Formula 1

Sainz, la statistica che affossa gli ex Ferrari

Al termine della pausa autunnale, Sainz disputerà le ultime sei gare in Ferrari. Il pilota spagnolo, da Abu Dhabi in poi penserà alla sua nuova avventura in Williams. Per il madrileno un downgrade non indifferente: purtroppo la squadra di Grove, storica nello schieramento della F1, non è più in voga da tantissimi anni. Gli inglesi stanno provando a risalire la classifica, ma la strada è ancora lunga e tortuosa.

Per Carlos dunque, le prossime sei gare saranno le ultime in un top team, quantomeno nel breve-medio termine: il fatto che sia stato snobbato da Red Bull e Mercedes, mette Sainz in una posizione certamente non di privilegio per il resto della sua carriera. I contatti con le due squadre non sono mancati, ma ci si domanda come mai le trattative non siano andate a buon fine.

Carlos Sainz (Ferrari) si prepara a salire sulla sua SF-24 – Gp Singapore 2024

Forse lo spagnolo ha preteso troppo? Magari l’ha tirata per le lunghe? Difficilmente avremo una risposta a questi interrogativi, così come non sapremo mai, probabilmente, del mancato accordo con Audi: i tedeschi non sono certamente partiti nel miglior modo possibile, e il rimpasto degli ultimi mesi agevola i dubbi in merito alla competitività della casa dei Quattro Anelli a partire dal 2026 con l’arrivo del nuovo regolamento tecnico.

Sainz, le restanti sei gare in Ferrari come ultima occasione di vittoria?

Insomma, il futuro di Sainz in F1 non sembra propriamente roseo: il pilota spagnolo ha spiazzato tutti, accettando la corte di Vowles e della Williams, per quanto scritto nel precedente paragrafo. Contro il prosieguo della sua carriera c’è anche una statistica non propriamente positiva per quei piloti che hanno lasciato la Ferrari per continuare in altre scuderie.

Prendiamo in esame quanto sottolineato dai colleghi di The Race: partendo dal 1996, ovvero da quando a Maranello è iniziata l’era di Michael Schumacher, soltanto due piloti sono riusciti a vincere un Gran Premio di F1 una volta lasciata la Scuderia del Cavallino Rampante, stiamo parlando di Rubens Barrichello e Kimi Raikkonen, entrambi con due successi all’attivo.

Kimi Raikkonen esulta dopo la vittoria del Gran Premio degli Stati Uniti 2018

Per quanto riguarda il pilota brasiliano, il tutto avvenne nella magica annata 2009 con la Brawn GP, trionfando a Valencia e Monza, nel periodo nel quale Jenson Button, suo compagno di squadra e campione del mondo a fine anno cercava di gestire il vantaggio accumulato nelle prime gare della stagione. Rubinho si è dovuto arrendere, ma quantomeno ha sfatato un tabù non indifferente.

Per quel che concerne invece Raikkonen, campione con la Ferrari nel 2007, parliamo delle due affermazioni avute con la Lotus ad Abu Dhabi 2012 e Australia 2013. Il fatto che poi Kimi sia tornato a Maranello non vuol dire nulla, perché comunque è riuscito “nell’impresa” di vincere con un team diverso dal Cavallino dopo averlo lasciato. Tutti gli altri, a cominciare dal grande Schumacher, passando per Alonso, Massa e Vettel, senza dimenticare ovviamente Irvine, non hanno mai assaporato il gusto del gradino più alto del podio una volta che hanno visto chiudersi alle loro spalle i cancelli di Maranello.

Carlos Sainz (Ferrari) nel giovedì di Singapore

La sensazione è che Sainz si sia accordato con la Williams in attesa di qualcosa di più sostanzioso, come magari la Mercedes, Red Bull, o perché no, anche McLaren e che al momento non potevano garantirgli un sedile. Carlos si sta preparando al meglio per le ultime sei gare in Ferrari, sia fisicamente che, soprattutto, mentalmente, anche perché in lui alberga la consapevolezza di avere, molto probabilmente, le ultime occasioni di vincere una gara in F1 in tutta la sua carriera.


Autore: Andrea Bovone

Immagini: Scuderia Ferrari

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