Il Brasile ha sancito la fine di un sogno per Norris e la McLaren in F1. Sì, perché alle chance mondiali di Lando Norris è stato anteposto il risultato complessivo del team di Woking, anche quando le monoposto color papaya hanno mostrato un dominio assoluto. Solo negli ultimi Gran Premi il team di Woking ha esplicitamente cercato di alimentare le speranze di Lando Norris, quando forse era ormai troppo tardi. Il Gran Premio d’Ungheria e quello di Monza, in altri team, sarebbero stati gestiti in modo molto differente.È stato certamente nobile offrire a Oscar Piastri la libertà di esprimere il suo enorme potenziale.
Ma se davvero la scuderia inglese avesse creduto nelle possibilità di vincere il titolo piloti, così come quello costruttori, forse oggi il driver originario di Bristol sarebbe ancora in lizza per il titolo. Secondo Andrea Stella, team principal di McLaren, a Lando mancano i punti persi nei duelli corpo a corpo con Max Verstappen. Il manager italiano non si rammarica di come Norris abbia gestito le battaglie contro il rivale olandese, perché queste esperienze lo hanno fatto maturare. Il driver britannico ha necessariamente dovuto alzare l’asticella per tenere testa al “quasi” quattro volte campione del mondo.
Nonostante le intemperanze in pista, l’ingegnere di Orvieto riconosce che il figlio di Jos sia uno dei più grandi piloti della storia della Formula 1. Vincere contro Verstappen impone ai piloti e al team di mettere in pista la migliore versione di se stessi. Nonostante la McL38 sia considerata la migliore monoposto del lotto da Imola in poi, questa superiorità non è stata capitalizzata appieno dal driver classe 1999. Tuttavia, almeno a parole, Stella limita i rimpianti alla beffarda collisione in Austria che ha eliminato Norris dalla gara e alla penalità comminata a Lando nel Gran Premio di Austin, successivamente oggetto di un reclamo rigettato dalla FIA.
Il team di Woking è soddisfatto della condotta di gara del suo pilota di punta, che riflette i valori della scuderia: competere in modo equo, corretto e sportivo. Questa è la posizione ufficiale del team leader della classifica costruttori. Tuttavia, non ce ne voglia il bravissimo team principal italiano, la lista dei rimpianti dello storico team inglese dovrebbe essere molto più ampia. Il vicecampione del mondo di F2 nel 2018 ha mostrato evidenti limiti nella gestione emotiva della lotta al vertice. Verstappen lo ha compreso da tempo e, pur disponendo di mezzi inferiori in molti round, ha lavorato ai fianchi del rivale per il titolo con la sola arma a sua disposizione: l’aggressività e la maestria nella gestione del corpo a corpo.
La dimostrazione della sofferenza psicologica arrecata da Max nella mente di Lando è evidente nelle dichiarazioni discutibili del pilota inglese alla fine del Gran Premio del Brasile. Una gara che passerà alla storia come una delle dimostrazioni di forza più evidenti di un pilota non può essere derubricata a successo fortunoso, figlio di eventi favorevoli. Del resto, in molte vittorie la dea bendata è un fattore determinante, come ad esempio a Miami, dove il tempismo d’ingresso della Safety Car regalò la prima vittoria in carriera a Lando. Oppure sotto forma di pioggia, che gli negò la vittoria a Sochi nel 2021.
Secondo Andrea Stella, il suo pilota uscirà da questa stagione rafforzato nella maturità; tuttavia, la lezione dell’attuale campagna sarà difficile da digerire. A nostro avviso, Lando avrà una migliore idea di cosa significhi lottare al vertice, ma potrebbe anche aver maturato la consapevolezza di non essere ancora pronto per la massima posta in palio. Del resto, il dato di fatto più eloquente della stagione che sta per concludersi è che lo stesso team di Woking non è mai stato realmente convinto delle chance di vittoria del titolo mondiale del suo pilota, nonostante disponesse della migliore monoposto dello schieramento. I pochi rimpianti del team principal della McLaren ne rappresentano la conferma.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: McLaren -F1TV