Analisi Tecnica

F1, GP Brasile: Ferrari lontana dalle pressioni target sulle gomme

Dopo due gare dove Ferrari non aveva sbagliato nulla, ci risiamo. La F1 è una cosa parecchio seria, e ogni tanto le diverse variabili portano all’errore. Il Cavallino Rampante ha scelto una strada di assetto conosciuta, che di fatto riesce a far funzionare spesso e volentieri. Se riavvolgiamo il nastro, ricorderemo come, durante il 2023, il team scelse di ottimizzare le velocità di punta in Brasile. L’idea era quella di andare forte nei tratti ad alta velocità di percorrenza, mettendo al centro del fine settimana la top-speed. Una decisione che però non fu ripagata in gara, vista la carenza di carico.

Nell’attuale campagna agonistica la volontà era bene o male la medesima, cercando di ottimizzare le velocità massime. Per questo la squadra ha scelto l’ala posteriore in versione Barcellona, una specifica in linea generale versatile. Avendo più carico rispetto alla passata stagione, Ferrari pensava di non soffrire i problemi patiti dalla SF-23. Ma qualcosa è andato storto, specie sotto il profilo meccanico. Gli schemi sospensivi non hanno fornito la stabilità richiesta. Curve ad ampio raggio come la 6, o la “S di Senna“, in inserimento e percorrenza, hanno fatto patire, e non poco, le vetture italiane.

La strada presa sulla messa a punto non era quella corretta. Fuorviante quanto basta, ha spinto i tecnici verso un vicolo cieco. Lo stesso Leclerc non ne ha fatto mistero a margine della corsa, dove, con estrema calma, ha analizzato le varie questioni relative al lavoro svolto nel weekend. Le valutazioni errate hanno di fatto reso la SF-24 difficilmente domabile. Se a questo sommiamo l’acqua che, copiosa, ha inondato Interlagos, ecco che lo scenario diviene ancora più tragico. La strategia della rossa non era all’altezza della situazione e la sosta è arrivata in un momento sbagliato.

Charles Leclerc (Ferrari) entra ai box – GP Brasile 2024

La tattica attendista avrebbe offerto diversi benefici e la possibilità di arrivare più in alto. Il fatto più grave è relativo alla gestione delle gomme però. Non è la prima volta che le condizioni cangianti fregano la Ferrari, un contesto dove la preparazione sulle coperture dev’essere altissima. Le ammissioni di colpa che Sainz ha mostrato davanti alle telecamere hanno un perché. Guidare la SF-24 sull’acqua, infatti, è già di per sé parecchio difficile per le caratteristiche intrinseche della vettura. Se poi l’assetto è sbagliato, il feeling con la vettura si abbassa e il gioco è fatto.

F1, GP Brasile: Ferrari in crisi a 360° con le gomme Pirelli

Nel Gran Premio del Brasile, la Ferrari ha avuto evidenti difficoltà nella gestione delle gomme, aspetto cruciale in condizioni cangianti. Le gomme da bagnato della Pirelli hanno caratteristiche di costruzione molto diverse rispetto a quelle da asciutto. Non solo per il battistrada scolpito, ma bensì per le specifiche modalità di utilizzo necessarie a raggiungere le giuste prestazioni. Per far funzionare correttamente una gomma intermedia o full wet, infatti, si parte dal disegno della sospensione e dalla configurazione dell’assetto, dove sono fondamentali scelte tecniche e compromessi.

Aspetto che influenzano la temperatura e la pressione operativa delle coperture. Questo equilibrio complesso è essenziale per massimizzare l’aderenza e la durata della mescola, in particolare con gomme intermedie che richiedono una gestione molto più precisa della temperatura di esercizio. Durante tutta quanta la domenica, sia in qualifica che in gara, i piloti della Ferrari si sono lamentati sulle pressioni delle gomme, un aspetto strettamente legato al controllo delle temperature. Il problema era chiaro: gli pneumatici non riuscivano a generare abbastanza calore e a raggiungere la finestra di temperatura ottimale.

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) in sella della SF-24 – Q3- GP Brasile 2024

Una fattore che di riflesso non consente alle coperture di lavorare nel loro punto ideale di efficienza. Quando i compound di F1 restano al di sotto della temperatura target, la pressione interna della gomma non raggiunge il livello previsto. Questo valore insufficiente genera un’impronta a terra che ovviamente non è quella voluta e, di conseguenza, la superficie di contatto con l’asfalto non è massimizzata. Risultato? Forte perdita di grip alla quale si somma un livello di usura dello pneumatico maggiore. Questo aspetto ci fa riflettere pensando a Leclerc e la chiamata a box anticipata.

È molto probabile, di fatti, prendendo in esame gli on-board e ascoltando le comunicazioni radio precedenti alla sosta tra il monegasco e Bryan Bozzi, che la prima ragione per cui Ferrari ha scelto di richiamare in anticipo Charles sia proprio questa. Ambedue i ferraristi hanno riscontrato diversi problemi di aderenza in tutti e tre i settori della pista brasiliana. Queste difficoltà hanno pertanto spinto i piloti verso il cambio gomme prima della tempistica concordata durante i briefing pre-gara. La manovra per portate in temperatura le gomme è stata aggravate dalle condizioni meteorologiche, ovviamente.

Ma pure l’asfalto nuovo non ha aiutato affatto. Quasi tutti i piloti hanno mosso lamentele in tal senso, uno su tutti Max Verstappen che il Gran Premio lo ha pure vinto. Anche Leclerc ha sostenuto che il piano di riferimento non era in condizioni ottimali per una gara sula bagnato. Per Ferrari, considerando la particolare micro-rugosità del piani di riferimento e i tratti distintivi dell’auto, servivano molte più tornate per generare un calore sufficiente nelle coperture. gomme. Il team principale della rossa, al secolo Frederic Vasseur, ha pure suggerito che il problema era legato anche alla durata dello stint.

Charles Leclerc (Ferrari) – GP Brasile 2024

Quando una gomma di F1 si consuma perde inevitabilmente alcuni millimetri di battistrada, il che riduce la porzione deformabile della mescola stessa. Aspetto che comporta una minore capacità di generare frizione con l’asfalto, poiché una superficie ridotta produce ovviamente una quantità di attrito minore. Ecco spiegato perché, i piloti della Ferrari, hanno faticato sempre di più a mantenere la temperatura ottimale mentre lo stint avanzava. Elemento che ha ulteriormente aggravato la mancanza di grip e il calo di performance della SF-24.

Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich  

Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv

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Zander Arcari