Ormai da più di un decennio, in F1 la gestione dei motori è diventata fondamentale nell’arco di una stagione. Sin da quando si è passati ai V8 nel lontano 2006, il regolamento è stato man mano sempre più restrittivo in tal senso, fino ad arrivare addirittura all’utilizzo di tre propulsori per stagione senza incombere in penalità. Quest’anno il numero è tornato a quattro, viste le 24 gare da disputare.
Una situazione che negli anni non è mai stata digerita benissimo più dagli addetti ai lavori che dai team, i quali hanno sempre accettato qualsiasi nuova norma da parte della FIA senza battere troppo ciglio. Obiettivamente, questa gara continua verso il risparmio, quantomeno per chi scrive, non è mai andata giù volentieri, anzi è un boccone amaro che spesso si fa a fatica e inghiottire.
Insomma, si rimpiangono un po’ quei tempi con il motore da qualifica, quello che dovevi spremere per un paio di giri e poi andava buttato. Spreco, evidentemente, in un mondo che va sempre più verso il sostenibile, un qualcosa che da quando esistono le power unit, ovvero dal 2014, siamo stati costretti ad accettare. Bene, tutto bellissimo, green e quant’altro, ma forse un po’ in controtendenza con l’essenza della F1, che pian piano probabilmente è svanita.
Dall’altra parte però non possiamo che confermare come questo sport, adesso, sia comunque molto avvincente, quantomeno in questa stagione. Certo, se dovessimo rifarci al 2023, allora sai che sonno, ma evidentemente questa Formula 1 volta al risparmio in pista, in tutti i sensi, va bene, e fin quando sarà così attraente e accattivante per promoter e pubblico, guai a cambiare.
Il tema dell’utilizzo delle power unit in F1 è stato dibattuto anche piuttosto recentemente. A conferma di come le squadre siano comunque favorevoli ad avere un numero abbastanza risicato di propulsori a disposizione per ogni stagione senza andare in penalità, abbiamo le parole di due esponenti dei team, come Frederic Vasseur, capo della Ferrari, e il suo collega della Williams, James Vowles.
“Guardando alla situazione attuale, dopo tutte queste gare pochi piloti hanno preso penalità solo per migliorare le prestazioni future – ha detto il francese a capo del Cavallino -. La maggior parte sta cercando di completare la stagione con quattro motori. Non è un problema. Si tratta di gestire le circostanze, come incidenti o problemi tecnici, ma il limite di quattro motori è corretto”.
Eppure la Scuderia di Maranello nelle prime stagioni con questo nuovo regolamento tecnico, quindi 2022 e 2023 ha avuto grossi problemi di affidabilità: nello scorso campionato addirittura, Charles Leclerc è andato in penalità già alla seconda gara per la sostituzione della Centralina, e quindi tutta la power unit ne subiva le conseguenze. Questo però non sposta più di tanto Vasseur, evidentemente la comfort zone piace a tutti.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’ex Mercedes, il quale fa un ragionamento che obiettivamente trova poche pecche: “L’ultima penalità per il motore, se non sbaglio, è stata quella di Lewis Hamilton. Prima di allora, una delle Alpine ha avuto un problema diverso. Quando ti trovi a lottare nelle ultime posizioni, è come tirare i dadi, sperimentando set-up completamente diversi per vedere se riesci a fare la differenza. Con quattro motori a disposizione, si nota che le vetture cercano sempre di mantenere la posizione, il che dimostra che la situazione è accettabile. Se ti trovi nelle ultime posizioni in classifica, devi provare qualcosa di diverso”.
Più che altro quindi, chi va in penalità al giorno d’oggi lo fa per cambiare l’assetto della vettura in regime di parco chiuso (altro aborto regolamentare, nda), e quindi sono più che altro le piccole squadre a fare questi tentativi estremi per cercare una rimonta che altrimenti sarebbe impossibile stando ai dati raccolti. La strada è già tracciata da anni, può non piacere, e sicuramente tanti continueranno a non tollerare certe penalità, ormai dettate più da problemi di team che per errori dei piloti, ma tant’è…
Autore: Andrea Bovone
Immagini: FIA – F1 – Scuderia Ferrari – Williams Racing