Non ottimizzare la competitività in F1 significa perdere. Lo sa bene McLaren che, sebbene dal mese di maggio, con esattezza Gran Premio di Imola, disponga della vettura più rapida e versatile, ha letteralmente gettato alle ortiche una serie di vittorie. I fattori sono diversi e li conosciamo. Anzi tutto c’è l’aspetto esperienza. Il team di Woking navigava in acque tempestose da parecchie annate. Non era più abituata a giocarsi qualcosa di importante. Non vince un tiro piloti dal lontano 2008, quando Hamilton, all’ultima curva di Interlagos, supera Glock e si prendere in titolo strappandolo a Felipe Massa.
Per quanto concerne invece il campionato costruttori, si deve retrocedere sino alla stagione 1998, quando la coppia Mila Hakkinen e David Coulthard somma i punti sufficienti per battere la Ferrari. Sino all’anno scorso McLaren era una scuderia di F1 mediocre. Veleggiava nel midfield e lottava per arrivare nella zona punti. La svolta arriva all’inizio della scorsa estate, quando il team diretto da Andrea Stella cambia marcia e si presente con un pacchetto evolutivo che stupisce tutti. Era solo l’inizio però, in quando da quel momento in poi, la squadra britannica ha continuato a crescere raggiungendo la vetta.
Attualmente McLaren è il punto di riferimento della massima categoria del motorsport. La MCL60 è una vettura di F1 velocissima, completa, praticamente senza difetti e sopratutto molto duttile. Quindi, il quesito è il seguente? Oltre all’inesperienza cos’altro manca al team? Senza dubbio crederci. Sì… essere coscienti dei propri mezzi. Questo l’alto punto fondamentale. Durante la pausa estiva la scuderia inglese ha deliberato una nuova strategia relativa agli aggiornamenti. Arriveranno diversi update nella seconda parte della stagione, meno corposi ma più continui.
C’è poi la presa di coscienza della squadra capeggiata da Zak Brown. Oltre al discorso legato agli update, infatti, McLaren ha deciso di essere decisamente più aggressiva nelle dieci tappe rimanenti per concludere il mondiale. Si punta forte alla gara per metter otto pressione Red Bull, un team di F1 in difficoltà. In tutto questo spicca l’obiettivo: laurearsi campioni del mondo costruttori. L’anelito è oramai pubblico, sventolato ai 4 venti da tutto il team. La squadra britannica ce l’ha suo fare, perché gioca 2 contro 1 (Perez è assente) e può fare la corsa su ste stessa.
Per McLaren l’ora della verità sta per arrivare. Tante belle chiacchiere durante le ultime settimane alle quali dovranno seguire i fatti. Altri errori non sono più ammissibili. È arrivato il momento di ottimizzare il rendimento e chiudere il gap sulla Red Bull nella classifica costruttori. Il team arriva in Olanda da favorita, consapevole di avere tra le mani una vettura molto competitiva, il cui potenziale deve essere messo in evidenza il più possibile. Anche questa volta ci troveremo con almeno due o tre monoposto con un livello di prestazioni simile che si contenderanno la vittoria.
Per questo motivo, l’aspetto chiave sarà riuscire a portare fin da subito un buon setup di base in pista, poiché la costruzione della messa a punto determinerà la classifica finale. Come hanno fatto su quasi ogni pista, McLaren partirà dal massimizzare ill tratto più veloce, ovvero il primo settore. È probabile, quindi, che due due vetture di F1 color papaya adottino rigidità più elevate per limitare al massimo i movimenti del fondo, facendo lavorare la macro componente in questione il più vicino possibile alle condizioni di progetto.
McLaren ha adottato la stessa strategia tra Miami e Imola, per citare alcune gare. Il grip laterale alle alte velocità è sicuramente un loro punto forte. Mentre l’aderenza nei tratti guidati, seppur buono, non sia più un punto debole come qualche mese fa, non è ancora ottimale. Anche per questa ragione, lavorando sull’aerodinamica e su altri parametri, il team è riuscito a migliorare il grip nel lento. Di conseguenza, al momento, hanno forse il miglior bilanciamento high-to-low, il che gli permette di adattarsi meglio rispetto ai competitor alle piste che presentano diverse tipologie di curve.
La Mercedes, ad esempio, ha faticato per quasi metà campionato proprio perché non riusciva a trovare un soddisfacente bilanciamento tra il lento e il veloce. A livello aerodinamico, le MCL38 monterà l’ala posteriore di Monte-Carlo. La specifica da alto carico è utile a Zandvoort poiché, escludendo il rettilineo principale, la pista è un unico tratto guidato. A livello di velocità di punta, potrebbero dover ridurre un po’ il carico rispetto alla Red Bull, che gode ancora di maggiore efficienza. Sarà interessante vedere come la Mercedes costruirà il proprio setup e dove riuscirà a posizionarsi.
Oltre a ciò, la McLaren gode anche di un’ottima gestione degli pneumatici. Il profilo di energia prevede un impegno abbastanza severo per le gomme, specialmente dal punto di vista termico in Olanda. La situazione si aggraverà se le temperature dovessero salire durante il weekend. Tuttavia, le MCL83 riescono a trovare una buona finestra operativa per le mescole in qualifica, anche se non sempre è stato così. Durante la gara, poi, riescono a raggiungere l’agognata stabilizzazione delle temperature, cosa che molti altri team non riescono a fare.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: McLaren – F1Tv