McLaren soffre ancora in F1. A volte un miglioramento abissale non può essere sufficiente ad alimentare le proprie ambizioni. Le qualifiche del Gran Premio di Las Vegas non sono state esaltanti per la scuderia di Woking, relegate in sesta e ottava posizione dietro a entrambe le Ferrari che ormai restano l’unica minaccia verso la conquista del titolo mondiale costruttori. La matematica tiene viva ancora la speranza che Lando Norris possa laurearsi campione del mondo, tuttavia l’ipotesi è talmente remota che forse nemmeno il pilota inglese nutra tale ambizione.
Eppure tra tutti i team, a scuderia di Woking è quella che fa segnare il più importante step prestazionale rispetto alla qualifica della scorsa edizione con un miglioramento sul giro secco di poco superiore a un secondo e sei decimi. Non va infatti dimenticato che nella qualifica del 2023, Norris e Piastri furono eliminati addirittura nel Q1. Tuttavia il miglioramento non può soddisfare lo storico team inglese in quanto nella prima tappa del “triple header” rischia davvero di perdere tanto del vantaggio nella classifica costruttori che ad oggi e di 36 lunghezze.
E pensare che venerdì la principale preoccupazione degli uomini diretti da Andrea Stella sono state le simulazioni dei long run in cui si è manifestato il tedioso problema del graining sull’asse anteriore sul compound a banda gialla. La resa dei pneumatici Hard (C3, nda) è assolutamente imprevedibile dato che non è stata la mescola più dura scelta da Pirelli per il weekend nella città del gioco d’azzardo. Nonostante nell’altro circuito a basso carico (Monza) McLaren era stata molto competitiva e solo il singolo pit stop di Leclerc ha impedito una facile doppietta delle monoposto color papaya, sullo speedway di Las Vegas la McL38 non è apparsa a suo agio.
F1, McLaren: Norris tra sarcasmo e realismo
Con tagliente sarcasmo Norris ha rispedito al mittente le infondate in merito alla presunta adozione dell’acqua nei pneumatici: “Lo so, è incredibile. Soprattutto perché abbiamo la macchina più veloce di gran lunga, giusto? Strano. Forse è l’acqua nelle gomme o qualcosa del genere”. Tornando alla stretta attualità, il driver originario di Bristol Secondo Norris ha spiegato che le condizioni di basso grip hanno messo in luce le vulnerabilità persistenti di McLaren, un tracciato che non si addice alle caratteristiche della McL38.
Il pilota classe 1999 ha ammesso che è stato necessario portare al limite la monoposto per essere veloci ma in ogni giro si sono presentati problemi diversi. Su un circuito in cui si sfiorano i muretti a velocità folli una monoposto dal comportamento imprevedibile toglie tanta fiducia al pilota. Il pilota secondo nella classifica assoluta piloti, ha respinto l’idea che i problemi incontrati oggi fossero legati alla preparazione degli pneumatici, puntando invece ai problemi di bilanciamento della monoposto.
Lando ha dichiarato di aver effettuato il giro di riscaldamento nel miglior modo possibile ma il quinto tempo finale non è dipeso dalla particolare temperatura degli pneumatici. Nonostante il risultato deludente, Norris è comunque orgoglioso in merito alla traiettoria complessiva della squadra nella campagna 2024, anche se il GP di Las Vegas rappresenta un’ardua sfida per il team McLaren nell’ultimo stint ella stagione. Le difficoltà della McL38 in condizioni di bassa aderenza come Las Vegas continuano ad essere il tallone d’Achille del progetto tecnico 2024.
L’obiettivo nella terza e ultima tappa della stagione negli Stati Uniti non può essere che limitare i danni rispetto alla Scuderia Ferrari che potrebbe essere grande protagonista in gara con entrambi i piloti piazzati nelle prime due file dello schieramento. In Qatar e Abu Dhabi gli uomini di Andrea Stella confidano di mettere in ghiaccio un titolo che manca nel palmares della storica scuderia d’oltremanica da più di un quarto di secolo.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Red Bull– F1Tv