Red Bull non ha più Newey. Il team si si appresta ad affrontare il sedicesimo round della stagione di F1 targata 2024 in evidente affanno tecnico. Non si tratta di un evento sporadico ma di una trend che oramai va avanti da troppi Gran Premi per non essere notato da tutti. Con ogni probabilità la gara di domenica scorsa in Olanda rappresenta la fotografia del ritardo tecnico della RB20 rispetto alla Mclaren. Tuttavia, almeno in Italia, la squadra di Milton Keynes potrebbe sfruttare a suo favore l’unicità di un layout dove l’efficienza aerodinamica e la potenza della power unit hanno sempre fatto la differenza.
Proprio per questo, i tecnici hanno scelto di utilizzare un carico aerodinamico al di sopra del livello ottimale. Così facendo, potendo comunque ottenere buoni riferimenti sulla speed trap grazie alla capacità del corpo vettura della RB20 nel penetrare l’aria, Red Bull pensa di poter utilizzare a proprio favore un plus di spinta verticale per alzare il rendimento della vettura austriaca nelle poche curve del tracciato brianzolo. Fattore che potrebbe essere determinante specie durante la corsa, per gestire al meglio le coperture e spingere al massimo mantenendo un passo superiore alla concorrenza.
Almeno sulla carta, i competitor della scuderia di F1 campione del mondo in carica dovrebbero essere molto vicini. McLaren parte da favorita ma non possiamo sottovalutare la Ferrari che gioca in casa con tanto di aggiornamenti. Ecco perché l’esecuzione perfetta del weekend potra fare una grande differenza tra la vittoria o la sconfitta. In realtà, Max Verstappen, con il materiale a disposizione ha come unico obiettivo quello di “marcare a uomo” il più temibile dei rivali, ovvero Lando Norris, dominatore del Gran Premio di Zandvoort e diretto inseguitore del talento di Hasselt nella classifica piloti.
La perdita di Adrian Newey è stata certamente un duro colpo per la Red Bull. Tuttavia, la correlazione tra il calo prestazionale della RB20 e le dimissioni del geniale progettista inglese è una narrazione che lo stesso fuoriclasse olandese respinge con fermezza: “Se qualcuno lascia improvvisamente la squadra e contemporaneamente si verifica un calo delle prestazioni, ciò non significa necessariamente che le due cose siano collegate. Di solito non lo sono. La macchina è sempre la stessa.” D’altronde, il progettista più conteso del Circus, alla vigilia della presentazione della vettura austriaca, era stato profetico.
Newey temeva che il progetto tecnico 2024 fosse troppo conservativo, al punto che la naturale convergenza prestazionale in un regime di continuità normativo avrebbe favorito il ritorno della concorrenza. Quando è stata svelata la monoposto del “drink team“, molti addetti ai lavori hanno pensato che le parole dell’ingegnere inglese fossero l’ennesimo tentativo di depistaggio, tanto che la Red Bull del ventennale della scuderia di Milton Keynes sembrava innovativa. Tuttavia, i timori di Newey erano fondati: le vetture di Verstappen e Perez non sono più il riferimento tecnico della categoria.
Non sapremo mai se, con il mago inglese ancora a bordo, le cose sarebbero andate diversamente. Tuttavia, Verstappen ritiene che sarebbe ingiusto chiedere al grande progettista d’oltremanica di tornare a occuparsi dei problemi della RB20. Gli accordi tra Red Bull e Newey prevedono che il designer rimanga in forza alla divisione “Advanced Technology” fino al prossimo marzo, lasciando la direzione tecnica del programma F1. Un possibile ritorno temporaneo nell’area tecnica sarebbe un segnale di sfiducia verso l’attuale establishment, che ha raccolto il testimone proprio da Adrian.
La sensazione che la direzione tecnica del team abbia perso il filo della matassa non è una supposizione. L’aggiornamento introdotto in Ungheria è stato di fatto promosso solo a metà, poiché sui tracciati ultraveloci si torna a utilizzare la specifica di base della monoposto, caratterizzata dai “bazooka” in corrispondenza dell’engine cover. Una scelta confermata anche sul velocissimo tracciato brianzolo. L’handling della RB20, evidente negli on board di Zandvoort è spesso parecchio difficile da gestire. Sottosterzo cronico che proprio non si riesce a eliminare dalla monoposto.
La seconda piazza conquistata da Verstappen in Olanda è probabilmente un risultato superiore al reale potenziale della vettura. Nonostante il cospicuo vantaggio di 70 punti su Lando Norris nella classifica piloti, il tre volte campione del mondo olandese, per la prima volta in stagione, è apparso arrendevole di fronte all’evidente inferiorità del suo mezzo meccanico. In altri tempi, il sorpasso di Norris nel suo giardino di casa sarebbe stato molto più arduo. Anche questo è un pessimo segnale per il team che sino ad ora non è stato capace di realizzare un vero e proprio passo prestazionale in avanti.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Andrea De Marco – Avens Images