Mercedes si è presa una splendida doppietta nell’ultimo round della F1 in Nevada. Una vittoria meritatissima, in quanto sono riusciti a sfruttare alla perfezione il parametro di gran lunga più importante a Las Vegas: le gomme. Pole, trionfo e secondo posto che danno una boccata d’ossigeno al team, dopo diversi Gran Premi passati a studiare una monoposto che proprio non voleva funzionare a dovere. Per questo lo stesso Toto Wolff aveva suggerito che le ultime gare sarebbero state utilizzate come test per la prossima stagione. Il fattore curioso riguarda la sorpresa del team nella performance.
Sì, perché la stessa Mercedes non aveva idea di come abbia potuto estrapolare tanta prestazione. I piloti sul podio questo hanno detto. E pure James Allison non era poi troppo contento di aver prodotto un rendimento così alto senza capire bene il perché. Per questo il team ha studiato i dati raccolti durante il weekend, nella speranza di alzare il know-how sulla W15. Il Gran Premio del Qatar si presenta come una sfida unica per le varie scuderie di F1, con il tracciato di Losail caratterizzato da curve ad alta velocità di percorrenza che richiedono un elevato carico aerodinamico.
Idem per l’assetto meccanico mirato a incrementare la stabilità. L’asfalto, noto per la sua composizione particolare, influenzerà non poco l’aderenza e la gestione del degrado termico delle gomme. Un aspetto che senza ombra di dubbio renderà cruciale la ricerca di una messa a punto bilanciata che, al netto del lavoro svolto, deve consentire di massimizzare la performance senza sacrificare la vita utile degli pneumatici. La superficie, priva di irregolarità marcate, favorisce assetti rigidi che migliorano il lavoro della piattaforma aerodinamica e riducono i movimenti indesiderati del veicolo.
Per la Mercedes, il Qatar rappresenta una sfida tecnica assai complessa. Non potrebbe essere altrimenti tenendo a mente i tratti distintivi delle vetture. Per tale ragione si prospetta una storia decisamente differente rispetto a quella vittoriosa di Las Vegas. La W15, pur essendo dotata di un buon carico aerodinamico generale, costruisce le sue prestazione in modo abbasta simile a quelle della Ferrari. Questo significa che, il team di Brackley, a Losail andrà a concentrarsi sulla scelta di un balance meccanico ottimale nelle curve lente per favorire la prestazione nei tratti più guidati.
Tuttavia, il layout di Losail, dominato da curve ad alta velocità, obbligherà il team tedesco a rivedere tale compromesso, poiché dovrà essere orientato verso un set-up più rigido per sfruttare al meglio il fondo e garantire velocità di percorrenza elevate nelle curve più rapide. Ci aspettiamo un certo deficit in questo senso, non completamente colmabile con le armi che al momento hanno a disposizione. McLaren e Red Bull, infatti, hanno la capacità di produrre velocità minime decisamente maggiori. Idem la SF-24. Il punto debole principale della Mercedes sarà la gestione delle gomme
Un problema che, al contrario di quanto successo in Nevada dove la colonnina di mercurio era molto bassa, con le alte temperature e il grande quantitativo di carico necessario nella pista araba andrà ad acuirsi parecchio. Tanto stress laterale sulla gomma, che quindi non ha tempo di raffreddarsi. La W15, di base, tende a trasferire molta energia sulle coperture, generando eccessiva frizione che provoca un rapido aumento delle “surface temperature“. Questo fenomeno potrebbe portare le coperture a surriscaldarsi facilmente durante il giro, compromettendo il grip e di conseguenza la stabilità della vettura di F1 grigia e nera.
Sottolineiamo che tale fattore può anche essere visto come un pregio, vedasi l’esperienza di Las Vegas, in cui le condizioni ambientale e dell’asfalto erano decisamente a favore della W15. Ciò malgrado, a Losail, la difficoltà nel mantenere le gomme nella corretta finestra di funzionamento ideale diventerà particolarmente evidente nelle curve ad alta velocità. L’innalzamento termico si manifesta in maniera lenta e progressiva, nell’arco della tornata, e il calo di performance si avverte quasi di immediato. Elemento che penalizza l’aderenza della monoposto e inficia in maniera negativa sui riscontri cronometrici.
Per affrontare questa criticità, sarà fondamentale per la Mercedes lavorare su di una messa a punto che possa ridurre l’energia trasferita agli pneumatici. Il tutto, però deve tenere conto di un aspetto: questo lavoro deve essere svolto bilanciando l’assetto tra le esigenze aerodinamiche e la gestione termica dello pneumatico. Inoltre, per la scuderia pluripremiata, sarà altamente essenziale individuare le strategie di gestione dei compound che vadano a minimizzare l’overheating. Una mossa necessaria per limitare la perdita di grip e garantire una maggiore consistenza nelle prestazioni lungo tutto il giro.
Un riscaldamento delle gomme superiore alla norma, significa allontanare la pressione target dal suo valore ottimale e, di riflesso ottenere un’impronta a terra differente da quella voluta. Il Qatar potrà mettere in evidenza pure le debolezze della W15 nei tratti veloci. Tramite una configurazione orientata al carico e una particolare attenzione all’amministrazione del mescole, Mercedes potrebbe ridurre il divario con i rivali. Questo nonostante sia probabile una certa sofferenza nei confronti di squadre come Red Bull e McLaren, più adatte a sfruttare le caratteristiche del circuito di Losail.
Autori: Zander Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv