F1 e ATR due concetti che vanno discussi. Indipendentemente dall’esito finale, l’attuale stagione ha già stabilito un primato assoluto. Mai, nella storia ultra decennale della massima categoria del motorsport, ben quattro team erano riusciti a vincere più di due gare nello stesso campionato. Dal punto di vista meramente statistico, questo dato potrebbe suggerire il raggiungimento della tanto agognata “convergenza prestazionale”. Effetto della stabilità normativa, al netto di alcune direttive tecniche formulate dalla Federazione Internazionale.
In realtà, l’attuale campagna agonistica di F1 è stata caratterizzata da un’alternanza delle gerarchie in pista senza precedenti, segnata da cicliche fasi di dominio tecnico. Ciononostante, da diverso tempo McLaren sembra essere diventata il punto di riferimento della categoria. Solo gravi errori umani e circostanze sfavorevoli hanno impedito alla scuderia di Woking di raccogliere i frutti di una supremazia tecnica evidente. Il recupero prestazionale nel 2024 del team inglese, sommato a quello di Ferrari e Mercedes nei confronti di Red Bull è sotto gli occhi di tutti.
Uno scenario del tutto impronosticabile sino al Gran Premio della Cina. L’assenza di gerarchie ben definite rende molto complessi gli esercizi predittivi. Senza dubbio, a partire da Miami, la McL38 ha dimostrato di essere complessivamente il progetto tecnico più competitivo e duttile; tuttavia, i picchi di prestazione di Mercedes e Ferrari in alcuni round hanno permesso loro di prevalere sulle monoposto color papaya. Alla vigilia del Gran Premio di Baku, qualsiasi pronostico rischia di essere clamorosamente smentito. Meglio attendere e vedere cosa succede.
In tale contesto in continua evoluzione, il regolamento che disciplina le restrizioni sugli Aero Test (ATR, ndr) si sta dimostrando uno strumento inefficace. Nella primavera del 2020, il Consiglio Mondiale della FIA regolamentò l’utilizzo delle gallerie del vento e dei software di fluidodinamica (CFD) introducendo una sorta di “balance of performance”. L’ATR (Aerodynamic Testing Regulation) è un sistema ad handicap che norma l’utilizzo di infrastrutture fisiche e software secondo uno schema inversamente proporzionale alla classifica costruttori.
La percentuale di utilizzo di queste risorse viene assegnata dinamicamente, in sei finestre temporali, nell’arco dell’annata solare. A livello aerodinamico, l’anno è stato diviso in Aerodynamic Testing Periods (ATP), ciascuno composto da circa otto settimane, in cui è possibile effettuare un massimo di quaranta run, intesi come attività in galleria del vento. A ogni team viene assegnata un’indennità in base alla propria posizione nel campionato costruttori rispetto al precedente periodo di osservazione (ATP), con variazioni (positive o negative) del 5%.
La quarta finestra temporale della stagione inizia a luglio, con l’azzeramento delle assegnazioni in base alla posizione nel campionato costruttori al 30 giugno, e si conclude a dicembre. Nell’ultimo ATP della stagione 2024, quindi, la storica scuderia McLaren avrà un importante vantaggio rispetto a Red Bull e Ferrari in termini di utilizzo della galleria del vento e sul numero di “CFD Items”. Un beneficio che il team inglese ha tutta l’intenzione di far pesare nel resto del campionato, dove la possibilità di lottare per ambedue le classifiche iridate è più che una speranza.
In relazione all’effettiva competitività delle monoposto, tale sistema ad handicap si dimostra inefficace in un contesto di riferimento fortemente dinamico. Mentre nelle passate stagioni la superiorità tecnica di Red Bull ha consentito ai rivali di disporre di una maggiore percentuale di Aero Test, l’alternanza dei valori in pista che ha caratterizzato sinora la campagna 2024, offre alla “lepre” McLaren la possibilità di accrescere la propria superiorità. Questo paradosso, è dovuto al fatto che l’impianto normativo si basa sulla classifica del mondiale costruttori e non sull’effettiva competitività delle monoposto.
Il razionale di riferimento è un dato quantitativo piuttosto che qualitativo. Il rischio concreto è quello di fornire un vantaggio ai team che, a dispetto della classifica, rappresentano il riferimento tecnico della categoria. Questa “falla” nel regolamento sportivo della F1 è emersa in tutta la sua inefficacia solo grazie a una stagione molto particolare come quella in corso. Un provvedimento efficace potrebbe essere quello di rimodulare gli ATR non sulla classifica costruttori a partire dall’inizio della stagione, ma sulla classifica parziale del precedente periodo di riferimento.
Emblematico in tal senso il ruolino di marcia dei team nella campagna europea della F1, iniziata dal Gran Premio di Imola (con la pausa per il Gran Premio del Canada storicamente incastonato nella stagione europea) e terminata a Monza con la splendida vittoria della Ferrari davanti al pubblico amico per mano del monegasco Charles Leclerc. Il team McLaren è di gran lunga la scuderia che ha raccolto più punti, specie nel confronto diretto con Red Bull. Attraverso questo punto di vista le Aerodynamic Testing Restriction (ATR)(ATR) appaiano chiaramente uno strumento anacronistico.
Autore e grafici: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv