Voto: funziona.
E non ci voleva un genio per capirlo.
Track Limit. Voto: Davvero?
Uno dei problemi giganteschi della Fia e di ogni ente “politico” contemporaneo è la sovrabbondanza burocratica e formalistica rispetto al resto.
Come si fanno a conteggiare le uscite di piste come infrazioni se sono causate da una lotta dove, tra l’altro, si prende tempo e non lo si guadagna?
Stroll senior che rinnova Stroll junior. Voto: la notizia del secolo…
Arriva Silverstone e, manco a dirlo, sono assai preoccupato per Maranello. Speriamo che Norris ci faccia divertire…
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Oracle Red Bull Racing F1-TV