In F1 era solo questione di tempo prima che i piloti rispondessero alla FIA in merito alle parolacce. Sì, perché la Federazione Internazionale, attraverso il proprio presidente, Mohammed Ben Sulayem ha deciso di trattare gli alfieri della Formula Uno come fossero dei bambini ai quali dare una punizione nel caso in cui scappasse qualche parola di troppo, magari poco elegante al pubblico bigotto e che si scandalizza per un “Oh cazzo” detto in un momento di foga mentre si guida, sconoscendo totalmente l’adrenalina che si manifesta in questo meraviglioso (ancora, nonostante tutto, nda) sport.
La stessa cosa riguarda le esternazioni in conferenza stampa: obiettivamente, dare una punizione ai piloti solo perché esprimono quello che provano senza alcun freno, restando comunque nel limite della decenza, perché alla fine di questo si tratta, ci sembra alquanto stupido e illogico. Prendiamo per esempio quanto accaduto a Leclerc in Messico: rimproverato addirittura da un addetto della FIA, davanti a tutti, per quel “fuck” detto rispondendo a una domanda su cosa stesse pensando quando stava per andare a sbattere a 250 km/h contro le barriere.
La settimana dopo il monegasco viene punito con 10.000 € di multa, meno di quanto dato a Norris per aver violato una procedura di partenza. Cioè, ma ci rendiamo conto che per un’infrazione molto grave, il pilota britannico è stato sanzionato con la metà della “pena” rispetto a chi ha detto una parolaccia volta a non offendere nessuno, ma solo a descrivere uno stato d’animo?
E’ proprio questo il centro della questione secondo i piloti della F1, i quali si sono stufati, per usare un eufemismo, di essere trattati come degli scolaretti dalle maestre delle elementari, bacchettati per aver addirittura detto un “fuck”, magari censurato, nei team radio. Cioè, la FIA dovrebbe iniziare davvero a farsi delle domande e capire cosa sia importante per questo sport che lei governa, male, sotto tanti punti di pista, e ne abbiamo esempi in ogni weekend di gara.
La recente stretta della FIA sull’uso di parolacce, iniziata con le sanzioni a Max Verstappen e Charles Leclerc, ha riacceso le tensioni tra i piloti di F1 e la Federazione. La Grand Prix Drivers Association (GPDA), ha pubblicato un comunicato contro le misure del presidente Mohammed Ben Sulayem. In particolare, la GPDA critica il modo severo con cui la FIA ha iniziato a gestire il linguaggio dei piloti, trattandoli come bambini anche su questioni banali, come l’uso di gioielli o indumenti ignifughi.
A difesa dei piloti, la GPDA sottolinea la differenza tra espressioni informali e insulti diretti, invitando Ben Sulayem a fare altrettanto. Pur consapevoli che le decisioni arbitrali devono essere rispettate, i piloti considerano eccessive le sanzioni per linguaggio volgare usato in momenti di tensione o frustrazione. I piloti, in sostanza, richiedono che la FIA adotti un atteggiamento meno punitivo, considerando che spesso queste espressioni non sono destinate ad offendere nessuno.
Un altro punto di frizione riguarda la gestione dei fondi raccolti dalle multe. La GPDA ha più volte chiesto alla FIA di chiarire come queste risorse vengano spese, sottolineando come non migliorino l’immagine dello sport. Secondo l’associazione piloti, la mancanza di trasparenza mina la fiducia tra le parti, che dovrebbe invece promuovere il motorsport con pratiche più chiare e condivise.
Inoltre, la GPDA chiede maggiore rispetto nel linguaggio adottato dallo stesso presidente della FIA verso i piloti, evitando dichiarazioni pubbliche denigratorie che, a loro dire, minano la dignità di professionisti all’apice del motorsport. Viene ribadito come i piloti siano adulti e professionisti che non necessitano di lezioni su come esprimersi o comportarsi durante i weekend di gara.
In sintesi, la GPDA auspica un dialogo costruttivo con tutte le parti interessate, compreso il presidente della FIA, per migliorare la gestione e la reputazione dello sport. Invita quindi la Federazione ad ascoltare le esigenze dei piloti, a riconoscere il loro ruolo e a collaborare per garantire che le regole siano applicate con equilibrio e rispetto.
Di seguito il testo completo del comunicato GPDA contro la FIA.
“Come in ogni disciplina sportiva, i partecipanti devono rispettare le decisioni dell’arbitro, che piaccia loro o meno. Anche i piloti di Formula 1, nostri membri, ne sono consapevoli e lo accettano. Sono professionisti che gareggiano al massimo livello nel motorsport e ogni fine settimana offrono ai fan uno spettacolo straordinario”.
“Quanto al linguaggio, distinguiamo le espressioni casuali da quelle destinate ad offendere. Parole dette per esprimere frustrazione o descrivere condizioni difficili, come il maltempo o un problema con la vettura, non sono paragonabili a insulti diretti. Invitiamo quindi il Presidente della FIA a usare toni adeguati quando si rivolge ai nostri membri, pubblicamente o in privato. I piloti sono adulti e non necessitano di ammonimenti pubblici su temi di scarsa rilevanza come l’uso di gioielli o indumenti ignifughi”.
“In più occasioni abbiamo ribadito che le sanzioni finanziarie non giovano alla reputazione dello sport e richiediamo maggiore trasparenza sull’assegnazione e sull’utilizzo di tali fondi. Da tre anni chiediamo al Presidente della FIA di chiarire i criteri con cui vengono imposte le multe e come vengono impiegati i proventi. Riteniamo che queste risorse dovrebbero essere gestite a beneficio dello sport, con il contributo di tutte le parti coinvolte: FIA, F1, scuderie e GPDA“.
“Chiediamo dunque un dialogo aperto e costruttivo con il Presidente della FIA, nell’interesse del nostro sport. La GPDA è pronta a collaborare per migliorare il nostro mondo sportivo, per tutti coloro che lo praticano, lo supportano e lo amano”.
Cordiali saluti,
I direttori e il presidente della GPDA, a nome dei piloti di Formula 1”.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Scuderia Ferrari – F1 – FIA