McLaren ha la vettura di F1 più competitiva. Il dato di fatto è incontrovertibile. Purtroppo però, spesso il team britannico non riesce a ottimizzare in fine settimana di gara. In Messico l’ennesimo esempio, dove l’esecuzione peretta del un Gran Premio poteva portare alla doppietta. E invece Piastri si è incaponito nella, ha esagerato, e con una MCL38 sotto il culo non è riuscito a passare il taglio. Errore da pivello, inaccettabile. Molto meglio Lando Norris. Ma pure nel suo caso, fare meglio di Verstappen in qualifica era l’obiettivo minimo,. Mossa che avrebbe permesso un primo sinint differente.
Oltre al mondiale piloti che alla fine dei conti è divenuta quasi un’utopia considerando i punti, anche nella classifica dedicata ai costruttori le cose si fanno difficili. Ferrari sa superato Red Bull e si è messa in scia alla squadra di Woking. Tre vittorie nelle ultime 3 gare, per la rossa, fotografano al meglio lo stato di forma della SF-24. E allora McLaren deve darsi da fare, perché seguendo questo trend potrebbe pure restare a bocca asciutta. Andrea Stella predica calma e non si dice preoccupato. Idem Zack Brown. Forse dovrebbero esserlo per due ragioni.
La prima riguarda la Ferrari, così in palla che potrebbe mettere in seria difficoltà McLaren nei restanti appuntamenti iridati di F1. La seconda è Max Verstappen, che malgrado stia soffrendo parecchio a bordo della sua Red Bull RB20, ha dato prova di non mollare il colpo. Quando vede il color papaya Max è come un toro inferocito. Un contatto fatale con la sua monoposto e relativo zero nella casella dei punti, infatti, potrebbe aiutare e non poco il Cavallino Rampante che questo mondiale lo vuole vincere. Senza ulteriori preamboli passiamo all’analisi tecnica della MCL38 in versione Brasile.
Interlagos, con il suo mix di curve lente, veloci e rettilinei, richiede una vettura versatile in grado di gestire variazioni di pendenza e cambi di direzione con stabilità. McLaren arriva al Gran Premio del Brasile in una fase di transizione: dopo un periodo di forma estremamente positivo, la squadra inglese ha perso un po’ di slancio. McLaren ha lavorato molto intensamente per essere competitiva in una pista come quello di San Paolo, dove i riscontri cronometrici sono spesso molto ravvicinati. L’obiettivo è perdere meno di otto punti per gara sulla Ferrari e aggiudicarsi il titolo iridato.
In Messico sono arrivate indicazioni rilevanti sullo stato attuale della MCL38, e in Brasile il team, è chiamato a tradurre queste informazioni in un preciso set-up. Il circuito è tortuoso richiederà il massimo alla vettura britannica per restare competitiva in una griglia compatta. Lo scorso la vettura si adattò molto bene. Norris ottenne la pole nella Sprint Race, dimostrando che la MCL60 era in grado di esprimersi in modo competitivo. I punti di forza includevano buone velocità di punta, che permisero di guadagnare terreno su Red Bull, nonostante un certo deficit intenzionale di carico aerodinamico.
In confronto alla SF-23, la McLaren soffriva meno nei tratti tecnici, ma anche quest’anno sarà fondamentale trovare il giusto compromesso nella messa a punto. Il team si affidò parecchio al carico “pulito” prodotto dal gruppo fondo-diffusore, cosa che in parte farà anche il Cavallino Rampante quest’anno, grazie a una macro componente che funziona decisamente meglio. La sfida tecnica sarà trovare un bilanciamento ottimale tra carico e grip meccanico. La MCL38 e la SF-24 si trovano su livelli simili, e in parte la differenza si giocherà proprio sulle regolazioni di tecnici e piloti.
Mentre il team di Maranello bilancia di più con l’aderenza meccanica, McLaren tende a far lavorare la piattaforma aerodinamica per ottenere efficienza. Ci riferiamo ad un fattore tecnico riscontrato anche lo scorso fine settimana di gara, in centro America, dove la monoposto inglese ha mostrato una configurazione più centrata sullo sviluppo della spinta verticale. Sarà davvero una bella battaglia tra questi due team di fatto, non dimentichiamolo, hanno superato il livello di competitività della Red Bull.
Interlagos richiede grande impegno in inserimento nelle curve lente. Per fare un esempio ci riferiamo alla prima chicane, dove le wing car di F1 decelerano drasticamente sino a circa 110 km/h. In questo punto del tracciato, il front-end delle auto deve essere il più stabile possibili, in modo da permettere un inserimento preciso e ben bilanciato. La ragione è semplice: nell’approccio all’apice c’è un cambio di pendenza che caratterizza questa parte del circuito. Avere un buon trasferimento di carico aiuterà a mantenere il grip laterale nelle sezioni più lente, garantendo stabilità e agilità.
Tra le curve 8 e 10, la necessità d aderenza meccanica risulta elevata. Il tratto presente diverse frenate in combinato e con un certo grado di trail braking, che portano al limite il posteriore della monoposto. La stabilità del retrotreno sarà cruciale per fornite ai piloti la confidenza necessaria a spingere. Un elemento che implica una gestione attenta della resistenza al rollio. Un assetto più morbido, per avere una maggiore escursione della cassa veicolo (e quindi della piattaforma aerodinamica), sarebbe ideale per migliorare il grip nelle curve strette nella pista sudamericana.
Tuttavia, questo fattore potrebbe rendere il fondo più instabile in altre aree, richiedendo quindi un compromesso maggiore. McLaren ha dimostrato di avere una buona flessibilità di set-up, come visto in Messico, dove è stata mediamente competitiva in tutti i settori. Nelle curve ad alta velocità come la 4, 5, 6 e 7, così come alla 11 e 12, il carico aerodinamico è fondamentale per la performance, ma considerando l’importanza di mantenere buone velocità di punta, il team punterà all’efficienza aerodinamica estrapolando quando più downforce dal pavimento.
Per quanto concerne le configurazioni degli schemi sospensivi, la scuderia di F1 in testa al mondiale costruttori dovrebbe adottare un’approccio mediamente più rigida. L’intento sarà quello di assicurare tanta stabilità nelle curve veloci e, al contempo, permettere un bilanciamento ottimale della piattaforma. Ci aspettiamo di vedere la MCL38 con un livello di carico medio-alto. Una scelta che consente di mantenere velocità di punta competitive, come già avvenuto lo scorso anno, e contestualmente offre la possibilità di minimizzare le perdite nei tratti più guidati del circuito.
Autori e grafiche: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: McLaren – F1Tv