Ferrari si perde nella formula gomme, mentre Max è 4 volte campione di F1. I “due Carlo” bisticciano e la Mercedes diventa, almeno per una gara, imprendibile. Credo sia questa la necessaria e un poco “telefonata” sintesi del Gran Premio della rutilante e pacchiana città del gioco d’azzardo. Intanto, bisogna dare il giusto risalto al quarto titolo di Verstappen, un pilota “generazionale”, un talento cristallino talvolta offuscato da qualche scorrettezza evidente. Come è accaduto ad altri campionissimi. Max raggiunge Prost e Vettel in qualità di quadricampione. E’ già parte della storia della Formula Uno.
E credo che, a parte il 2021, questo sia il mondiale che più gli è piaciuto. Perché dopo la prima parte della campagna agonistica in corso, la RB20 è diventata progressivamente sempre meno performante. E Max ha dovuto metterci ben più di una pezza. Perez, ad esempio, si è talmente perso nel cercare di capire come guidare la monoposto che ha fatto circa 250 punti in meno del compagno. Una figura barbina rispetto al compagno di squadra. Certo, Verstappen è Verstappen. Ma, evidentemente, la monoposto austriaca di quest’anno è, a dir poco, un bel punto interrogativo.
E, come ovvio che sia, credo che la gioia di Verstappen sia stata ben maggiore rispetto, ad esempio, allo scorso anno, dove nessuno poteva impensierirlo e la noia e il tedio ti assalivano continuamente guardando ogni Gran Premio. Per quel che riguarda Ferrari, temo si sia persa la possibilità di tentare il colpaccio in ottica mondiale costruttori, che manca dal 2008. Anelito mancato nonostante una McLaren tutt’altro che irresistibile. Purtroppo, le Mercedes (e, a quanto pare, neanche il team sa come mai) in versione Las Vegas erano davvero imbattibili rispetto a tutti gli altri top team.
Plausibile una miscela perfetta di assetto un poco più carico e di temperature esterne estremamente fredde, con le quali la W15 riesce ad “accendere” le gomme e gli altri no. Attivare gli pneumatici, gestirli, non avere troppo bisogno di essere gentili nel portarli in temperatura quando si riparte dopo il pit-stop o quando parte la gara o quando ci si rilancia dopo la Safety Car. Avere gli occhi sul volante, mentre sei a 300 all’ora, che ti dice se stai riscaldando troppo o troppo poco gli pneumatici. Evitare graining o blistering… cos’altro? Io credo che questo non sia più sport.
E credo che a partire dalla Federazione Internazionale ci si dovrebbe interrogare su cosa debbano essere quelle quattro cose tonde e nere e su come debbano funzionare. Perché l’anima di uno sport come la Formula Uno non può essere solo ed esclusivamente la gestione delle “calzature”. Tra l’altro, i piloti stanno diventando sempre più insofferenti. Chi guida una vettura di F1 vuole tirare al massimo, sempre. A meno che non si sia in una gara di durata, cosa che non è la massima categoria del motorsport. E, ormai da molti anni, questi piloti votati alla velocità assoluta devono calcolare, ragionare, centellinare.
E’ come se, permettetemi il parallelo calcistico, dopo un gol non si potesse lasciare andare via tutta la gioia e la rabbia che si ha dentro. Momenti liberatori. Che sembrano sempre più preclusi a questi piloti che devono diventare una specie di fritto misto fra pazienti-prudenti calcolatori e ingegneri. Eppure queste gomme dovrebbero ormai essere un prodotto “maturo”. E invece, siamo sempre punto a capo. Ogni tanto nessuno riesce a “capirle”. Sembra quasi un lancio di dadi. Versante Ferrari. Resta sullo sfondo l’insofferenza sempre più manifesta di Charles verso Carlos.
Va da sé che il secondo sia ormai in scadenza; mancano più due gare e poi tanti saluti. Alla fine dei conti per il costruttori cambia poco vedere l’uno davanti all’altro o viceversa. I punti quelli sono. Più che altro mi concentrerei su quelle sbavature, ancora evidenti, che ci sono nella gestione del muretto, nella lettura della gara, nelle tempistiche per tentare o meno gli “undercut” e via discorrendo. Sembra quasi che qualcosa del disastroso duo Binotto-Rueda sia ancora rimasto negli ingranaggi del team. La gestione Vasseur è certamente migliore, ma qualcosina e forse qualcosa di più di qualcosina è da “registrare”…
Max Verstappen. Voto: “You are simply the best”.
Cantava Tina Turner alla fine degli anni ottanta del secolo scorso.
Perez. Voto: semplicemente il peggiore.
Perez in Red Bull. Voto: ammmore forever!
Eh sì… noi lo vorremmo a vita in Red Bull. Ci fa divertire come nessuno.
Marko vs Perez. Voto: senza cuore!
Mercedes. Voto: Dannazione!
Ma dico, proprio a Las Vegas dovevate andare come lo SpaceX?
Hamilton. Voto: “gallina vecchia” fa ottima gara
Russell. Voto: 3.
Le vittorie! Che avete capito…
Formula gomme. Voto: bocciata.
E’ chiaro che gli pneumatici siano fondamentali in F1 e nel motorsport in generale. Ma vedere le gare influenzate in modo così repentino e brusco dal loro comportamento non mi piace, né riuscirò mai a farmelo piacere.
Ferrari. Voto: 5 e mezzo.
Capisco che le Mercedes fossero imprendibili. Ma visto quanto partiva dietro Hamilton, gestendo meglio le varie fasi della gara un secondo posto non era improbabile.
McLaren. Voto: 4.
Sembra l’ombra della monoposto schiacciasassi di qualche Gran Premio fa. Peccato che, forse, riuscirà lo stesso a prendersi il costruttori.
Alpine. Voto: “Anvedi” la cura Briatore…
Tute Ferrari edizione speciale Las Vegas. Voto: stinte.
Come in parte è stata la gara delle due SF24…
La F1 “defucsizzata”. Voto: si può.
Esiste e vive fra noi, e non è illegale.
E ci guadagni tanto, soprattutto in salute uditiva e psicologica…
Il tifo sui social. Voto: mamma mia.
Criticare la rossa pur amandola visceralmente, come faccio io, magari qualche volta prendendoci, altre volte no visto che nessuno è perfetto, viene visto da alcuni curiosi tifosi come reato di lesa maestà. Non puoi criticare, e se critichi allora non sei un vero tifoso. Manco fossimo davanti all’infallibilità del Santo Padre quando si esprime ex cathedra. Poi c’è chi ti tira fuori la frase: “La Ferrari si ama e basta!” con tutte le varianti del caso. Come se la Rossa di Maranello non ci avesse purtroppo abituati, da tempo, a figure barbine, errori tecnici e strategici, e via discorrendo.
Ci sono poi quegli altri… che ti dicono, ovviamente senza mai metterci la faccia o mettere nome e cognome (conigli da tastiera), che è facile parlare dal divano, che poi non devi salire sul carro (quale carro?) e altri che aggiungono che non puoi parlare di F1 se non sei un ingegnere del settore o non pratichi quello sport (che notoriamente fanno in tanti…). Ora, normalmente me ne frego, tuttavia ogni tanto anche i Froldi s’incazzano. E allora… ma andate al diavolo! Ah… ecco! Liberatorio! Prossimo fine settimana, nuova gara, la penultima… che Dio ce la mandi buona!
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV