Le ali flessibili in F1 continuano a far parlare il paddock. Sappiamo che ogni piccolo dettaglio fa la differenza nella massima categoria del motorsport. Dato di fatto incontrovertibile che per forza di cose va tenuto in considerazione. L’argomento è molto interessante perché i benefici che si possono tranne sono parecchi. Ne abbiamo parlato nel mese di giugno, quando Red Bull, in difficoltà a livello tecnico, ha cercato di far chiarire la situazione dalla Federazione Internazionale. Sotto accusa Mercedes e Ferrari che, secondo la scuderia austriaca potevano essere irregolari.
La nostra redazione ha pertanto preso in esame gli on-board del Gran Premio del Canada per saperne di più. Anzi tutto bisogna fare una premessa. Ogni fine settimana di gara la FIA effettua le consuete prove di rigidità e flessibilità statiche. Quando una monoposto passa i controlli, quindi, in automatico la vettura viene dichiarata legale per il resto del fine settimana. L’esame in questione non è semplice però, in quanto è proprio durante la marcia del veicolo quando le cose cambiano. L’incidenza dell’ala varia e il livello di carico lo fa di riflesso.
All’epoca abbiamo controllato le specifiche di Mercedes, Ferrari e Red Bull. Con grande sorpresa l’accusatore aveva la vettura con le ali che flettevano di più. La nostra analisi è stata effettuata mettendo a confronto due tratti specifici del circuito nord americano: uno alta velocità di percorrenza ed un altro più lento e guidato durante la fase di cornering. Parliamo ora della W15 che mostrava una specifica di ala anteriore suddivisa in due sezioni. La porzione di maggiore dimensione era ancorata all’endplate, mentre quella più corta era fissata al muso della vettura.
Come possiamo constatare dalle immagini, le due parti dell’ala possono scorre una sull’altra poiché il punto di contatto non è fisso. La massa fluida che percorre questa sezione dell’auto produce una forza su entrambi i profili quando la velocità aumenta. Cosa succede quindi? La parte più larga si abbassa, l’area frontale dell’elemento si riduce, la resistenza diminuisce e il coefficiente di penetrazione della monoposto aumenta. In altre parole: la configurazione di equilibrio è diversa, le due porzioni dell’ala hanno la medesima incidenza e le forze si bilanciano.
Le battaglie psicologiche in F1 sono all’ordine del giorno. Gli ingegneri infatti, oltre che interessarsi delle proprie monoposto pensano pure alle altre. Questo perché, far sì che la FIA possa togliere un beneficio a un avversario, ovviamente può avvantaggiare non poco la scuderia che ha chiesto delucidazioni. La Red Bull non è più la vettura da battere e questo fatto si nota pure al di fuori della pista. Non solo nelle parole dei protagonisti davanti ai microfoni della stampa, ma bensì nell’atteggiamento generale che la squadra di Milton Keynes assume nei confronti dei diretti competitor.
La polemica scatenata sull’isola di Notre-Dame all’inizio dell’estate si è spenta in maniera rapida però. Tuttavia, secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione durante gli ultimi due appuntamenti del calendario 2024, diversi team nutrono ancora dei dubbi sulla Mercedes. Sotto traccia, la Federazione Internazionale sta continuando a monitorare il tutto. Specialmente nel fine settimana belga, abbiamo potuto osservare con in nostri occhi diversi esami realizzati all’interno del garage della FIA. Contesto che continua a “incuriosire” l’organo legislativo della F1.
A livello prestazionale, Mercedes ha realizzato un passo avanti molto grande negli ultimi due mesi. I tecnici di Brackley sono riusciti a correggere la W15 e la finestra di messa appunto della vettura si è allargata. Uno dei problemi era la sospensione posteriore. Schema push-rod che non funzionava nella maniera voluta. A margine di vari studi, il reparto dedicato alla dinamica del veicolo del team tedesco ha fatto centro e l’interazione con l’aerodinamica è divenuta decisamente più effettiva. Lo abbiamo visto in pista perché sono tre le vittorie dal Gran Premo di Inghilterra.
Mercedes però non ha nulla da nascondere. A farcelo sapere uno dei diretti interessati: Andrew Shovlin. L’ingegnere britannico chiarisce la situazione, poiché, come detto in precedenza, le ali progettate dal team tedesco hanno sempre superato le prove della Federazione Internazionale. Per tale ragione non esiste la minima preoccupazione del reparto tecnico verso eventuali ripercussioni. Il nativo di Liverpool sostiene che la FIA sta raccogliendo parecchie informazioni, ultimamente. Quella che possiamo chiamare una vera e propria raccolta dati.
L’obiettivo, in questo modo, mira alla necessità di corroborare la direttiva tecnica introdotta, per capire se risulta sufficiente per evitare “furbate”. D’altra parte, nell’arco di una stagione di F1, le diverse scuderie prendono una certa direzione per quanto concerne rigidità e flessione delle ali e, proprio per questo, la Federazione Internazionale ha il dovere di monitorare il contesto al meglio. Ecco perché ha chiesto la collaborazione dei team attraverso una trasparenza massima. Da quello che sappiamo, la FIA effettuerà una nuova tipologia di test nella seconda parte del mondiale. Attendiamo…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Mercedes AMG F1 Team – F1Tv