Mercedes chiude il 18° round della F1 senza grosse soddisfazioni. A Singapore la W15 recita il ruolo di quarta forza, al di là dei risultati ottenuti. Sì, perché McLaren, Red Bull e Ferrari avevano più ritmo, sia in qualifica che in gara. Dopo la pausa estiva, il team di Brackley ha perso nuovamente terreno. La scuderia tedesca non è più riuscita a ottimizzare il set-up della monoposto, aspetto che le aveva conferito grandissima competitività in piena estate, accaparrandosi 3 vittorie ravvicinate. Per di più, anche a livello strategico, le cose non stanno funzionando come dovrebbero.
Montare le Pirelli a banda rossa sulla vettura di Lewis Hamilton comportava un chiaro anelito: sfruttare l’extra grip della Soft per recuperare delle posizioni in partenza. Purtroppo, però, così non è stato e, inoltre, considerando il ciclo di vita decisamente più corto di questo compound, il sette volte campione del mondo di F1 ha sofferto parecchio. Mossa che ha costretto il team a una sosta parecchio anticipata. Il futuro ferrarista non sapeva come gestire la situazione. Sebbene il cambio gomme fosse necessario, “pittare” così presto ha messo ulteriormente nei guai il pilota originario di Stevenage.
Il traffico nel quale si è ritrovato ha fatto sì che le sue coperture non siano state amministrate a dovere. Tante lamentele in radio per una tattica che ha fatto tutto tranne che funzionare e, di fatto, ha ottenuto l’effetto contrario a quello desiderato. Wolff ha recitato un netto mea culpa. La strategia sul Re Nero nasce da un preciso briefing dove hanno partecipato i vari componenti del team. Una scelta “comune”, per essere chiari, dove pertanto la colpa va condivisa. Toto sottolinea poi un altro aspetto: con una vettura semplicemente più lenta non è che si potesse poi fare tanto di più.
Per quanto riguarda Russell, la scuderia di F1 che per il Gran Premio di Singapore è scesa in pista con una livrea speciale, omaggio allo storico main sponsor Petronas che accompagna le vetture tedesche dal ritorno nella massima categoria nel 2010, ha scelto di tardare la sosta diversificando la strategia. Decisione che, guardando il risultato finale, ha comunque pagato. Leclerc è rimasto dietro cona la Ferrari e, sebbene non sia un grande traguardo per Mercedes arrivare davanti a un’auto che partiva in nona posizione, tenendo presente il rendimento della W15 a Marina Bay, era l’obiettivo massimo raggiungibile.
Sono ormai settimane che Lewis Hamilton parla degli aggiornamenti durante i fine settimana di gara. Secondo l’esperienza del pilota britannico, infatti, fino a che Mercedes non porterà alcuni correttivi alla vettura, le cose non cambieranno. Non sono parole buttate lì per caso, magari per far capire che non è sua la colpa se il rendimento recentemente sciorinato non è quello atteso. Russell, senza dubbio, ha un atteggiamento differente in tal senso. È più uomo squadra e cerca sempre e comunque di portare il suo team il più in alto possibile, in ogni sessione.
Tuttavia anche lui è dello stesso parere, in quanto l’ultima versione del fondo non ha funzionato a dovere, tanto che il team è dovuto tornare sui suoi passi. Parliamo di una macro componente cruciale per la stabilità della vettura e per offrire lo stesso livello di carico in ogni condizione di marcia. Questo è uno dei punti dove il team tedesco ha faticato, peraltro perdendo il corretto punto di lavoro della monoposto grigia e intarsiata di nero. La capacità di gestire l’equilibrio che regola le wing car è molto sottile, e non riuscirci significa perdere parecchio terreno rispetto ai diretti competitor.
Le fortune della W15, che tanto bene ha figurato tra luglio e agosto, erano legate principalmente alla capacità di ottimizzare la messa a punto dell’auto nel compromesso tra “high e low speed corner”. Per riuscirci serve una forte comprensione della propria vettura, che possa stabilizzare la piattaforma aerodinamica al meglio. Mercedes sta lavorando senza dubbio, e la pausa di tre settimane concederà alla squadra il tempo necessario per finalizzare gli aggiornamenti previsti per il Gran Premio degli Stati Uniti. Una pista, Austin, dove sarà più semplice validare le nuove componenti.
Oltre al nuovo fondo, pare che Mercedes stia lavorando su altre componenti della vettura. Secondo quanto appreso, parliamo di “minor update” che però potrebbero contribuire in modo significativo al rendimento della W15. Ferrari ha portato con successo una nuova ala anteriore durante l’ultimo round, componente fondamentale per una vettura di F1, in quanto è la prima parte dell’auto che “disciplina” i flussi che la investono. Anche il team di Brackley pare stia lavorando proprio su questo elemento, che di fatto, tra le sue funzioni, si incarica di indirizzare la massa fluida verso l’imboccatura del pavimento.
Resta poi la curiosità di capire se la prossima versione del fondo Mercedes continuerà a sfruttare un’idea della Red Bull. La volontà, in attesa di conferme, dovrebbe considerare una correzione sulla specifica presentata in Belgio e poi scartata, per cercare appunto di limare la sensibilità del pavimento alle variazioni di altezza da terra durante la marcia della vettura. I tecnici capeggiati dall’ex Ferrari James Allison vogliono inoltre fornire alla W15 la capacità di estrarre il fluido in maniera più efficace e, contestualmente, alzare il livello di carico globale del fondo.
Altro elemento da rivedere riguarda il diffusore, dove il ritocco al camber ha lasciato perplessi gli aerodinamici della Mercedes quando la W15 è scesa in pista. In questo caso si cercherà la conformazione adatta che possa accelerare i flussi localmente, sempre per la solita ragione: alzare il livello di downforce generato da questa componente. Attendiamo gli sviluppi che almeno sulla carta dovranno fornire uno step in avanti fattuale, l’ultimo della campagna agonistica in corso. Dopodiché, gli sforzi profusi prenderanno un’unica direzione: il prossimo mondiale.
Autore e grafiche: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Mercedes AMG F1 Team – F1TV