Il mondiale di F1 anche per la Ferrari è entrato nell’ultimo terzo della stagione. I restanti otto Gran Premi, saranno fondamentali non solo per i team impegnati nella corsa per i titoli piloti e costruttori 2024. Mai come in questo mondiale lo sviluppo delle monoposto rappresenterà un investimento per la prossima campagna. Il 2025 sarà l’ultimo campionato con l’attuale quadro normativo, prima dell’ennesima rivoluzione tecnica che, come sappiamo, sarà caratterizzata dall’ampio ricorso all’aerodinamica attiva e dai propulsori turbo-ibridi di seconda generazione.
Come lasciato intendere dai team principal delle varie scuderie di F1, dal prossimo gennaio la quasi totalità delle squadre destinerà un numero importante di ingegneri al progetto 2026. Non potrebbe essere altrimenti d’altronde. Interpellati sull’argomento, gli addetti ai lavori ci hanno confermato che i progetti tecnici della prossima stagione non saranno altro che “normali” evoluzioni delle attuali monoposto. Il motivo è abbastanza semplice e al medesimo tempo intuitivo: i team non intendono stravolgere i propri progetti rischiando di fare un vero e proprio salto nel vuoto.
Pertanto, è lecito attendersi che le squadre sviluppino le vetture sino al termine della stagione attuale. pur di disporre di una piattaforma solida e affidabile come punto di partenza per la realizzazione del prossimo progetto tecnico. Le dimissioni di Enrico Cardile, ex direttore tecnico del Cavallino Rampante, potrebbero rappresentare una criticità nel percorso di progettazione della Ferrari 677. È bene ricordare che, di fatti, in regime di continuità normativa, la progettazione della monoposto 2025 è iniziata quasi parallelamente allo sviluppo della SF-24.
In linea di principio generale, il processo di creazione di una nuova monoposto di F1 inizia con il disegno progettuale. Parliamo di una fase del progetto tecnico, in cui vengono svolte molteplici attività che, a loro volta, per saper gestire al meglio la situazione, vengono suddivise tra diversi team di lavoro costituiti da centinaia di persone. Tutto ha inizio con la definizione, da parte dei progettisti senior, dei principi base attorno ai quali sarà creata la nuova vettura F1. Ci riferiamo, per fare un esempio e intenderci al meglio, ai tipi di schemi sospensivo che si intendono utilizzare o al weelbase (passo) dell’auto.
Una volta consolidati nella loro totalità i concetti di base, il percorso di sviluppo si divide in varie strade. Percorsi che, ovviamente, devono essere capaci di interagire tra loro al elogio delle possibilità. I reparti lavorano su sospensioni, impianto idraulico, trasmissione, materiali compositi, ed elettronica. Ognuna di queste divisioni possiede al proprio interno un gruppo dedicato ai test, virtuali e fisici, delle singole componenti. Prove che vengono quindi progressivamente affinate, sino a essere definitivamente approvate e “rilasciate” per proseguire alle fasi successive.
Va precisato che, il ruolo che Enrico Cardile ricopriva alla Ferrari, non era operativo ma di raccordo tra le varie divisioni della GES. A questo punto sorge spontanea una domanda: in quale fase del processo di definizione del progetto 677 sono sopraggiunte le dimissioni con effetto immediato del direttore tecnico italiano? Durante l’interregno di Vasseur, che ha assunto il ruolo di DT facente funzione, i gruppi di lavoro hanno operato senza intoppi, o l’uscita del tecnico di Arezzo ha rallentato la definizione della prossima monoposto?
Secondo la nostra opinione, le dimissioni di Cardile hanno colto di sorpresa il Cavallino Rampante. L’ingegnere italiano era stato nominato direttore tecnico della storica scuderia modenese all’inizio della stagione e nulla lasciava intendere una sua “dipartita tecnica” dal team di Maranello prima del tempo. È quindi necessario ripercorrere gli eventi per comprendere come la loro sequenza abbia influito sulle dimissioni del tecnico italiano. In primavera sembrava che l’ingaggio di Adrian Newey in Ferrari fosse cosa fatta, con tanto di pre-contratto. Queste le info delle maggiori testate mondiali che seguono la F1.
Con il senno di poi, le dimissioni del direttore tecnico della squadra modenese non sono affatto dipese dall’arrivo del geniale progettista, dato che i due tecnici saranno prossimamente colleghi in Aston Martin. L’arrivo di Loic Serra è stato il vero motivo del malessere di Cardile, che ha realizzato di avere assunto la direzione tecnica solo ad interim, in attesa che scadesse il gardening dell’ingegnere francese. Le dimissioni con effetto immediato dell’ingegnere aretino hanno di fatto reso impossibile alcun passaggio di consegne tra il tecnico italiano e il manager ex Mercedes.
Teoricamente, in qualità di dirigente, Cardile avrebbe dovuto fornire un preavviso di almeno due mesi. Ciò non implica che lo sviluppo del progetto 677 si sia fermato, ma nel mandato Binotto, la rossa ha già pagato le conseguenze dell’uscita di un direttore tecnico che non ha lasciato “istruzioni” riguardo al progetto che supervisionava. Una dinamica che ha avuto dolorose conseguenze nella passata stagione. La speranza è che il navigato manager transalpino sappia raccogliere il testimone da Cardile, riuscendo a compensare con la sua esperienza un passaggio di consegne in realtà mai avvenuto.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv