Antonelli arriva in F1 grazie alla Mercedes. Oramai la notizia è ufficiale da tempo. Chiariamo subito una questione per evitare equivoci, lontani dall’ipocrisia: Prendere Max Verstappen sarebbe stato decisamente meglio, ma nonostante la corte spietata che Wolff ha fatto verso l’olandese, nulla è cambiato. Toto non ha trovato nessun pertugio per inserirsi e rompere il legame tra Red Bull e il talento di Hasselt. Questa è la verità, perché la scuderia tedesca ha tentato in tutti i modi di prendere il tre volte campione del mondo, offrendo la possibilità di soddisfare qualsiasi sua richiesta.
L’operazione di convincimento non è andata a buon fine, sebbene l’obbiettivo di portare Max a Brackley non sia ancora sfumato del tutto per gli anni a venire. Anche Carlos Sainz era disponibile, e a nostro avviso, ragionandoci su, il ferrarista sarebbe stata un’opzione molto saggia. Un pilota molto rapido, intelligente e uomo squadra il madrileño, specie se adeguatamente supportato. Spesso sottovalutato dalla Ferrari che ha deciso di sostituirlo con Sir Lewis Hamilton, Sainz poteva essere la scelta ideale per Mercedes, formando con George Russell una coppia di piloti davvero interessante.
Ma conosciamo bene Wolff. Essere austriaco non gli ha mai impedito di dare libero sfogo ai suoi istinti. È un passionale il co-proprietario della Mercedes, e la decisione di affidare una vettura di F1 a un super rookie ne è la dimostrazione. Kimi ha messo in piazza davvero tanto talento nelle categorie propedeutiche, ma come sappiamo il dono innato di un pilota non basta senza la giusta esperienza. Il bagaglio tecnico di Antonelli nella massima categoria del motorsport è praticamente nullo. Questo va detto. Ha partecipato a una sola sessione ufficiale, la settimana scorsa a Monza.
L’incidente nelle prime libere del Gran Premio di Monza è poco rilevante. Tutti sbattono, persino i più esperti. Figuriamoci chi sale per la prima volta su una vettura di F1 in un contesto ufficiale. Il punto non è questo. La questione interessante, in questo caso, riguarda la capacità dell’italiano di fare quadrato e crescere il più rapidamente possibile durante la prossima stagione. Sebbene abbia tutte le potenzialità per diventare un pilota completo occorre tempo, per commettere altri errori che lo renderanno più solido. Deve costruirsi una base di competenze, insomma.
Non ci sono dubbi sul fatto che Kimi abbia dimostrato di avere grande determinazione. Lo ha fatto vedere sino ad ora nella sua breve carriera, e anche in F1 abbiamo apprezzato le sue doti a bordo della W15. Prima di scendere in pista sul tracciato brianzolo durante il weekend italiano, Kimi aveva già avuto l’opportunità di guidare una Mercedes. Tuttavia farlo in condizioni di test privati, con la pista libera e senza pressioni eccessive è ben diverso rispetto a una sessione ufficiale come le Fp1, dove è necessario considerare molteplici fattori e controllare costantemente gli specchietti.
Antonelli non ha perso tempo. Se l’esperienza è ancora da costruire, a livello tecnico ha già dimostrato di non risentire del peso dei suoi soli diciotto anni. Nei pochi minuti prima dell’incidente, di fatti, il giovane pilota bolognese ha spinto la vettura senza alcun timore reverenziale. Per analizzare le sue prestazioni a Monza ci affidiamo alla telemetria. Nel confronto che segue, prendiamo in esame il suo giro antecedente all’errore commesso alla Parabolica, paragonandolo a quello del sette volte campione del mondo Lewis Hamilton.
Osservando il grafico, notiamo tre frecce verdi che evidenziano le velocità di percorrenza della W15 guidata da Antonelli. Nel giro esaminato, Kimi affronta le curve con una notevole dose di fiducia, portando molta velocità a centro curva senza alcun timore. Rispetto a Hamilton, quindi, si mostra più rapido di 4 km/h alla Roggia, 12 km/h alla Lesmo e addirittura 14 km/h alla Variante Ascari, dove la velocità massima registrata in qualifica è stata di 194 km/h, appena 4 km/h in meno rispetto al suo secondo giro a bordo della Mercedes numero 12.
Le frecce rosse, invece, mettono in evidenza le difficoltà di Kimi nell’essere tempestivo sul pedale dell’acceleratore, ritardando quindi il così detto “full gas“. Per una valutazione onesta bisogna considerare alcuni fattori: la pista era ancora “green” al suo secondo giro, e Hamilton, grazie alla sua esperienza, ha gestito la situazione con più cautela, evitando rischi superflui. Antonelli, d’altra parte, stava cercando di esplorare il limite della W15, e ciò dimostra che stava andando davvero forte.
Nella successiva immagine, confrontiamo due giri di Antonelli: quello in cui ha perso il controllo del retrotreno all’ingresso della Alboreto (traccia azzurra) e la tornata precedente (traccia bianca). Dopo un solo passaggio, Kimi aveva già guadagnato molta fiducia, affrontando la Roggia e l’Ascari con maggiore sicurezza. Lo ha fatto staccando più tardi e accelerando prima per godere di una fase di trazione migliore. Tuttavia, questa sicurezza è stata pagata a caro prezzo alla Parabolica, dove ha tentato di portare più (troppa) velocità a centro curva, esagerando e perdendo il controllo.
Questi confronti sottolineano quanto detto all’inizio dell’articolo. Il talento del giovane bolognese è innegabile, così come il coraggio di scendere in pista con gli altri piloti e spingere subito al massimo. Tuttavia ciò che manca è l’esperienza e una certa cautela nel non voler anticipare i tempi. La voglia di sorprendere e dimostrare che la scelta su di lui è stata quella giusta può portare a errori. Mercedes dovrà essere particolarmente abile nella gestione di questo pilota, sia per il bene di Antonelli sia per quello del team. Dovrà insegnargli a ottimizzare il rendimento e a mantenere la calma in situazioni critiche.
Sarà sicuramente molto interessante vedere Kimi all’opera durante il prossimo campionato, che anticipa l’entrata in vigore del nuovo regolamento. Mondiale dove, aa quanto sappiamo, Mercedes non ha alcuna intenzione di recitare un ruolo marginale. Al contrario, l’obiettivo è quello di correggere la base dell’attuale vettura per puntare a entrambi i titoli mondiali. Se così sarà, per un rookie come Antonelli, avere a disposizione un’auto molto competitiva in F1 sarà un’opportunità preziosa per la sua carriera, ance se la pressione sarà certamente molto più alta rispetto a quella di guidare una Haas.
Autori e grafici: Zander Arcari – @berrageiz – Marco Iurlandino
Immagini: Mercedes AMG F1 Team – F1Tv