Norris esce con le ossa rotte dal Interlagos, tappa n°21 della F1 targata 2024. La girandola di emozioni offerta dal Gran Premio del Brasile resterà a lungo nella memoria degli appassionati. Una gara le cui sorti sono state in bilico finché la pioggia è diminuita di intensità e Verstappen ha fatto il vuoto a suon di giri veloci. La gara del campione del mondo è uno spot per la categoria, in quanto ha dimostrato che l’abilità dei piloti può essere ancora decisiva. Se vogliamo le performance di Ocon e Gasly sono state altrettanto superlative in relazione alla cifra tecnica della monoposto transalpina.
Chi esce male è McLaren. Su una pista favorevole, le MCL38 non hanno gradito la presenza della pioggia, dopo l’uno-due nella Sprint Race in condizioni di pista asciutta. Insomma, c’erano tutte le premesse per coltivare il sogno di lasciare Interlagos con un gap minore da Verstappen nella classifica piloti e staccare la Ferrari ne costruttori. E pensare che le qualifiche bagnate svolte domenica mattina, sembravano il prologo perfetto di un giornata trionfale. Con Norris in pole e il campione del mondo in diciassettesima posizione. Sembrava tutto troppo perfetto.
Ancor prima che si spegnessero i semafori Norris ha commesso la prima ingenuità, partendo comunque in regime di “aborted start”. Passato al via da Russell, ha seguito prudentemente il connazionale per diversi giri, mentre Max risaliva in classifica con facilità imbarazzante. La sliding doors della gara è stata certamente la bandiera rossa esposta dopo il botto di Colapinto in regime di Safety Car. I piloti di testa hanno preferito non fermarsi per montare un nuovo treno di intermedie, affrontando le proibitive condizioni della pista sperando nella neutralizzazione della gara.
Verstappen ha usufruito del “free pit-stop” in regime di bandiera rossa, mantenendo la posizione in pista. Per Lando è stata una mazzata terribile che lo ha mandato in tilt. Alla ripresa delle ostilità, infatti, il pilota inglese ha commesso una sbavatura che lo ha fatto retrocedere alle spalle di Russell. Quella che poteva e doveva essere una cavalcata trionfale si è trasformata in una debacle. Il pilota originario di Bristol ha chiuso la gara alle spalle della Ferrari di Leclerc oggettivamente più lenta della McL38.
A San Paolo si sono praticamente conclusi i giochi per il titolo piloti nel modo più deprimente per il team di Woking. In altre parole, Norris ha dimostrato di non essere all’altezza del ruolo che, in modo imprevedibile, la competitività del mezzo gli ha assegnato da Imola in poi. Come detto in passato, il divario tra poter vincere e dover vincere fa tutta la differenza del mondo della F1, sopratutto a livello psicologico.
Dispiace constatare che Norris, per l’ennesima volta, si è dimostrato incapace di perdere. Mentre i mostri sacri della categoria conferivano il giusto tributo al tre volte campione del mondo, Lando ha derubricato l’impresa di Verstappen in una grande botta di fortuna, riferendosi alla bandiera rossa che ha concesso al pilota olandese di cambiare gli pneumatici senza alcun perdita di tempo. Una sintesi della gara ridicola, perché nella prestazione di Max c’è tutto quello che il pilota McLaren non potrà mai avere: testa, piede e due attributi grandi come una capanna.
Sarebbe stato molto più dignitoso ammettere la bravura del rivale, ma il ragazzo inglese è stato catapultato in un ruolo che non può recitare, almeno per il momento, e forse chissà nemmeno un domani. Non si tratta di essere veloci, perché Lando lo è quasi sempre, ma campioni a 360 gradi. In questo momento non si può dire nulla di diverso dalle seguente frase: tra il campione del mondo incarica di F1 le il britannico c’è una categoria di differenza. Lo hanno ammesso tutti nel dopo gara di Interlagos, tranne lui. Norris abbandona il Brasile sconfitto in pista e nell’animo.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: McLaren – F1Tv