F1, è “guerra” tra l’America e Liberty Media. Primo atto al via con l’indagine antitrust avviata dal dipartimento di giustizia americano. E’ notizia di questi giorni e abbastanza rumorosa, mentre la massima categoria del motorsport sonnecchia prima della ripresa post agostana: Liberty Media è infatti stata avvisata che il Dipartimento di Giustizia del governo degli Stati Uniti ha aperto un’indagine antitrust sulla gestione della richiesta di Andretti di entrare nel mondiale di F1. I proprietari della categoria, di converso, hanno garantito la loro massima collaborazione e trasparenza.
Prima di questo atto formale, giova ricordare che proprio qualche mese fa, a maggio, diversi deputati e senatori del Congresso degli Stati Uniti si erano schierati apertamente con Mario Andretti dopo che la categoria aveva formalmente rifiutato l’ingresso del prestigioso/team gruppo sportivo/industriale. Era accaduto in modo anche irrituale e con parole che trasudavano disprezzo. Nel documento redatto da Liberty Media lo scorso gennaio si dichiarava, fra le altre cose che “Il nostro processo di valutazione ha stabilito che la presenza di un’undicesima squadra non apporterebbe di per se valore al campionato”.
Oibò… Come sempre, bisogna cercare di seguire i soldi. Attualmente ci sono dieci team. Liberty Media e la F1 garantisce che una parte degli introiti (pubblicità/diritti tv, etc etc) vengano spartiti a questi 10 team con diversi criteri: vittorie, palmares storico, punti conquistati etc etc. Ferrari ha anche la “paghetta ad honorem”, legata al fatto che ha sempre partecipato alla F1 da quando esiste. E qui abbiamo scritto fiumi d’inchiostro e lasciamo perdere per questa volta. Ora, i vari accordi fra scuderie e introiti vengono regolati dal Patto della Concordia, che si rinnova ogni tot anni.
L’ultimo ha deciso che anche se entrassero nuovi team, la torta ad essi destinata resterebbe la stessa, quindi si assottiglierebbero le fette di ciascuna scuderia. E proprio per questo, già da diversi anni è stato stabilito che l’eventuale ingresso di un nuovo team aveva ed ha una pesante tassa di iscrizione proprio per compensare, diciamo così, i team attualmente del Circus della “potenziale” perdita di denaro con l’assottigliamento della fetta di cui sopra. E nonostante Andretti fosse disponibile a pagare tale mostruosa “tassa”, è stato comunque respinto.
Il motivo è appunto, sempre e solo, la pecunia, in una visione anche di breve respiro. Domenicali, da volpone navigato qual è, si è schierato con i team, il presidente della FIA è rimasto con il cerino in mano a difendere Andretti. Alcune considerazioni a margine. Uno come Bernie Ecclestone, con tutti i difetti che ha, avrebbe fatto ponti d’oro a nuovi team, e non possiamo dire che il grande vecchio non conoscesse l’arte di arricchirsi e far arricchire il giocattolo. Domenicali è per la difesa dei 10 team e dello status quo attuale. In pratica la massima categoria del motorsport non è meritocratica.
Devi essere solo stato fortunato ad esserti iscritto nel momento giusto. E se vuoi entrare, come ipotesi praticabile devi comprarti uno dei 10 team. Qualcosa di assai poco trasparente, contrario a tutte le leggi di mercato. E qui veniamo al punto. Gli americani hanno tanti difetti. D’accordo. Ma su alcune cose, che siano repubblicani o democratici, agiscono di concerto. Ad esempio nel tutelare le proprie imprese, aziende, marchi e via discorrendo, soprattutto se si ha a che fare con il territorio statunitense. Il concetto, abbastanza chiaro è il seguente:
Se volete che la F1 abbia molta visibilità da noi, non potete impedire a Andretti (team che tra l’altro ha fan in tutto il mondo), con motivi pretestuosi, di entrare nel Circus. Perché sennò ci sentiamo autorizzati a attuare ritorsioni. Non lo scrivono in questo modo, ma il concetto è proprio questo. Siamo solo all’inizio di questo nuovo round. Nel frattempo Greg Maffei, presidente e CEO di Liberty Media ha spiegato (fonte Formula Passion):
“É in corso un’indagine del dipartimento di giustizia e intendiamo collaborare pienamente, fornendo tutte le informazioni richieste. Riteniamo che la nostra decisione – e quella della F1 -, sia stata conforme a tutte le leggi antitrust statunitensi e abbiamo illustrato nei dettagli le motivazioni della respinta della domanda già in precedenza”. Mentre arrivano voci di un possibile interessamento di Andretti ad Alpine, qualcosa mi dice che la querelle tra la proprietà a stelle e strisce (tra l’altro azienda statunitense) e gli USA è appena alle battute iniziali.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Liberty Media – F1