Verstappen fa girare le balle alla F1. Quanto accaduto a motori spenti nel weekend di Singapore è stato surreale. L’ammenda inflitta a Verstappen per il linguaggio scurrile utilizzato nella conferenza stampa riservata ai piloti ha suscitato diverse reazioni. I colleghi del campione del mondo olandese si sono unanimemente schierati a favore di Max, ritenendo sproporzionata la sanzione per il linguaggio adottato che, seppur colorito, non era altro che un appellativo rivolto alla sua monoposto e non a una persona. Molto chiaro al riguardo è stato il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton.
Il futuro ferrarista, infatti, ha ammesso che se gli fosse stata inflitta la punizione comminata all’olandese l’avrebbe certamente disattesa. Il pugno duro utilizzato da Mohammed Ben Sulayem ha come obiettivo quello di offrire un contenuto privo di volgarità, nel momento in cui la popolarità della categoria ha raggiunto il suo apice, specie nelle fasce di età più giovani. I piloti devono essere modelli comportamentali dentro e fuori l’abitacolo, soprattutto per le nuove generazioni. Il problema è appunto il “dover essere”, che di fatto va a “mutilare” la libertà di condotta e di espressione.
La questione è molto più ampia di una parolaccia proferita in conferenza stampa, in quanto pretende di limitare il modo di esprimersi, seppur discutibile, dei protagonisti dello show. La condotta verbale riguarda tutti gli addetti ai lavori, compresi i rappresentanti dei team. Lo scorso anno, Toto Wolff e Frederic Vasseur subirono un richiamo formale dai commissari sportivi nel weekend di Las Vegas, il tutto per aver utilizzato un linguaggio inappropriato in relazione alla nota vicenda del tombino non sigillato correttamente. Aspetto che provocò seri danni alla Ferrari di Carlos Sainz.
Quella in atto è una vera e propria “inversione a U” perpetrata dalla F1 e dalla Federazione Internazionale. Per spiegarci meglio ci basta riflettere sul passato. Per diversi anni, su Max Verstappen è stato cucito una sorta di personaggio. Il pilota sbruffone e ribelle che poteva permettersi tutto o quasi, al punto da etichettarlo con il soprannome di “Mad Max“, sia per la condotta in pista che per il linguaggio crudo dentro e fuori il cockpit. Improvvisamente, però, questo personaggio è divenuto assai scomodo per uno uno sport globale come la classe regina del motorsport.
La F1 ha deciso che non può più permettersi, nel fuoriclasse olandese, un campione dal linguaggio non propriamente “oxfordiano“. Il fatto è che il talento di Hasselt, diversamente da quanto si possa pensare non è stato costruito in laboratorio e il suo modo d’essere è sempre risultato spontaneo e mai artefatto, nel bene e nel male. Il “caso Verstappen” ha creato una crepa molto netta tra l’olandese e la FIA. In modo intelligente e al tempo stesso provocatorio, Verstappen si è espresso a monosillabi nelle conferenze stampa successive, lasciando intendere di non voler parlare troppo per non incorrere in altre assurde sanzioni.
L’attuale campione del mondo in carica si è poi concesso ai media esternamente alle aree gestite dalla Federazione Internazionale. Un vero e proprio modus operandi che potrebbe creare un precedente nel mondo comunicativo della F1 moderna. Diciamo questo perché, utilizzando una “precisa tattica”, d’ora in avanti un pilota potrebbe sentirsi libero di rivolgersi ai media senza contenere le proprie emozioni, senza correre correre il rischio di utilizzare un linguaggio difforme rispetto a quello desiderato dalla “santa inquisizione federale”. La nostra è più di un’ipotesi, secondo quello appreso.
La sorta di “embargo volontario”, realizzato nella conferenza stampa da Verstappen lo scorso weekend, secondo fonti vicine al leader del mondiale, potrebbe essere un atteggiamento che verrà reiterato da Max durante le ultime sei gare della campagna agonistica in corso. Tra le altre cose, a confermarlo è indirettamente lo stesso Christian Horner. Il team principal Red Bull ha detto che non conosce la quantità di parole utilizzate dall’olandese in conferenza stampa, presumendo che d’ora in poi saranno davvero risicate. Il britannico lo difende, inoltre, ricordano che tuttavia si tratta di un pilota che non è nemmeno madre lingua inglese.
Verstappen ha decisamente altre cose a cui pensare, al momento. Sebbene resti in cima alla classifica mondiale del piloti, non può permettersi la benché minima distrazione o eventuali cali di tensione. Questo perché deve necessariamente indirizzare ogni singola particella delle sue energie mentali in pista, nel tiratissimo finale di stagione. La quarta corona iridata è in pericolo grazie alla competitività della McLaren, emersa in modo prepotente nel fine settimana asiatico. Senza contare che Red Bull crede ancora al titolo costruttori. “Mad Max” non piace più alla FIA e la situazione pare sia alquanto reciproca…
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1Tv