Ferrari nel 2024 poteva fare meglio. La pausa del mondiale di F1 dopo il frenetico triple header d’oltreoceano, consente di stilare un’analisi parziale in merito al rendimento dei top team e conseguentemente dei piloti dopo 21 dei 24 round della campagna 2024. In particolare il focus dello scritto è quello di evidenziare la consistenza della monoposto di Maranello in relazione agli step evolutivi della SF-24. Nel piano di sviluppo della rossa i principali pacchetti di aggiornamento hanno debuttato in Spagna e nel tempio della velocità di Monza. Abbiamo quindi analizzato al microscopio tre segmenti del mondale:
Nella prima fase della stagione di F1, il Cavallino Rampante ha capitalizzato la bontà della specifica di base rappresentando l’alternativa a Red Bull che appariva dominante rispetto ai competitor. Questo primo ciclo si è chiuso con il trionfo casalingo di Charles Leclerc. Il disastroso gran premio del Canada è stato figlio di una errata preparazione e gestione del weekend nonché a problemi tecnici alla power unit della monoposto numero 16. Nell’intento di alzare l’asticella la storica scuderia italiana ha evoluto la SF-24 in occasione del gran premio di Spagna sul tracciato del Montmelò.
La pista ha fornito riscontri assai diversi rispetto alle simulazioni. La Ferrari in diverse circostanze è stata la quarta forza in pista. Un downgrade prestazionale che ha obbligato gli ingegneri di Maranello a effettuare un rollback rispetto agli update introdotti in terra iberica e iniziare una intensa fase di troubleshooting in cui sono state effettuate anche prove comparative. Mentre la scuderia modenese cercava di comprendere la natura delle proprie criticità, la concorrenza non è rimasta a guardare e fino al Gran Premio d’Olanda, sia Leclerc che Sainz, hanno limitato i danni.
Lo hanno fatto alternando la specifica di base e quella evoluta in funzione della geometria dei tracciati. Le impreviste difficoltà sofferte dalla storica scuderia italiana di F1 sino alla gara di casa del campione del mondo in carica olandese, si riflettono nel misero punteggio dei “due Carlo”nel suddetto segmento della stagione. Per intenderci, il pilota monegasco, nello stesso periodo di osservazione, ha raccolto appena la metà dei punti di Max Verstappen, Lewis Hamilton, Oscar Piastri e Lando Norris.
Lo splendido successo di Leclerc nello storico autodromo brianzolo non è figlio della superiorità della Ferrari SF-24 ma della abilità del driver del Principato di Monaco che ha consentito alla rossa di effettuare un solo pitstop. Tuttavia dal round casalingo la Scuderia Ferrari ha cambiato completamente passo. Nonostante il doloroso passaggio a vuoto nel Gran Premio di Singapore, in una delle piste sulla carta favorevole alle caratteristiche della monoposto di Maranello, l’ultimo stint della stagione è stato caratterizzato da un progressivo ritorno alla competitività ai massimi livelli per il team diretto da Frederic Vasseur.
I risultati lusinghieri dell’ultima parte della stagione di F1, sono quindi figli di un processo di analisi dello sviluppo evolutivo della monoposto italiana. In sostanza, gli ingegneri di Maranello hanno dovuto riportare la monoposto al livello di release, in cui i dati della pista avevano uno scostamento trascurabile rispetto alle simulazioni. Da tale punto di consistenza è iniziata una nuova fase di sviluppo, che potesse andasse a eliminare i problemi indotti dall’update che aveva debutto in Spagna, sotto la supervisione certamente non attenta dell’ex direttore tecnico della rossa Enrico Cardile.
Osservando i dati tramite la nostra prossima grafica, numeri mostrano che lo storico team italiano ha conquistato i medesimi punti della McLaren, unanimemente considerata la migliore monoposto del lotto. Lo ha fatto, peraltro, distanziando la Mercedes e scavalcando pure la Red Bull nella classifica costruttori. Tutto questo, nonostante la sciagurata tappa asiatica in quel di Singapore, in cui il Cavallino Rampante si complicò la vita con una qualifica horror che, di fatto, ha condannato i due alfieri della rossa a partire dalla quinta fila dello schieramento.
L’evidenza dei numeri tuttavia alimenta il rammarico. Senza il passaggio a vuoto nella parte centrale della stagione, Charles Leclerc e la Ferrari potevano essere in una posizione nettamente migliore rispetto a quella attuale. Se per il titolo costruttori c’è ancora speranza, le ambizioni iridate del monegasco sono tramontate decisamente troppo presto rispetto al potenziale. L’aspetto più incoraggiante è che il processo evolutivo della rossa ha liberato ulteriore potenziale dal progetto tecnico 676 nella fase finale della stagione, rappresentando di fatto un’ottima base di partenza per il progetto 2025.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv