Leclerc e la Ferrari, un matrimonio in F1 che sino ad ora non ha prodotto i risultati attesi. Una regola non scritta del Motorsport, a due e quattro ruote, indica nel compagno di squadra il primo tra i rivali. Il motivo è molto semplice: chi condivide il garage con te rappresenta il termine di paragone più attendibile in merito al potenziale di un pilota, fornendo al team indicazioni precise sullo spessore dei conducente a parità di mezzo. Un esempio emblematico è il confronto interno nella scuderia di Milton Keynes, che ha logorato psicologicamente Sergio Perez.
Lo ha fatto al punto da fare sotto performare il messicano rispetto alle potenzialità dimostrate nell’arco di una lunga carriera in F1. Oltre al cronometro, nonostante i diretti interessati neghino spudoratamente la questione, quella tra i due lati del box è spesso anche una guerra psicologica. Ci riferiamo al fatto che, soprattutto quando i valori espressi sono abbastanza simili, la differenza si nota eccome a livello di tempi e non può non essere considerata specie quando in gioco non c’è nulla o quasi.
Al termine della stagione, Carlos Sainz lascerà il team di Maranello che gli ha preferito un po’ a sorpresa il sette volte campione del mondo, Sir Lewis Hamilton. Una scelta della rossa che divide anche i fan, tra coloro che ritengono che sacrificare il madrileño sia stata una decisione discutibile e la maggioranza che considera l’ingaggio dell’epta campione del mondo di F1 un’occasione irripetibile che doveva essere sfruttata a tutti i costi. In questi casi, come sempre padre tempo emetterà l’ardua sentenza, valutando se la decisione presa sarà effettiva o meno.
I quattro anni di coabitazione tra Leclerc e Sainz sono stati molto proficui per il team italiano. In questo arco temporale, la Ferrari ha dovuto fare i conti con la scarsa competitività dei progetti tecnici sfornati, che hanno coeso la coppia di piloti di rosso vestiti nel raggiungimento degli obiettivi del team piuttosto che verso i successi personali. Nelle brevi fasi di competitività del mezzo, però, sono venute a galla alcune delle velleità individuali e, con esse, diverse ruggini celate da un rapporto comunque ottimo fuori dall’abitacolo della F1 tutta rossa.
A rivelarlo è stato proprio recentemente il pilota monegasco “Ci sono stati momenti in cui, con il casco in testa, io l’ho odiato [Sainz]. Ma quest’odio è stato ricambiato. Anche lui, mentre eravamo in pista, ha avuto modo di odiarmi. Ciò nonostante, scesi dalla macchina, abbiamo sempre avuto modo di chiarire e di risolvere i battibecchi che, alcune volte, sono stati inevitabili. Alcune volte non avevamo lo stesso punto di vista, ma siamo stati sempre in grado di risolvere queste differenze”. Le parole di Leclerc paradossalmente certificano il valore di Carlos Sainz.
Il pilota iberico ha massimizzato i suoi punti di forza, compensando l’innata velocità del pilota monegasco, reggendone il confronto. Nell’immaginario collettivo, Sainz sarebbe dovuto essere il gregario di Charles, in grado di far crescere il miglior pilota cresciuto nella FDA in quelli che erano i punti di debolezza di Leclerc. Un pungolo che ben presto ha dimostrato di essere approdato in Ferrari per lottare e non per fare coaching dell’enfant prodige di Maranello. I quasi quattro anni di collaborazione sotto le insegne del Cavallino Rampante hanno dimostrato che il pilota iberico è molto più che un buon pilota.
Se la sfida con Sainz è al crepuscolo, quella con Hamilton inizierà tra pochi mesi. Leclerc è certo di non avere problemi con il pluripremiato titolato campione di Stevenage: “Ho avuto la fortuna di condividere il box con piloti con cui mi sono sempre trovato bene. Credo faccia anche parte del mio carattere. Non mi piace avere problemi e non credo di averne mai avuti”. Il tempo dirà se si tratta di frasi di circostanza, perché una delle poche certezze è che entrambi i piloti hanno un solo obiettivo. Hamilton vuole chiudere la carriera in bellezza, entrando nella leggenda del motorsport, conquistando l’ottava corona iridata.
Non differisce l’obiettivo di Leclerc per il prossimo futuro che spera di concretizzare il suo enorme talento. Il target del pilota nato a Monaco resta sempre il medesimo, quello di iscrivere il proprio nome tra i più grandi della classe regina delle motorsport. I suddetti propositi possono essere perseguiti solo se la storica scuderia di Maranello riuscirà finalmente a realizzare un progetto tecnico vincente. Altrimenti, vedremo il film già visto proposto dalla Ferrari con i “due Carlo”: collaborazione tra i due piloti più o meno buona che mira al bene supremo del team.
Autore e grafici: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari -F1Tv