Si è parlato di parecchie cose in questo mondiale di F1, e la Ferrari è sempre sulla bocca di tutti. Non potrebbe essere altrimenti, per il suo nome e tutto ciò che ne consegue. Non importa se lotta per vincere, se perde, se arriva a metà classifica o se inanella figuracce multiple per una comunicazione evidentemente fuorviante. Resta il fatto che della rossa ne parlano tutti, in Italia e nel resto del mondo. Fa sempre notizia, insomma, qualsiasi cosa accada. Un dato di fatto incontrovertibile che continua a essere presente dagli anni ’50, quando la rossa scendeva in pista per sfidare i suoi avversari.
La Ferrari è il team che ha vinto di più in F1. Dal primo Gran Premio disputato nel 1950 a Monte Carlo, con 75 stagioni di F1 all’attivo, nelle quali sono scesi in pista 88 diversi modelli di vettura e 112 piloti differenti, ha partecipato a 1.092 gare (116 le “non partecipazioni” per problemi tecnici). Il Cavallino Rampante ha collezionato 246 vittorie, 252 pole position, 262 giri veloci, 821 podi e 86 doppiette. In totale, ha conquistato 10.113 punti, con una media di 9,26 pt. per GP e 134,84 pt. per stagione. Sono 631.261 i km percorsi in 123.257 giri, di cui 15.888, ossia 82.386 km, in testa a una gara.
Numeri da capogiro che proiettano la rossa nell’Olimpo. Tuttavia, se prendiamo in esame la Mercedes, scopriamo che in percentuale ha fatto decisamente meglio della Ferrari. Il team tedesco, considerando la sua presenza in F1 negli anni ’50 e il ritorno dal 2010, in sole 17 stagioni ha collezionato 128 vittorie, 139 pole position, 109 giri veloci, 296 podi e 59 doppiette. In totale ha conquistato 7.551,50 punti. Ciò che colpisce sono le medie: 24,28 pt. per GP e 441,21 pt. per stagione. Sono 184.591 i km percorsi in 35.887 giri, di cui 7.255, ossia 37.929 km, in testa a una gara.
Red Bull entra ufficialmente nella massima categoria nel 2005. Il team austriaco ha collezionato 120 vittorie, 103 pole position, 98 giri veloci, 279 podi e 31 doppiette. In totale ha conquistato 7.723 punti. Anche in questo caso, i numeri relativi alle medie fanno riflettere, specie se confrontati con quelli della Ferrari, considerando le 20 stagioni all’attivo di F1: 19,96 pt. per GP e 386,15 pt. per stagione. Sono 208.977 i km percorsi in 41.432 giri, di cui 6.955, ossia 34.787 km, in testa a una gara. Come per Mercedes, i dati confermano un fatto: il team di Maranello ha vinto di più, grazie anche al numero maggiore di Gran Premi disputati.
I dati in F1 non lasciano il tempo che trovano. Al contrario sottolineano il lavoro di una scuderia durante la propria esistenza. Il team italiano ha vinto 16 campionati costruttori e 15 piloti. Per quanto riguarda Mercedes sono 8 i titoli costruttori e 7 quelli piloti. Mentre Red Bull vanta 6 trofei del migliore nella tabella dei costruttori e 9 in quella dedicata a chi guida. Per questo possiamo dire che, analizzando la storia delle tre squadre prese in esame, Mercedes e Red Bull sono state decisamente più brave della Ferrari. Abbiamo tenuto volutamente per ultima la McLaren. Ne parleremo a breve.
Prima di tutto, pensiamo un attimo alla campagna agonistica in corso, dove la rossa ha mostrato ancora una volta scarsa affidabilità. Basti pensare ai vari problemi sofferti dalle due monoposto durante le prove libere e, soprattutto, al “bellissimo” weekend del Canada, dove la numero 16 è stata costretta al ritiro dopo una tiritera di mezzo Gran Premio abbondante, durante la quale i tecnici di Maranello hanno cercato di azzerare un errore sulla power unit senza riuscirci. Senza dimenticare l’anti-stall in Austria nella Q3, che ha fatto spegnere la vettura e ha fatto perdere a Leclerc l’ultimo tentativo utile.
Nel computo totale del mondiale, va senz’altro menzionato il problema relativo agli aggiornamenti. Ancora una volta, la Ferrari perde la strada giusta e, proprio sul più bello, produce un aggiornamento errato che di fatto distrugge tutte le speranze del team. Ci vorranno più di due mesi per “riparare” la situazione, un lasso di tempo in cui le performance delle monoposto italiane lasciano alquanto a desiderare. Dopo la pausa estiva, le SF-24 tornano in carreggiata tramite la correzione al fondo e l’ultimo aggiornamento relativo all’ala anteriore, che attende conferme, così come il pavimento, in quel di Austin.
Possiamo anche parlare delle strategie, argomento sempre attuale per il team di F1 con sede in Via Abetone Inferiore 4. Sebbene si sia visto qualche passo avanti, non sono mancate le gare in cui le tattiche hanno prodotto scenari negativi. Una questione che quindi deve ancora essere risolta. C’è poi un altro tema che fa storcere il naso: riguarda la “comunicazione veicolata” della Ferrari. Quando i problemi si presentano, vige sempre un’aura di mistero. Menzioniamo i grattacapi del Canada (power unit) e Austria (anti-stall), sino ad arrivare alla questione delle termocoperte a Singapore.
Le risposte certe non arrivano mai e si tende a nascondere l’accaduto o persino a camuffarlo. Anche i comunicati sono particolari, come quello riguardante l’uscita di scena di Enrico Cardile, avvenuta dal nulla, senza preavviso. Il direttore tecnico della Ferrari lascia la squadra che profonde uno “sforzo immane” per scrivere quattro parole in croce, dove, anche in questo caso, non si spiega assolutamente nulla. E va bene così. Il quadro è questo, nel quale potremmo anche menzionare la presunzione di non prendere Newey perché “il gruppo è più importante” oppure perché “un solo uomo non fa la differenza“.
Torniamo a McLaren. Il team di Woking ha trascorso molto più tempo in F1 rispetto a Mercedes e Red Bull. Non arriva alle presenze della Ferrari, ma senza dubbio ci si avvicina molto. McLaren ha all’attivo 963 Gran Premi disputati in 59 stagioni. In questo lasso di tempo ha ottenuto 188 vittorie, 161 pole position, 170 giri veloci, 521 podi e 49 doppiette. Parliamo di 6.807,50 punti conquistati, con una media di 7,06 pt. per GP e 115,38 pt. per stagione. Sono 494.747 i km percorsi in 102.309 giri, di cui 11.029, ossia 52.698 km, in testa a una gara. L’albo dei titoli recita 8 costruttori e 12 piloti.
McLaren ha fatto un peggio della Ferrari considerando la media complessiva. Tuttavia, da un anno e mezzo a questa parte, ha messo assieme una progressione fulminante all’interno del medesimo corpo normativo. Qualcosa che, evidentemente, la Ferrari non è riuscita a fare. Per questo, ora, il team britannico possiede la vettura più rapida della griglia:MCL38, che possiamo definire il punto di riferimento tecnico. Ciononostante, la scuderia ha sprecato questo vantaggio nel mondiale piloti. Norris ha guadagnato un solo punto su Verstappen in quattro mesi abbondanti. Una miseria.
Ma quello che disturba di più, il fatto che fa letteralmente imbestialire i tifosi della rossa è un’altra questione. Nel momento in cui Red Bull scivola in una “depressione tecnica” con tanto di abbandono storico del suo faro, Adrian Newey, il titolo iridato relativo ai costruttori andrà nella mani della McLaren. Dopo anni di dominio Mercedes seguiti dall’egemonia Red Bull, Ferrari si fa “fottere allegramente” da una scuderia che, sino all’estate scorsa, lottava per arrivare nella zona punti. Uno smacco, uno dei tanti subiti nella storia, che purtroppo resterà per sempre nella mente tifosi…
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari –