McLaren ha tutto per vincere in Qatar, round 22 della F1. Detta così parrebbe che vogliamo già assegnare il campionato costruttori al team britannico. In realtà la sfida sarà tosta, anche perché, ricordiamolo, a Losail scenderà ancora una volta in gioco la Sprint Race. L’ultimo appuntamento con questo particolare format renderà la precisioni degli studi al simulatore, quelli realizzati in fabbrica con il simulatore driver in the loop, per intenderci, assoldante cruciale per l’andamento del fine settimana di gara. C’è poi la questione affidabilità, in relazione al problema sofferto da Norris a Las Vegas.
Ci riferiamo a quei 10 giri in cui l’inglese, sotto strette indicazioni del suo ingegnere di pista, dalla tornata 30 alla 40, ha dovuto correggere l’handling tra lift and coast, short shift e power management, per non restare a piede contenendo le temperature impazzite dell’unità di potenza Mercedes. Contesto da non sottovalutare, in quanto verificatosi con una colonnina di mercurio al quanto bassa. Il tracciato del Qatar presenta un mix di curve ad alta velocità e tratti tecnici che metteranno a dura prova le monoposto. La pista di Losail è caratterizzata da ampie pieghe veloci.
Aspetto che favorisce le vetture di F1 con un buon carico aerodinamico e una gestione stabile dei due assi. L’asfalto, con le sue caratteristiche, influisce sull’aderenza e sul degrado degli pneumatici, rendendo essenziale una buona configurazione di set-up per mantenere le prestazioni ottimali durante tutta la gara. In questo contesto, le squadre dovranno trovare il giusto equilibrio tra carico aerodinamico e rigidezza meccanica. L’obiettivo è quello di ottenere una velocità di percorrenza elevata, senza compromettere l’agilità nelle sezioni più tecniche e nei cambi di direzione.
McLaren si prepara al Gran Premio del Qatar edizione 2024, dove le aspettative sono parecchio elevate. È inutile nascondersi distro un dito, specie considerando le prestazioni eccellenti nelle curve veloci, un punto di forza che ha caratterizzato tutta la stagione della scuderia inglese. La vettura di Woking ha mostrato sempre una velocità minima a centro curva tra le migliori del lotto, se non la migliore, anche se nei cambi di direzione più rapidi tende a cedere qualcosa rispetto alla Red Bull, che su questo importante tratto distintivo rimane il riferimento assoluto.
Questa pista di F1, con numerosi tratti guidati e le curve ad alta percorrenza, sembra dunque si possa “cucire su misura” alla MCL38. Dal punto di vista aerodinamico, McLaren si distingue per un fondo capace di generare carico verticale in modo molto stabile nelle diverse condizioni di marcia. Questa caratteristica si traduce in una piattaforma che non risente particolarmente di rollio, beccheggio o imbardata, e consente alla monoposto di mantenere un equilibrio ottimale, anche nelle curve più veloci, e che richiedono un quantitativo maggiore di grip trasversale.
L’efficienza aerodinamica della MCL38 si abbina ad un assetto meccanico mediamente più rigido rispetto a quello dei competitor. Una scelta che ha permesso di estrarre grandi prestazioni sino dall’inizio del mondiale. Inoltre va ricordato un fatto. La vettura britannica soffriva inizialmente nelle sezioni più lente, un punto debole che è stato progressivamente corretto grazie a miglioramenti nel bilanciamento e nel carico aerodinamico alle basse velocità. In ultima istanza la questione gomme, che potrebbe rappresentare una possibile incognita per i primi della classe in Qatar.
La capacità di mantenere le coperture nella finestra di funzionamento ottimale, dipenderà in larga parte dal tipo configurazione adottata per quanto concerne la messa appunto. Il ricordo del Gran Premio Austin è ancora vivido in tal senso. La scuderia britannica di F1 in testa alla classifica dei costruttori, all’interno di un contratto competitivi come quello statunitense, su un tracciato con caratteristiche ben distinte, aveva scelto un compromesso aero-meccanico che si era rivelato de tutto efficace in gara. Ricorderemo infatti, la sofferenza relativa al degrado gomme parecchio superiore al previsto.
Ovviamente parliamo di un fattore molto importante per una vettura di F1, e McLaren, forte dell’esperienza accumulata al COTA, dovrà evitare tale contesto deficitario in Qatar. Una pista, quella araba, dove l’asfalto e le curve ad alta velocità di percorrenza metteranno nuovamente a dura prova l’amministrazione dei compound. Nel complesso, quindi, ci aspettiamo che McLaren possa adottare un set-up mirato altresì alla gestione termica della mescola. D’altra parte, tenendo presente i tratti distinti della MCL38, tecnici e piloti non dovrebbero incontrare particolari problemi a trovare il giusto balance della vettura.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv