Il Gran Premio numero 300 dal ritorno in veste ufficiale del team di F1 Mercedes non è stato onorato nel migliore dei modi. La prima fila di George Russell nella Sprint Shootout è stata un fuoco di paglia. Già nel corso della Sprint Race è parso chiaro come la W15 non fosse in grado di reggere il ritmo di Ferrari, McLaren e della convalescente Red Bull. La sessione classificatoria è stata ancora più traumatica, con le due frecce d’argento e intarsiate di nero protagoniste in negativo. Lewis Hamilton non è andato oltre la diciassettesima posizione, eliminato mestamente nel Q1.
Mentre il suo compagno ed erede ha perso il controllo della sua vettura nella “maledetta” staccata di curva 19, finendo la sua corsa rovinosamente contro le barriere. La monoposto numero 63 ha subito ingenti danni tali da richiedere un rollback alla precedente specifica, in quanto non erano disponibili i ricambi del nuovo pacchetto di update introdotto proprio in quel di Austin. Partenza dalla fatale per il vincitore del Gran Premio d’Austria. La gara del sette volte campione del mondo è durata pochissimo a causa di una uscita di pista del tutto simile a quella di Russell in qualifica, che lo ha fatto insabbiare.
L’epta campione e futuro pilota della Ferrari ha riferito che stava cercando di portare i pneumatici in temperatura, ma la sua W15 ha iniziato a rimbalzare, alleggerendo il posteriore che non è riuscito a controllare in inserimento della curva 12. Paratack servito, insomma. Il fine settimana del pilota di origini anglo-caraibiche è stato indecifrabile. Nelle prime ed uniche prove libere e nelle prime fasi della qualifica valevole per la mini gara da 100km è stato il miglior interprete del T1, dove rifilava un’enormità alla concorrenza in termini cronometrici.
Poi, all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno è arrivate una rapide e progressiva involuzione che nemmeno Lewis, a margine del venerdì texano ha saputo come spiegarsi. In modo del tutto indesiderato, il Gran Premio degli Stati Uniti d’America poteva offrire, al team diretto da Toto Wolff, la possibilità di confrontare due specifiche differenti (nuova per Hamilton e precedente con Russell). Purtroppo però, il prematuro ritiro di Hamilton non ha offerto la possibilità di immagazzinare una pletora molto utili. anche per questo Mercedes esce dal weekend di Austin con più dubbi che certezze.
È risaputo che il formato sprint in F1 non si addice al debutto di un corposo pacchetto di aggiornamenti, in quanto in tutte le sessioni, tranne la Fp1, non consentono di sperimentare affatto. Tuttavia, il team anglo tedesco ha ormai poco da chiedere a questa stagione, essendo fuori dai giochi anche per quanto concerne il titolo costruttori. Lo spirito è quello di utilizzare i restanti weekend come tante sessioni di test in chiave 2025. Non ne fa mistero nemmeno Wolff, che molto sinceramente ha ammesso che gli errori simili dei due piloti in curva 19 non possono essere additati ai pilota.
Il team principal originario di Vienna ritiene che una quota parte delle uscite che hanno messo KO i suoi piloti dotati del nuovo pacchetto di aggiornamenti possa essere dovuta proprio alla vettura di F1 stessa. Un comportamento della Mercedes indesiderato che comunque non si considera importante al punto da fermare il processo di sviluppo delle frecce d’argento. Tuttavia, Russell, nella gara sulla distanza dei 300 km con il “vecchio” pacchetto, è stato protagonista di una discreta rimonta che lo ha portato a risalire sino al sesto posto, davanti a Checo Perez, che pativa in decima posizione.
Tutto questo nonostante la ridicola penalità comminata in seguito al sorpasso ai danni di Bottas. Il pilota classe ’98, ha spiegato che la sua monoposto aveva il potenziale per ambire al podio. La condizione necessaria era una finestra operativa più ampia per quanto concerne gli pneumatici Pirelli, senza specificare se si riferisse alla W15 dotata di aggiornamenti o senza. Cavallerescamente, Hamilton si era offerto di fornire gli aggiornamenti installati sulla monoposto numero 44 al suo compagno, proposta apprezzata ma non raccolta dal compagno di squadra e dal team.
Forse non sarebbe cambiato nulla alla luce dei problemi acclarati da Lewis. Come accade frequentemente con l’attuale generazione di monoposto di F1, di fatti, gli sviluppi, seppur promettenti nelle simulazioni, restano un grande punto interrogativo nel contesto reale all’interno di questa campagna agnostica targata 2024. Prossima fermata Città del Messico, circuito intitolato agli indimenticati Hermanos Rodriguez, dove i tecnici della stella a tre punte sperano di acquisire maggiori dati dall’ultima specifica della W15 e di riflesso ottenere le prestazioni desiderate.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Mercedes AMG F1 Team – F1Tv