McLaren ci sta riflettendo ancora. Eccoci qua, scavalcata da meno di 24 ore la gara di F1 Austin, a tirare le somme di ciò che il GP degli Stati Uniti ci ha lasciato. Qualcosa di straordinario a dir poco. Una gara emozionante letteralmente dominata dalla Ferrari, nessuna lamentela da aggiungere (gara sprint a parte). Charles Leclerc sembrava, come dire, danzare sulla pista e Carlos Sainz batteva fedelmente la sua strada. Certo che mette i brividi vedere una rossa che non sbaglia nulla, dato come ci ha abituati, almeno nell’ultimo periodo. Una DOPPIA soddisfazione.
Certo, non per tutti è andata allo stesso modo. Ad alcuni la gita fuori porta in America ha senz’altro lasciato l’amaro in bocca. E come potrebbe non essere così, quando sei considerata la più veloce del campionato e passi dal giocarti due titoli mondiali a rischiare di perdere anche l’unico portato finora a casa? Una McLaren che alle qualifiche fa pole con Lando Norris, come è accaduto in alcune delle ultime gare, e che poi getta tutto quanto alle ortiche, facendosi superare dalle due Ferrari e anche dal campione in carica Max Verstappen (e qui chiaramente le polemiche non sono mancate).
È che proprio non ce la fa… Norris non è nuovo a questo meccanismo degradante e controproducente che va avanti ormai da settimane. Diciamo che le domande che già ci si era posti in passato risuonano come un’eco nella mente. Il pilota inglese di F1 classe ‘99 sembra non riuscire ad amministrare la pressione. Lui è lì, ha la possibilità di prendere e mantenere la prima posizione e poi, puntualmente, spesso la perde. Scherzosamente sui canali social ho parlato di una sorta di “bustarella” donata direttamente da casa Red Bull al buon Lando che ne prende atto. E permettetemi lo humor…
McLaren ne ha spesso più di tutti e oltre ad aggiudicarsi il mondiale costruttori potrebbe stare alle calcagna di Max in quello piloti. E invece continua a sprecare risultati agevolando il gioco dei diretti avversari. Il fatto è che abbiamo assistito a un tracollo della RB20 dal mese di aprile, per non parlare del disastroso Perez. La nave Red Bull ha fatto acqua da tutte le parti considerando da dove e partita. Eppure Norris difficilmente ha approfittato della situazione per trarne vantaggio quando la soluzione era servita, come si suol dire, su un piatto d’argento, e questo proprio non ce lo spieghiamo.
C’è da dire però che almeno lui un tentativo, per quanto fallimentare, lo ha fatto. Di Oscar Piastri non abbiamo quasi nemmeno sentito parlare, volendo essere cattivelli. L’australiano chiude alle spalle del compagno di squadra senza alcun guizzo particolare. Anche da lui, in un momento come questo, ci si aspetterebbe qualcosa in più. Che spiegazioni sceglie di darsi in merito alla situazione della sua squadra Lando? Beh, diciamo che continua a tenere su la sua maschera ben salda. E continua a dire che lui ci prova, ha le sue strategie, cerca di anticipare Max e Charles, peccato che lo faccia dalla prima posizione.
Al via termina con il favorire non solo il pilota in prima linea con lui, ma anche le due Ferrari, che si avviano fieramente all’epilogo che tutti noi conosciamo, e scivolando in una quarta posizione ben poco dignitosa, non sale sul podio, lo guarda soltanto. Per alleggerire la tensione, diciamo che nell’ultimo periodo l’unica possibilità che ha la giovane promessa di ritrovarsi primo in una gara è di essere l’ultimo a effettuare il pit-stop. L’unico tentativo lo vediamo sul diretto avversario Verstappen, che non aspettava nient’altro che giocare la sua intera gara di F1 su di lui.
Agli ultimi giri vediamo ecco la difesa serrata da parte di Max e un Norris che gli sta alle calcagna. Poi, dopo un lungo andare, ecco che arriva il sorpasso, ma dura poco. Lando riceve cinque secondi di penalità che lo accompagnano direttamente alle spalle del pilota Red Bull. Fatto seguiti da non poche polemiche. Non sta a noi giudicare l’accaduto. Senza dubbio le parti hanno pareri assai differenti. Contrari a dire la verità. E pazienza se ancora una volta a perdere è il britannico, perché sembra proprio questo l’atteggiamento che mostra con il linguaggio del corpo.
Il team principal Andrea Stella non resta in silenzio di fronte alla questione che lo riguarda più da vicino. A detta sua, gli steward sono intervenuti in modo repentino, mentre avrebbero dovuto prendersi tutto il tempo necessario per riflettere, specialmente di fronte a situazioni così delicate. È chiaro che per l’ex ingegnere della Ferrari, entrambi i piloti sono usciti fuori dalla pista e hanno ottenuto un’agevolazione da questa mossa. Peccato che la penalità è toccata soltanto a Lando. E questo non piace a nessuno, e ancor di più se se episodio simile avvantaggia ancora una volta il pilota della Red Bull.
La frustrazione non manca e i commenti lasciano la via che trovano. Come ben afferma Norris, è inutile lamentarsi a posteriori perché: “Le regole sono regole”, che suona tanto come una sottile accusa: forse non c’è sufficiente chiarezza nel regolamento? Oppure nella sua interpretazione? Tante cose in questa F1 stanno cambiando, ma non sempre in meglio. Certo è che non ci si può sempre e solo nascondere con sottintesi o parole più esplicite dietro i famosi e blasonati “errori arbitrali”. La crisi di risultati che attraversa i piloti McLaren è ormai sotto i riflettori, e almeno quella non può di certo passare inosservata.
Autore: Elisa Cuboni
Immagini: McLaren – F1-TV