F1, Ferrari non è stata a guardare dopo che il grande matrimonio con Adrian Newey, cosa data per certa da autorevoli testate del motorsport è di fatto saltato. Il team principal Frederic Vasseur infatti aveva un piano A e un piano B. Avere più opzioni non è, difatti, una prerogativa esclusiva degli ottimi uomini del muretto in rosso. Grazie alle nostre fonti possiamo darvi alcune notizie in esclusiva. Difficile non comprendere, almeno in parte, il perché alla fine sia stata soprattutto la Ferrari a non volere il “matrimonio dei matrimoni” sognato da generazioni di tifosi ferraristi negli ultimi 30 anni.
Il problema è tipicamente quello di un marchio unico come è appunto il Cavallino Rampante. Che mal avrebbe sopportato una presenza così ingombrante e con tante deleghe “in bianco”. A questo c’è da sommare la consueta battaglia politica intestina, che tanto ha danneggiato la gestione sportive, con continui ribaltoni, fazioni che non si parlavano/parlano, telasti contro motoristi e via discorrendo. Lo stesso Vasseur non poteva accettare un sostanziale ridimensionamento del suo ruolo, e Vigna e Elkann erano sulla stessa lunghezza d’onda.
D’altro canto, non si può biasimare neanche Newey, un genio dal curriculum impressionante che voleva/vuole avere il controllo delle future monoposto partorite dalla sua mente, e che voleva/vuole avere uomini di sua fiducia a lavorare con lui. Un rebus da “nodo gordiano”. Così Vasseur si è mosso sottotraccia per cercare un profilo che corrispondesse a diverse caratteristiche. Da quel che possiamo sapere, ecco ciò che cercava (e ha trovato) il team principal Ferrari. Soggetto da mettere a capo del reparto tecnico, a supervisionare il lavoro di tutte le aree che si dedicano allo sviluppo di un’auto di F1.
Paliamo di un soggetto di lunga esperienza, ma non invadente, attivo ma quasi “impalpabile”; un soggetto che non avrebbe messo zizzania fra i tecnici di F1 attuali, di per sé assai litigiosi per conto loro, come s’è detto, un “carattere” che non facesse troppa ombra allo stesso Vasseur (si sa quanto i TP e gli uomini Ferrari siano assai gelosi delle proprie prerogative, spesso a scapito del resto, vedi Binotto) e che fosse più malleabile di un Newey con Vigna, che alcuni dicono sin troppo presente a Maranello e di un Elkann, assai meno presente ma che vuole la firma sulle vittorie, meno sulle sconfitte.
Il puzzle, ha cominciato ad andare a posto qualche settimana fa, quando del pre-contratto si sarebbe fatta carta straccia (addio senza rancore eh!) e Newey che si sarebbe sentito ormai tentato dall’ennesima scommessa, targata Aston Martin-papa Stroll. Tuttavia, da quanto abbiamo potuto raccogliere, in realtà Adrian questa volta voleva davvero andare in Ferrari. Ma, ovviamente, forte del suo curriculum, a modo suo. Tolto questo “impiccio”, ecco che il mirabolante manager di F1, il sempre ilare Vasseur, ha cominciato a parlare di un cognome composto da cinque lettere.
E ciò ha lasciato ancora qualche speranza a molti tifosi, compreso il sottoscritto, che si trattasse proprio di Newey. Trascorsi diversi giorni s’è cominciato a pensare a Serra (anche lui cinque lettere). Ma ai più attenti non è sfuggito il fatto che Loic non ha competenze e deleghe precise per sovrintendere tutto il lavoro tecnico di un’auto, dalla nascita allo sviluppo. Qualcuno ha sussurrato Costa, ma il diretto interessato (possiamo confermarlo) avrebbe detto ad alcuni cari amici: “A Maranello non tornerò mai più!”, sottinteso: “Piuttosto mi butto già da un dirupo!” (Libera interpretazione di chi scrive).
Insomma, pareva che si brancolasse nel buio. Quando poi ecco l’illuminazione. Il tecnico perfetto era lì, almeno dal 2008. E non aspettava altro che di essere promosso al ruolo che meritava. Cinque lettere confermate, profilo perfetto. Ebbene sì. Si tratta dell’ingegnere: Nullio NULLA. Ed ecco che tutto si è incastrato alla perfezione. Ovviamente la notizia verrà data ufficialmente nel fine settimana del gran premio di Monza, come da tradizione Ferrari di lungo corso. Ci sono da limare ancora due o tre cose sul contratto, ma saranno risolte in un nulla (scusate la battuta).
Se siete arrivati sino alla fine, avrete capito che questo pezzo è un pezzo ironico/sarcastico tipicamente agostano. D’altronde, dal 2008, non ci resta… che ridere. Inoltre, dicono che la risata sia terapeutica. Anche quella amara…
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV