Una Sprint Race per la Ferrari che conferma quanto visto nelle qualifiche. La F1 targata 2024 è parecchio “dipendente” dagli pneumatici. Una sorta di “Formula gomme” che azzera gran parte degli altri fattori. Sì perché chi non sa usare al meglio le coperture, perde gran parte della competitività intrinseca. Il rendimento si abbassa in maniera drastica, insomma. È giusto quello che è successo alla rossa sino ad ora, sia in qualifica che nella mini gara da 100 Km del sabato. Nella sessione per comporre la grigia la temperatura target non è mai stata centrata, e di riflesso il grip non era sufficiente.
Mentre nella corsa odierna, ci sono voluti almeno 7 passaggi per stabilizzare le temperature delle gomme. Questo il breve e triste riassunto che senza tanti fronzoli spiega la debacle della rossa, proprio quando serviva realizzare un ulteriore step competitivo e crederci sino in fondo. “Mettiamocela tutta”, aveva detto Vasseur. Non è che si vuole fare ironia, ma force era meglio stare più attenti ai fattori tecnici piuttosto che farsi trascinare dalla foga di vedere una SF-24 che nelle F1 volava. Ferrari ha l’occasione per rifarsi, vediamo se dimostra che si può imparare dai propri errori.
In ultima istanza un fatto. La linea rossa rappresenta il giro più veloce (18), mentre quella bianca corrisponde all’ultimo passaggio (19). Notiamo chiaramente come Charles sia stato costretto a effettuare enormi lift & coast in ogni singola piega: in curva 1 alza il piede circa 100 metri prima del punto di staccata, facendo lavorare così l’engine braking; in curva 4, altri 50 metri prima; nei curvoni a lunga percorrenza, quelli che fino a quel momento prendeva in pieno, unico in tutta la griglia, notiamo come alzi completamente il piede dalla tavoletta e utilizzi marce più alte per abbassare gli RPM, facendo così “respirare” il motore.
Ufficialmente, il discorso legato al presunto problema di Leclerc era per il carburante. Ma secondo la nostra esperienza c’era qualcosa di più dietro. Speriamo che i tecnici siano riusciti a far soccombere questo preoccupante default. Prima di iniziare la narrazione diamo un’occhiata alle condizioni ambientali qui a Losail: 19,3°C la temperatura dell’aria, 22,4°C quella dell’asfalto. Umidità abbastanza alta al 61%, 1,7 Km/h l’intensità del vento che soffia da nord. Tutto è pronto, si attende solo il semaforo verde. Tra pochi minuti scopriremo se la rossa avrà fatto progressi con le coperture.
Per questo primo run della Q1, ambedue le vetture modenesi scendono in pista con le Pirelli a banda rossa. Ferrari, come il resto delle scuderie, vuole studiare a dovere come far funzionare le mescole, provando da subito le Soft usate. Charles pare molto più rilassato rispetto a ieri. Ancora in pit-lane chiede diverse info legata alle sua track position. Sainz non chiude il giro. Preferisce tornare ai box per effettuare un ritocco all’ala anteriore. Al contrario Leclerc taglia il traguardo. In linea generale il bilanciamento pare abbastanza buono. Il sottosterzo pare minimizzato.
Con le gomme nuove che monteranno a breve verrà nuovamente ritoccato il carico sviluppabile all’avantreno. Le due rosse non entrano in garage, ma si fermano sulla piazzola dei box per farsi montare le Pirelli cerchiate di rosso nuove di pacca. Si cambiano anche delle mappature relative al motore, la parte ibrida, di preciso l’ERS, per rendere più efficiente la spinta della potenza recuperata dai moto generatori. Interessante notare come gli out-lap siano davvero rapidi, nel tentativo di immettere la giusta quantità di energia sullo pneumatico e accedere ad un buon valore di aderenza.
Finalmente i tempi sembrano buoni, con ambedue i ferraristi a un decimo dalla vetta. Si passa quindi a un doppio cool down, dove Adami e Bozzi forniscono una pletora infinta di consigli sull’handling e sulle mappature da usare per avere più rendimento. Nel secondo tentativo Leclerc si mette in seconda posizione seguito da Sainz. Fa bene sperare questa Q1, poiché non ci sono stati problemi nel raggiungere la temperature target e mantenerla nell’arco della tornata. Attendiamo riscontri più probanti nella prossima fase della qualifica, dove si inizierà a fare sul serio.
La pausa ai box dura poco. Il primo tra i ferrasti a scendere in pista è l’iberico, seguito dal suo compagno 1 minuto più tardi. Entrambi escono ancora con le gomme Soft sempre usate. C’è da dire che il bilanciamento scelto pare possa funzionare ma porta con se un leggera carenza di rotazione. Lo si nota soprattutto nel T2, dove prendere l’apice alla perfezione non è mai semplice. Configurazione che però pare possa essere gestita senza troppi problemi, sino ad ora, a quanto pare. Ancora una volta, il giro per riscaldare le gomme è molto più rapido del solito.
Sull’ultima curva si inserisce la mode push e si spinge a tavoletta. Il tentativo è buono, sebbene le gomme usate, ovviamente, non offrano il massimo dell’aderenza richiesta. I “due Carlo” passano rapidamente ai box e fermandosi sulla piazzola vengono inseriti nel garage. Vengono montate delle Pirelli a banda rossa nuova di pacca. Charles fa notare che sull’ultima curva ha commesso un errore che di fatto gli tolto almeno un decimo e mezzo di prestazione. Si torna a calcare l’asfalto qatariota, per questo ultimo run della Q2, importante e già decisivo.
Si procede ancora una volta con un out-lap molto spinto, nel quale arrivano diversi cambi di mappature sulla PU. Viene fissato anche il lap-time da centrare per passare il taglio: 21,1s. In pratica si tratta di tirare via 3 decimi dai cronometri precedenti. Sainz non si migliora e fa sapere che ha lottato troppo con il suo front-end. Bene invece per Charles che centra il target. Un giro di cool per entrambi e ci si rilancia. Lo spagnolo si migliora e passa il taglio, idem Charles. Tuttavia emergono dei limiti che i ritocchi alla messa a punto non sembra che abbiano tolto.
Quando parliamo di “main limitation”, ci riferiamo alla gestione del front-end. In ingresso delle curve medio veloci, infatti, l’anteriore delle rosse non è preciso. Un fattore che costringe i piloti della Ferrari ad “arrotondare” molto la curva e di riflesso si perde tempo. Per di più, sebbene le temperature target siano sicuramente più in bolla rispetto a ieri, continuano a non essere precise. In alcuni casi abbiamo visto pure una discrepanza tra i die assi che di certo non aiuta. Siamo giunti pertanto alla Q3, l’ultima fase di questa qualifica molto importante la rossa.
Le due SF-24 abbandonano la corsia box. Questa volta le gomme sono sempre Soft ma direttamente nuove. Si inserisce la mode warm-up per contribuire all’attivazione. Gli ingegneri chiedono di preparare al meglio le coperture specie sull’asse anteriore. In questo caso pare che l’out-lap sia più lento. Mossa decisa in corsa con i feedback della Q2. Leclerc mette assieme un buon giro, senza sbavature. Anche Sainz non commette errori ma è più lento. Il bilanciamento è parso in generale migliore, pertanto la mossa di essere meno aggressivi nell’attivazione ha funzionato.
Le due rosse tornano ai box, in attesa dell’ultimo run. Si torna in pista 1 minuto più tardi, di fatti, con l’ultimo treno di Soft nuove a disposizione. L’evoluzione della pista è molto forte e bissona sfruttarla al massimo. Le SF-24 scelgono ancora un giro di attivazione più cauto, usando tanto volante per zigzagare e portare in temperatura il front-end. Le due Ferrari danno il meglio che però non è abbastanza per stare davanti alle McLaren. Il monegasco è a circa 80 millesimi dalle MCL38, mentre Sainz paga due decimi. Impressionante Verstappen che si prendere la pole per soli 55 millesimi su Russell.
Il risultato ancora una volta non soddisfa, e rispetto a ieri, sebbene le gomme siano state gestire decisamente meglio, le posizioni in griglia sono addirittura peggiori. Il team ha provato ha cambiare il balance delle monoposto. Nel farlo ha saputo capire meglio le gomme ma tolto della performance pure alla macchina. I ferraristi non sono delusi o arrabbiato come ieri, perché a differenza di venerdì hanno raggiunto il massimo. Lo fanno sapere in radio loro stessi. Domami la gara sarà decisamente più lunga, distanza di 300km, dove tentare il recupero non è impossibile.
Autore: Zander Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv