Analisi Tecnica

Mini DRS McLaren: Red Bull vince reclamo, Ferrari assente ingiustificata

Ferrari è stata a guardare, Red Bull no. Il mini DRS della McLaren, dopo giorni di aspre polemiche è stato attenzionato dalla Federazione Internazionale che finalmente ha agito. La nota emessa ieri dall’organo federale non era altro che la “pezza” d’appoggio per agire nei confronti della scuderia di Woking. Secondo quanto trapela in queste ore, la FIA, su reclamo della squadra di Milton Keynes, ha chiesto al team leader del campionato costruttori di modificare l’ala posteriore a medio-basso carico che, nello scorso weekend, ha alimentato grandi sospetti al punto da essere etichettata come “Mini DRS”.

Occorre precisare che questo tipo di ala posteriore sarebbe stata utilizzata solo nel prossimo round di Las Vegas, che, in ragione della geometria del circuito, richiede una configurazione a medio-basso carico aerodinamico. Eppure, sino a ieri, McLaren ostentava tranquillità. Rob Marshall, direttore tecnico del team inglese, aveva spiegato che il loro lavoro è stato sempre svolto a stretto contatto con la Federazione Internazionale per quanto concerne la regolarità su ogni area della monoposto. L’esperto ingegnere ex Red Bull aveva classificato l’irritazione della concorrenza come una normale reazione dei rivali.

la flessione dell’ala posteriore sulla McLaren MCL38 – GP Baku 2024

Il tutto a fronte della crescita esponenziale della McL38, perché da sempre i team di F1 controllano le rispettive monoposto e quelle dei competitor. Insomma, la tranquillità del manager della McLaren non lasciava presagire azioni da parte dell’ente legislativo e regolatore della categoria. Tuttavia, già al termine delle prime prove libere del Gran Premio di Singapore, Christian Horner ha confidato che l’ala posteriore utilizzata sulla MCL38 a Baku non sarebbe stata più utilizzata. Un’affermazione pronunciata con il sorriso di chi sa di aver “vinto” una piccola ma significativa battaglia politica.

F1, Mini DRS McLaren: l’immobilismo Ferrari stride rispetto all’intraprendenza Red Bull

Purtroppo, occorre sottolineare che la Federazione Internazionale non ha agito su propria iniziativa, nonostante la soluzione sviluppata dalla scuderia di Woking fosse troppo palese per non essere investigata. Alla fine, è stato necessario il reclamo del team Red Bull che, al di là dell’involuzione tecnica, non ci sta a perdere la sfida mondiale che si deciderà sui dettagli. È altrettanto palese che McLaren non sia il miglior pacchetto tecnico grazie all’ala posteriore usata in Azerbaigian, ma bensì perché si tratta del miglior progetto tecnico della categoria.

Se la ricostruzione della faccenda che circola in queste ore corrisponde al vero, sarebbe l’ennesima occasione sprecata dalla Scuderia Ferrari per far valere il suo peso politico. A questo punto ci si domanda, e pensiamo che possa essere lecito come quesito, se ancora esista questo peso politico o se, dopo la faccenda power unit 2020, sia definitivamente seppellito. Digressione a parte alla fine della fiera, come si suol dire, se qualcosa cambierà davvero sarà solo merito del team campione del mondo di F1 in carica che, invece di polemizzato come la Ferrari di fronte ai microfoni, ha sottoposto un reclamo ufficiale.

Frederic Vasseur, team principal della storica Scuderia Ferrari

La rossa è stata la vittima della soluzione bandita dalla FIA, in quanto la velocità della McLaren di Piastri, nel lungo segmento a tutto gas del circuito di Baku, non ha offerto la possibilità a Leclerc di effettuare una decisa manovra di sorpasso nei confronti del giovane pilota australiano. Per l’ennesima volta, il team di Maranello ha taciuto nelle sedi che contano, esprimendo la propria irritazione solo in sedi inutili (ai microfoni dei media, nda). Red Bull crede fermamente nella conquista di entrambi i titoli mondiali e non lascia nulla al caso, anche se ormai da diversi mesi non dispone della miglior monoposto del lotto.

Anche lo storico team modenese è coinvolto nella lotta per la conquista del titolo costruttori e per tale ragione appare incomprensibile l’immobilismo del management della Ferrari. Mentre Red Bull alle parole ha fatto seguire i fatti e la Federazione Internazionale ha dovuto, giocoforza, reagire rispetto a una soluzione tecnica che rischiava di essere replicata dalla concorrenza o addirittura estremizzata. Insomma, era necessario mettere un freno alla spregiudicatezza dei progettisti di F1, ma senza la presa di posizione ufficiale di un top team, la polemica rischiava di essere fine a se stessa.

Autore: Zander Arcari – @berrageiz 

Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv

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