In F1, l’arrivo di Vowles al timone della Williams sta cercando di risollevare lo storico team inglese da una duratura mediocrità in cui navigava da tanto, troppo tempo. Una delle scuderie più iconiche del Circus. L’ex motorsport strategy director della Mercedes, posizione che ha ricoperto per oltre quattro anni nella squadra che ha letteralmente dominato la categoria all’inizio dell’era turbo-ibrida, ha avuto la possibilità di operare in un contesto in cui i processi e le metodologie rasentavano la perfezione. Arrivato nella scuderia fondata da Sir Frank, è passato sostanzialmente dalle stelle alle stalle.
I primi cambiamenti apportati all’interno del team di Grove hanno consentito di scalare la classifica costruttori, balzando al settimo posto al termine della scorsa campagna. In molti pensavano che l’inerzia sarebbe continuata anche nel 2024; invece, la FW46 non si è finora dimostrata capace di replicare l’exploit del 2023. Secondo il team principal classe 1979, lo scorso anno c’erano numerosi problemi da sanare, e averne risolti alcuni ha dato un immediato vantaggio; tuttavia, molte delle criticità continuano a essere presenti all’interno della squadra.
Il budget cap consente certamente alle scuderie con minori risorse di rimanere in scia alle quelle più munifiche. Ciononostante, ragionando ad ampio raggio di veduta, il tetto spese impedisce di risolvere alcuni problemi legati le aree di debolezza di organizzazioni come la Williams, che non possono fare altro che programmare la risoluzione delle stesse su un arco temporale più lungo. Sul medio-lungo periodo, le idee di Vowles sono chiarissime. Per la scuderia britannica il 2026 rappresenta un appuntamento che non si può fallire, per tornare a combattere per qualcosa di più importante della zona punti.
Senza mezzi termini, l’ingegnere britannico ha spiegato che la presente stagione di F1 e quella che verrà l’anno prossimo, sono state messe in secondo piano rispetto alla campagna agonistica in cui prendere parte l’ennesima rivoluzione copernicana della massima categoria del motorsport. I cambiamenti tecnologici all’interno del team inglese avranno un impatto deleterio nell’immediato, questo è sicuro. Ma a lungo andare, non potrebbe essere altrimenti, saranno la base su cui costruire i futuri progressi e scalare la classifica per riportare in alto la Williams.
C’è però anche qualcosa che non torna nelle affermazioni di Vowles: “Siamo davvero contenti di dedicare tutto questo tempo per lavorare sul futuro e dover scendere a compromessi in questo momento?” E vi dirò la stessa cosa: sono sicuro al 100% che sia giusto, perché non voglio essere il settimo, l’ottavo o il nono. Voglio che la macchina del 2026 sia buona, mentre i competitor sono concentrati su quella delle 2024 e quella del 2025.” Queste le parole del quarantacinquenne britannico che come detto lasciano libera l’interpretazione.
Nell’ultimo meeting targato 2023 del World Motor Sport Council, la FIA ratificò il divieto di effettuare test in galleria del vento e al CFD, per quanto riguarda le vetture del 2026, sino al primo gennaio 2025. Quale tipo di lavoro in chiave futura si può effettuare senza infrangere le prescrizioni della Federazione Internazionale? Certamente Vowles è libero di ingaggiare risorse umane, acquisire tecnologie e realizzare nuove infrastrutture funzionali al progetto 2026. A questo punto delle scritto una domanda sorge spostane per cercare di risolvere un quesito curioso.
Essendo Williams un team di F1 cliente di Mercedes, di fatto non opera né sullo sviluppo delle unità di potenza turbo-ibrida di seconda generazione, né tanto meno sulla progettazione delle future monoposto caratterizzate dall’invasivo ricorso all’aerodinamica attiva. Tuttavia, l’ex strategy director delle frecce d’argento ha ammesso che una buona parte delle maestranze di Grove è dedicata al progetto 2026 in modo indiretto. Nonostante non si possa sviluppare nemmeno un item al CAD relativo ai programmi delle future monoposto, molti dipendenti sono impegnati nello sviluppo dei sistemi indispensabili per colmare il gap con la concorrenza.
Pur rimanendo all’interno dei regolamenti tecnico-sportivi, il team principal della Williams è proiettato senza dubbio al potenziamento della scuderia inglese. Condizione indispensabile per poter iniziare la progettazione dal prossimo gennaio e poter sfruttare una piattaforma tecnologica senza dubbio all’avanguardia. Probabilmente questa visione ha convinto un pilota del calibro di Carlos Sainz ad accettare il corteggiamento. Questo nonostante per lo spagnolo, almeno nell’immediato, si tratti senz’altro di un evidente passo in dietro nella sua carriera.
L’ultima considerazione dell’articolo odierno menziona un fattore importante. Sebbene sia vero che le altre scuderie sono impegnato anche nei progetti attuali e a quello del 2025, attualmente molte possiedono già molte delle strutture che mancano alla Williams. Senza contare che le squadre più preparate, benché il budget cup valga anche per loro, se sono dove sono è proprio perché hanno dimostrato di fare un utilizzo migliore delle risorse a disposizione. James Vowles è ottimista ed è giusto così. Tuttavia, pensare che nel 2026 il team inglese possa lottare al vertice appare al momento assai complicato.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Williams – F1 Team