Aston Martin ha messo assieme una stagione di F1 davvero deludente. Un mondiale dove arriva l’ufficialità di Adrian Newey che, dal prossimo maggio, prenderà ufficialmente parte al gruppo di lavoro che trascorre le sue giornate a Silverstone. Tra il pool di tecnici a disposizione ci sarà anche una vecchia conoscenza della Ferrari: Enrico Cardile. L’ingegnere originario di Arezzo abbandona la rossa dopo otto stagioni a Maranello. Nell’ultima, sotto la sua gestione in qualità di direttore tecnico, il Cavallino Rampante ha sfoderato un pacchetto di aggiornamenti disastroso.
È successo al Gran Premio di Spagna, momento in cui Ferrari ha perso la possibilità di lottare per il mondiale costruttori. Ciononostante, la SF-24 si giocherà le proprie chance nelle restanti tre gare della campagna agonistica 2024. Ma torniamo all’Aston Martin. Cosa è successo al team britannico nel campionato in corso? La verità è molto semplice e non serve scendere in dettagli tecnici per spiegarla: il team ha realizzato un lavoro pessimo e, ancora una volta, si è totalmente perso con gli aggiornamenti. Update correttivi su una base di per sé debole, che non hanno funzionato, poiché le analisi realizzate per potenziare la vettura nascono da esami erronei.
Senza dubbio, le capacità di Newey torneranno alquanto utili in tal senso. Il genio di Stratford-Upon-Avon sa capire, grazie alla sua grande esperienza, cosa potrebbe non funzionare già sulla carta, quando ancora le parti della monoposto non sono prodotte. Saper valutare, con un margine di errore bassissimo i rischi è il suo mestiere. Condizione di fondo che ha contribuito, e non poco, ai successi della Red Bull durante la sua permanenza a Milton Keynes. Sappiamo che Aston Martin è una scuderia di F1 in grande crescita a livello di strutture. L’accordo con la Honda lo conferma.
Un “motorista privato” che sta forgiando una base operativa inglese per dare il massimo supporto al team durante prossime annate. Una partnership che va al di là della semplice fornitura di power unit, quindi. Aston Martin sta costruendo il domani in vista del mondiale 2026, campionato in cui pensa di potersi presentare ai nastri di partenza con opzioni per vincere. Un regolamento tutto nuovo, su power unit, aerodinamica e carburanti, dove chi sarà in grado di “navigare” tra le pieghe normative potrà godere di importanti vantaggi da “far pesare” in pista. Questo l’obiettivo.
La F1 di una volta non esiste più. Era troppo facile scendere in pista e testare le monoposto, per capire cosa funzionava e cosa no, per poi tornare a calcare l’asfalto e verificare le modifiche apportate alle vetture. Meglio fare tutto con i potenti calcolatori, nel campo ipotetico, senza “sporcarsi le mani” e senza spendere soldi. Questo è, in pratica e in estrema sintesi, il piano di lavoro che le attuali scuderie della massima serie sono costrette a utilizzare. Un approccio spesso fuorviante, poiché riprodurre tutti i dettagli della realtà chiusi in fabbrica non è possibile.
Questo significa che ogni piccola sbavatura può dare luogo a contesti erronei. È successo e continua a succedere a tutte le squadre. Pensiamo al “fondo spagnolo” della Ferrari proposto nel mese di maggio. Oppure ai vari update prodotti da Red Bull e Mercedes durante l’annata in corso che, oltre a non funzionare, hanno pure messo nei guai le scuderie. L’unica tra i top team che sembra non patire tale scenario è McLaren, capace di modificare la strabiliante MCL38 con estrema perizia. Scenario, frutto di un lavoro strepitoso grazie all’altissima comprensione della vettura.
Il simulatore è fondamentale in questi casi. Bisogna saperlo utilizzare, certo, ma parliamo di uno strumento che deve essere continuamente aggiornato, fisicamente e a livello di software, per offrire un “supporto onesto”. Quanto più vicino possibile alla realtà, come detto. Aston Martin sta ultimando una nuova struttura avveniristica per simulare nella maniera corretta la monoposto di F1 e tutto quello che ne concerne. C’è pure la galleria del vento, ovviamente, che deve garantire un supporto effettivo. Pure questo elemento fa parte del rimodellamento in atto del team inglese.
Ne ha parlato di recente Mike Krack, team principal dell’Aston Martin. Sviluppare queste installazioni sarà cruciale nell’economia della squadra. Il target è uno solo: costruire la miglior struttura di F1 della categoria. Il traguardo è di quelli ambiziosi, esattamente come il boss di Aston Martin: Sheldon Strulovitch, al secondo Lawrence Stroll. Quando galleria del vento e simulatore entreranno in funzione, inizierà un percorso complicato, però. È lo stesso Krack a sostenerlo, senza alcuna remora. La ragione si rifà a quanto sostenuto in precedenza.
Un nuovo strumento, per quanto possa essere utile alla causa, va sfruttato appieno tramite una curva di apprendimento del personale. È impensabile accendere le strutture trarre benefici. Anzi, tutto deve essere in grado di replicare coerenza e qualità. Mike è sicuro che i risultati arriveranno. Il primo assaggio nelle demo lo hanno sbalordito: “Era come stare in Star Wars“, ha detto. Ciclo di feedback e fedeltà riproduttiva saranno quindi all’avanguardia per Aston Martin. Team di F1 che non solo vuole trionfare nella massima categoria, ma ha tutta l’intenzione di aprire un ciclo vincente.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Aston Martin – F1Tv