Antonelli e la F1, riflessioni: Il “solo” innato talento è sufficiente per accelerare la naturale crescita di uno sportivo? È una domanda che suscita diverse riflessioni. Nella massima categoria delle motorsport, sono rari i casi di piloti che hanno saltato a piè pari le categorie propedeutiche e raggiunto il successo nella classe regina. La progressiva padronanza di vetture dalle performance sempre più elevate, infatti, è una prerogativa che alcuni piloti non hanno sperimentato. Questo perché spesso sono stati catapultati direttamente in Formula 1 senza passare dal via.
In alcuni casi, l’innata velocità dei giovani ha compensato la poca esperienza, come nel caso di Kimi Raikkonen, che ha debuttato in F1 nel 2001 con “solo” 23 gare alle spalle, metà delle quali vinte. L’esempio più recente è ovviamente Max Verstappen. Parliamo di un caso eccezionale di precocità, dato che il quadro normativo è stato cambiato proprio dopo il suo debutto in Toro Rosso. Il fuoriclasse olandese, all’età di 26 anni, può vantare un’esperienza decennale nella categoria: tre titoli mondiali, 40 pole position e 61 vittorie. Tuttavia non tutte le ciambelle riescono col buco.
Diverse giovani promesse hanno pagato a caro prezzo l’ambizione di rivaleggiare con i migliori del motorsport senza la necessaria esperienza. Un esempio illustre è quello dello spagnolo Jaime Alguersuari, pilota dotato di talento che però ha pagato a duro prezzo due fattori: l’inesperienza e la lingua troppo lunga nei confronti di Helmut Marko. L’allora diciannovenne pilota iberico venne chiamato da Red Bull per sostituire Sébastien Bourdais al volante della Toro Rosso a partire dal Gran Premio d’Ungheria 2009, diventando il più giovane pilota debuttante in F1.
Alguersuari sembrava avere davanti a sé una grande carriera, ma la sua presenza nel Circus è stata incredibilmente breve: ha appeso il casco al chiodo a soli 21 anni, dopo appena tre stagioni al volante delle monoposto di Faenza. Questa premessa ci può aiutare a riflettere su uno dei tormentoni estivi che a breve si concluderà: Kimi Andrea Antonelli è davvero pronto per ereditare il sedile di Sir Lewis Hamilton? L’italiano originario di Bologna, è sufficientemente maturo per guidare una Mercedes e trovarsi in lotta con piloti decisamente più preparati di lui?
Questo scritto non intende mettere in discussione il talento di Kimi Andrea Antonelli che, nonostante la breve esperienza nel motorsport, ha già dimostrato di possederne in abbondanza. Secondo molti addetti ai lavori, il giovane pilota ha tutte le qualità necessarie per compiere il “grande salto” verso la F1. Tuttavia, per chi gestisce la carriera di un enfant prodige, prendere una decisione del genere è estremamente difficile, rappresentando spesso una sliding door nella curva di crescita di un pilota. Mercedes sta seguendo il percorso professionale di Kimi con estrema attenzione.
Il team tedesco, tramite la propria academy ha fornito tutto il supporto necessario per essere pronto nel minor tempo possibile. Nel 2024, Antonelli ha già partecipato a diverse giornate di test privati con la W13, al Red Bull Ring, a Imola e, pochi giorni fa, nell’università della F1, ovvero Spa-Francorchamps. Nonostante sia al suo primo anno in Formula 2, il talento italiano ha già mostrato sprazzi di classe, nonostante il team Prema stia vivendo una delle peggiori stagioni del recente passato. Ha vinto la sprint race in Inghilterra su pista bagnata, e ha bissato il successo nella feature race all’Hungaroring.
Ciò che infonde maggiore fiducia è che Kimi sia costantemente più veloce del suo compagno di squadra, Oliver Bearman, che ha impressionato il mondo quando è stato chiamato a sostituire Carlos Sainz nel Gran Premio dell’Arabia Saudita. Tuttavia, ciò che desta preoccupazione sono le incertezze espresse dallo stesso Antonelli, che, nonostante i primi successi in Formula 2, teme di non essere ancora pronto per misurarsi con i migliori piloti al mondo. Lui stesso ne ha fatto parole in diverse circostanza davanti ai microfoni dei media:
“Non so se sarei realmente pronto per la F1, perché sto ancora imparando molto nel mio attuale ambiente. A volte faccio qualche errore di troppo e questi dettagli sono molto importanti. Per questa ragione sto cercando di migliorare e di imparare sempre ogni volta che salgo in macchina e scendo in pista”. Se pensiamo al team principal della Mercedes, sappiamo che nelle intenzioni di Toto Wolff, Antonelli ha il potenziale per diventare ciò che Verstappen è stato e continua ad essere per la Red Bull: l’uomo al centro del programma F1 della stella a tre punte per gli anni a venire.
Considerando le ambizioni di Wolff, non c’è alcuna intenzione di compromettere la carriera di Antonelli bruciando le tappe. Tuttavia, l’addio anticipato di Hamilton e l’ingaggio di Sainz da parte della Williams hanno complicato i piani della Mercedes. Proprio come accadde con Russell, un eventuale approdo di Kimi in Williams non avrebbe attirato eccessivamente le luci dei riflettori, poiché il team di Grove non è ancora in grado di ambire a risultati rilevanti. Al contrario, essere catapultato in un team potenzialmente vincente e con l’obiettivo di salire sul podio ogni weekend, cambierebbe drasticamente la curva di crescita del giovane pilota italiano.
In un contesto del genere i suoi risultati sarebbero amplificati, sia nel bene che nel male. Paradossalmente, Antonelli potrebbe rischiare di subire cocenti sconfitte per mano di George Russell, così come Max Verstappen ha messo in difficoltà piloti di talento come Pierre Gasly e Alexander Albon. Probabilmente il matrimonio tra Antonelli e Mercedes dovrà avvenire in anticipo. Il perché è presto spiegato: nessun pilota sarebbe disposto a correre per la squadra tedesco solamente per la stagione dal 2025 in attesa di Kimi. Per di’ più l’olandese della Red Bull non sembra è un obiettivo realisticamente perseguibile, almeno nell’immediato.
Autore: Silvia Napoletano – @silvianap13
Immagini: Mercedes AMG F1 Team – F1Tv