Ferrari ha fatto un gran casino in F1. Otto paroline che fotografano alla perfezione cosa sia successo durante gli ultimi mesi. La società però è molto contenta. Lo sostengono Frederic Vasseur e Benedetto Vigna che stillano percentuali e forniscono numeri per corroborare le proprie tesi. In effetti se guardiamo alla scorsa stagione i punti conquistati sono il doppio e la distanza dalla Red Bull è senz’altro minore. Ciononostante non si può essere raggianti quando la condizione di fondo dopo quasi di diciassette anni resta sempre la medesima: continuare a perdere senza rimedio.
C’è poi un’altra questione che va menzionata. Un fatto che va a ridimensionare completamente i recenti risultati ottenuti dalla Ferrari in F1. Ci riferiamo al paragone con la McLaren che, attualmente, si attesta come punto di riferimento della massima categoria. La scuderia britannica è partita da molto in basso durante la campagna agonistica 2023. Sino a giugno scorso, infatti, il team gigioneggiava a metà classifica lottando per andare a punti. Andrea Stella era stato molto sincero a margine dei test pre-stagionali. Aveva avvertito tutti che ci sarebbe voluto del tempo per tornare in alto.
Una promessa mantenuta però, in quanto il primo pacchetto di update ha trasformato la MCL60. Da lì in poi le vetture color papaya hanno lottato stabilmente per il podio. Norris e Piastri i protagonisti di una grande rimonta che ha portato il team alla quarta posizione finale sorpassando Aston Martin. Un risultato strepitoso che ha chiarito un fatto: con le giuste idee tecniche in F1 si può fare molto bene. E non serve Adrian Newey per andare più forte della Red Bull. Basta tenere presente il rendimento attuale della MCL38, auto capace di performare davvero alla grande.
Se riflettiamo su questi elemento riportati negli ultimi due paragrafi, forse Ferrari dovrebbe essere un po’ meno contenta. Diciamo questo perché McLaren è partita da molto lontano e, nel giro di 12 mesi all’interno del medesimo corpo normativo, ha scalato la classifica sino a raggiungere il primo posto in termini di prestazioni. Qualcosa che il Cavallino Rampante proprio non riesce a fare. Il team di Via Abetone Inferiore 4 si è perso sul più bello nel 2024. Ma quando l’aggancio alla vetta pareva oramai vicino la crisi è arrivata. Aggiornamenti che non funzionano e tanti problemi altri problemi.
Di recente abbiamo analizzato con perizia tutti i problemi della Ferrari. E non ci riferiamo al solo bouncing. Il saltellamento aerodinamico non è la causa di tutti i mali. Senza dubbio questo fenomeno ha frenato le ambizioni della rossa in F1. Su questo fattore i dubbi sono davvero pochi. Ma diversi grattacapi erano già presenti prima della Spagna e in terra catalana, senza il nuovo pavimento, i limiti della SF-24 sono emersi in maniera aggressiva. Di fatti, benché Leclerc non abbia utilizzato l’ultima versione aggiornata, l’handling della vettura italiana era tutt’altro che buono.
Ferrari ha sempre sofferto di eccesso di rotazione, caratteristica endemica della monoposto a quanto pare incurabile. Senza contate la finestra di set-up ridotta che nelle piste dove la transizione tra curve veloci e lente è fondamentale ha sempre limitato le performance. Con o senza il fondo nuovo. Per di più il livello di carico al retrotreno non è mai parso congruo. Idem la resistenza all’avanzamento. Le nuove pance rovesciate comparse al Gran Premio di Imola hanno offerto vantaggi risicati. Liberare spazio nella zona del sottosquadro serve solamente se la massa fluida è gestita al meglio.
Al contrario i problemi aumentano e il punto di lavoro corretto della F1 scompare. Non potremo mai sapere con estrema esattezza quello che è successo alla Ferrari. Solo la gestione sportiva conosce a menadito gli errori che sono stati commessi. Tuttavia il comportamento delle SF-24 in pista può spiegare le carenze della vettura. Una di queste annovera senza dubbio l’effettività degli schemi sospensivi. L’anteriore è molto solido, spesso e volentieri pure troppo. Fattore che sbilancia l’auto, in quanto il retrotreno non mostra la medesima competitività e non riesce a seguire il front-end.
Per bilanciare la piattaforma aerodinamica, quindi, si va alla ricerca di un compromesso che in automatico riduce non poco le prestazioni. La correzione al fondo presentata al Gran Premio ungherese di F1 ha funzionato a metà. Lo abbiamo constatato molto bene in Belgio, dove il saltellamento aerodinamico era presente. Sul giro secco nel T2 limitava, mentre in gara si è presentato nell’ultimo stint, quando le velocità di percorrenza sono aumentate con i serbatoi più scarichi. Elemento che ha inciso parecchio nell’ultima parte della corsa, favorendo la rimonta di Piastri e l’impossibilità di seguire il ritmo Mercedes.
La Ferrari orfana dell’ex direttore tecnico Enrico Cardile sta profondendo il massimo sforzo per aggiornare ulteriormente la SF-24. Un lavoro diretto da Diego Tondi, sul quale diverse aree sono della F1 sono in fase di modifica. Una di queste riguardano gli schemi sospensivi. Per questo sono al vaglio diversi cambi degli elementi interni che, in linea teorica, dovrebbero permettere alla rossa un rendimento migliore. L’interazione aero-meccanica è cruciale nel corpo normativo vigente e il team è convito che questi update rimetteranno la vettura sulla giusta via. Resta da capire quando…
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv