La Ferrari ha commesso errori anche nella stagione di F1 2024. Se non lo avesse fatto, il risultato avrebbe potuto essere diverso? La risposta è chiaramente ipotetica ma, osservando la progressione della campagna agonistica, è altamente probabile che la scuderia di Maranello, in questo momento del campionato, avrebbe potuto essere in corsa per ambedue i titoli iridati. Per i tifosi accettare questo fatto è difficile, ma la possibilità che Ferrari fosse realmente competitiva era concreta, specie considerando le occasioni sprecate e gli sviluppi erronei che ne hanno compromesso il rendimento.
In F1 come nella vita gli sbagli si pagano. Nella massima categoria del motorsport non c’è spazio per le indecisioni e ogni piccolo dettaglio può marcare una grande differenza. Le ultime due frasi racchiudono una marea di banalità che però, evidentemente, ancora una volta Ferrari ha sottovalutato. Viene da chiedersi come sia possibile commettere sempre i medesimi sbagli. Reiterare nell’errore senza trovare soluzioni non parla bene di una scuderia. L’articolo non vuole attaccare la rossa, ma purtroppo i fatti evidenti recitano quanto detto. Ne più, ne meno.
Le scuse stanno a zero quando ti chiami Ferrari. “Al team di Maranello non manca nulla per vincere“. Quante volte avete ascoltato questa frase che, in pratica, sostiene come una scuderia così prestigiosa dovrebbe avere tutti mezzi per farcela. Sebbene venga ripetuta da anni in milioni di discorsi è sbagliata. Se alla rossa, difatti, non fosse servito niente di più di quello che già possiede, sarebbe davanti a tutti. Se così non è il motivo è chiaro: alcuni fattori fondamentali per “galleggiare” al top dell’onda mancano. Pensare il contrario non si può. Chi lo fa mente a se stesso.
La storica scuderia italiana di F1 sa bene cosa non ha funzionato durante la stagione in corso. Alcune cose le commenta davanti ai media, altre le accenna mentre talune le tiene per se. Anche questo è normale all’interno di un mondo pieno di squali pronto a criticare e gettare fango sul lavoro svolto. Un aspetto la Ferrari ha però deciso di condividerlo a livello pubblico. Forse perché essendo così evidente avrebbe fatto brutta figura a non dirlo. Ci riferiamo alla mancata correlazione tra i mezzi utilizzati nel campo virtuale e la pista. Una questione spinosa che ha limitato il rendimento.
In più di un’occasione, anche quest’anno, Ferrari ha affermato che il nesso tra simulatore e la realtà era ottimale. In parte senza dubbio è stato così. Ne abbiamo già parlato. Il team ha tirato via parecchia ruggine da dosso durante gli ultimi mesi e rispetto allo scorso campionato le cose sono cambiate. I numeri stanno lì a confermarlo. Tuttavia la rotazione continua del personale apicale non ha aiutato. La stabilità non c’è stata, sotto questo punto di vista. Purtroppo era una situazione prevista però, in quanto l’epurazione era necessaria per ripulire la mente del Cavallino Rampante.
Diversi tecnici hanno abbandonato Maranello, altri sono arrivati. Per capire se le mosse realizzate siano corrette ci vuole tempo. Lasciamo lavorare chi adesso si trova dentro e smettiamo di pensare a chi non c’è più. Dal passato si apprende, ma cercare di cambiarlo non ha senso. Non si può. Si tratta di costruire il presente e gettare le basi per un futuro migliore. Questo sta facendo Vasseur oramai da tempo. Leclerc crede che le soluzioni prese in tal senso abbiano segnato positivamente la Ferrari. Lo sostiene perché nota una netta differenza.
Ogni singolo individuo è stato valutato. Chi è rimasto, quindi, è stato messo nelle migliori condizioni che potessero farlo rendere al massimo. Questo era l’obiettivo. Estrarre il top da ogni singolo collaboratore è una delle doti principali di Fred. Così come creare un certo equilibrio tra i vari elementi. Vasseur sa mantenere alto il morale della truppa quando le cose non vanno e al medesimo tempo, sa spegnere facili entusiasmi per una vittoria di tappa o un weekend dove si ci sente soddisfatti del lavoro realizzato. Emotivamente è molto “piatto”, elemento che concorre a mantenere la concentrazione.
Proprio per questa ragione la fiducia di Charles verso il team principal della Ferrari è altissima. Il francese crede fortemente nella squadra e, secondo le sue stesse parole, è proprio per questo che il matrimonio tra Ferrari e Adrian non è andato in porto. Non sapremo mai se trattasi di verità o mera strategia per camuffare un ingaggio mancato. “Non è un singolo a cambiare le sorti di una scuderia“, questa la frase con cui Fred “sminuisce” l’ipotetico apporto del genio di Stratford Upon Avon. Forse avrà pure ragione il transalpino. D’altra parte, Newey, voleva tutta la sua squadra a riporto.
“Forse un giorno troveremo un punto d’intesa“, altra dichiarazione di Vasseur che non troverà conferme nel futuro. Sì perché Newey si lega all’Aston Martin per almeno un lustro e se le cose andranno come devono (nulla ci fa pensare che non sia così, scartabellando il passato dell’inglese), difficilmente la possibilità di vederlo a Maranello ci sarà ancora. Mai dire mai, ok. Tuttavia le chances sono oramai ridotte al lumicino considerando l’età del britannico. E quindi? Chi se ne frega… questo il messaggio tra le righe di Vasseur pensando al domani della rossa.
Un futuro dove però le cose devono andare in maniera differente, perché lodare il suo operato come ha fatto il monegasco e continuare a perdere non serve a nulla. Al contrario renderebbe le parole di Charles fuori luogo. Oltre al presente che pensa al futuro c’è pure l’attualità legata alla competizione 2024. Ancora otto corse. 200 punti da distribuire. 208 se aggiungiamo il giro veloce, 272 se sommiamo le tre rimanenti Sprint Race. Far parte della lotta nei costruttori non costa nulla e forse, restare il lizza sino termine pur non vincendo, sarebbe la dimostrazione migliore che qualcosa è cambiato per davvero.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv